sabato 29 dicembre 2012

venerdì 28 dicembre 2012

nocturnes

by Giulia Greco

Three, Two, One, Liftoff

This is Ground Control 
to Major Tom
You've really made the grade

Si ce l’ho fatta, la macchina corre, scivola, scivola va via. Via da me. Le ore passano, scocca l’ora inesorabile, l’auto starnazza, si arena in un vicolo, non regge la curva, riparto in seconda. Sono sola, corro per la città, e la odio. Come se non l’avessi mai vista prima, e adesso, nella sua carnalità eccessiva, brunita di porto, e zibibbo, all’ora di cena, in taverna, e le facce, sempre le stesse, maccheroniche individualità banali, all’orlo della luce azzurra e rauca della notte che s’apre. Fuggo prima che inizia, le luci al neon mi trapassano il cranio. Stramazzo imbarazzata, imbarazzante ai visi sociali, che ridono, e che credevo diversi, ed anch’io mi credevo diversa, e ora non riesco a ridere, come voi, sull’orlo della notte.

martedì 25 dicembre 2012

chissà...

chissà se la verità non sia poi solo qualcosa di semplice, scabro, velocissimo: due parole, un volto, pochi segni che ricordino il nostro essere nulla, l'attenzione per le cose piccole, quelle che non vede nessuno...

domenica 23 dicembre 2012

"Tutto mio" (2012), di Nicola Spacca

Continuiamo il nostro percorso attraverso i quadri di Nicola Spacca, questa volta in una visione della "cristallizzazione" del tempo, nell'impossessamento materiale delle cose. Segue la scheda dell'autore.
(G.M.)
Il tema si incentra sul comportamento antropologico innato del “possedere”.
L'arte del possedere è un moto compulsivo, avvolto in una spirale verticale infinita , finalizzato meramente all'accumulo di cose. Privi del vaglio selettivo, razionale, costruttivo, gli oggetti differenziano gli individui in classi a livelli di reddito differenti e sulla quantità del possesso vi sono individui poveri e ricchi, ma anche popoli poveri e ricchi, persino Stati poveri e ricchi e paradossalmente ecco il dualismo di mondo povero e mondo ricco. Non più guerre religiose, etniche e etiche, ma future guerre di possessori di cose accumulate contro l'assalto di uomini con poco accumulo. Si estinguono i nullatenenti, si sbrana il pianeta, non più conflitti per vantaggi e svantaggi, si aggiunge l'inutilità nell'estetica della guerra.

Appunti su Carl Orff


di Francesca Saieva
photo di Maria Venere Licciardi

Nel tentativo di sintetizzare l’Opera di Carl Orff, l’espressione più congeniale che affiora alla mente è il τά  πάντα  νoύς, esplicativo di una concezione cosmo-teleologica. La re-mitizzazione nei suoi componimenti delinea un interesse archetipico nella lettura del cosmo. La classicità del mondo arcaico, nella tragedia attica (identità a se stante) viene tradotta in musica-parole-concetti, con atteggiamento ‘prometeico’, come intervento di τέκνη sull’arte. Facoltà umane, quest’ultime, in un processo di “rigenerazione cosmica”, a fondamento di una Weltschaung che si avvale del theatrum mundi, palcoscenico per un ritorno alle origini. Apocatastasi dunque, nella rielaborazione e concettualizzazione del tempo, della sua identità ciclica, nel ricongiungimento del ‘diverso’ all' ‘uguale’. Il teatro di Orff si mostra così nella sua estrema complessità.

dimenticato

by guido monte e vittorio cozzo

è un disperato
l'ultimo dei dimenticati
di un ospedale criminale,
un artista in disuso, e passerà
un altro inverno sotto le gocce
delle piogge acide, accanto a
fabbriche avvelenate, di periferia

è come l’animale tradito
di una canzone triste…
vede però ogni tanto una luce
tra il buio delle case

è un disperato,
ma spera ancora

pensare

by Giulia Greco
collage by Pippo Zimmardi

Quando ci si chiede quale sia il peso da dare alla parola “pensare” subentrano varie questioni apparentemente distanti tra loro, ma strettamente ed irrimediabilmente legate. In genere, ognuno dà valore differente a questa presunta attività che, banalizzandola, sembra rientrare in ogni manovra di vita quotidiana. In qualche modo è ciò che io stessa mi propongo di dire, ossia porre un qualche legame tra la vita e la riflessione sulla vita, tra il corpo e lo spirito, non intendendo con questi termini un effettivo dislivello tra i due ambiti, che quasi apparirebbe quale retaggio di un cartesianesimo ormai marcito, ma, al contrario, un’interpunzione netta, un reciproco implicarsi, un’essenza unica, sotto diversi aspetti.

mercoledì 19 dicembre 2012

auguri auguri

rivolgo i miei più cari auguri a tutti i collaboratori e lettori di palingenesi, con  miei versi in questo link dal sito della fondazione gramsci emiliana, scritti a proposito del nostro umano  lungo viaggio su questa terra:
il bambino nella valigia,
http://www.iger.org/2012/12/19/il-bambino-nella-valigia/
(g.m.)

domenica 16 dicembre 2012

Salice

di Antonino Campione

Salice
Di un'ormai temprata foresta
Salice
Che tra i pini si desta.
Soffia soffia, 
il vento imperversa
Cade la pioggia
Sulle tue umili vesta
Umili vesta che la natura ti ha
dato,
E tu chino ma fiero
hai accettato
...
E mentre parliamo
Il vento è passato,
Salice salice
Di un bosco incantato.

Piume e dardi

by Giulia Greco
collage di Pippo Zimmardi

La serenità con sé e col mondo è una questione di priorità. Tutto oscilla inavvertitamente tra piume lievi e dardi ciechi e pesanti. Dipende tutto da noi, dall’importanza che diamo ad ogni attimo di vita. Bisogna accettare che certe cose siano leggere e naturali, che non richiedano razionalizzazione, o pensieri ossessivi, o morbosi, prendere atto che certe cose vadano, e basta. Che ci sfiorino appena con malizia, e che vogliano soltanto essere dimenticate al più presto, che non vogliono preponderanza, che vorrebbero soltanto alzare un attimo la gonna, giusto per gradire, che non vogliono essere trasposte in territori stranieri ed inesplorati, che vogliono soltanto svanire nel sonno e negli anni.

sabato 15 dicembre 2012

Sahel, una tragedia dimenticata

di Valentina Sechi

Se lo sguardo del mondo è costantemente rivolto al fronte caldo del Medio Oriente, più a sud un altro dramma va in scena all’insaputa di molti: la grave crisi che ha travolto il Mali e che rischia di diffondersi negli altri Paesi del Sahel. Attualmente il Paese è diviso in due parti: la zona Nord, sotto il controllo di gruppi islamici radicali (alcuni dei quali legati ad Al Quaeda) come MNLA, Ansar al din, Mujao e AQM in lotta fra loro, e la zona sud, sede del governo di transizione guidato dal presidente ad interim Traorè. Prima di approfondire gli ultimi eventi relativi a quest’area ripercorriamo brevemente le vicissitudini che hanno portato i gruppi armati alla rivolta.

giovedì 13 dicembre 2012

Distanze

riflessioni by Giulia Greco

E’ un’infinita distanza quella che mi separa tra ciò che penso, ogni istante, e i quadretti che tento di abbozzare con frasi e parole. Probabilmente neanche in questa sorta di meta-discorso riesco davvero ad esprimere l’inquieta e disperata non-corrispondenza tra me e la carta. Per non parlare della freddezza agghiacciante di questa pagina “virtuale” che mi appresto a macchiare di letterine intermittenti e punti e virgola. Provo un sincero disagio, al quale segue una rabbia insoddisfatta e priva di direttive che possano in qualche modo essere costruttive. Il dislivello è più che altro tale da creare due – se non più- dimensioni assolutamente isolate e distinte.

lunedì 10 dicembre 2012

Il viaggio 'oltre': significati archetipici per gli uomini d'oggi*



di Francesca Saieva
photo by Maria Venere Licciardi

Camminiamo sulle orme di Ulisse ed Enea, gli eroi dei poeti Omero e Virgilio, nell’attraversamento della “soglia d’ombra”, nel tentativo di ‘disotterrare’ le radici del passato, pervenire a verità nascoste. Nella narrazione mitologica, erranza-identità-temporalità-memoria assumono caratteri universali, secondo una prospettiva non razionale del pensiero umano. Ciò del resto spiega l’interesse che da sempre il mito ha stimolato in ambito filosofico e socio-psicologico.  Mythos e logos, mito e pensiero, mediano, infatti, il bisogno di ‘affidarsi’ e la necessità di esprimere giudizi. Costituiscono “le due metà di uno stesso linguaggio”, in termini “di parola che racconta a quella che dimostra” (Grimal) il senso di un viaggio nell’altrove.

domenica 9 dicembre 2012

"La confessione", di Nicola Spacca





Continuiamo il nostro itinerarium con i quadri di Nicola Spacca sul tema del tempo: "La confessione" (2012). Questa volta scopriamo una parte "introspettiva" del tempo, legata alla sua sospensione (G.M.)

Alieno e terreno, universale, l'incontro degli esseri nudi come la confidenza intima che devono avere, perchè una racconta all'altra qualcosa di suo. Un luogo complice accoglie, come l'utero, queste figure umanoidi, i colori caldi e complementari scuriscono lo sfondo per un bisogno di tranquillità necessaria per la confessione. La sorgente illuminante è incerta, forse solare proveniente da un foro, forse da un imposta lasciata aperta. Sentiamo il silenzio rotto da bisbiglii impercettibili. Vorremmo sentire qualcosa di più, ma il segreto tra le due donne è stretto, la consegna, il patto di inviolabilità è mantenuto.

Il dono

di Francesco Scrima

 L’avrebbero fatto quella sera.
 Lui aveva detto così, e non c’era motivo per non credergli.
 Valentina gli aveva sempre creduto, fin dalla prima volta in cui si erano scambiati i numeri di cellulare, e lui le aveva detto che le avrebbe inviato un sms a mezzanotte. E lo aveva fatto. Luca lo aveva fatto davvero, e lei aveva tenuto il cellulare accanto a sé, a letto, contro il volere dei genitori, con la vibrazione inserita, solo per leggere quello che le avrebbe scritto. E, dopo, il suo cuore si era messo a battere come quella volta ch’era nato il suo fratellino, ma era diverso, lo sapeva ch’era diverso, anche se non sapeva bene in che senso lo fosse. E naturalmente gli aveva risposto subito, e poi non aveva dormito fino al mattino seguente, e a scuola era frastornata, ma vigile, perché sperava di vederlo all’uscita.

Respiro

di Salvo Balsano
disegno di Elena Belvedere

Straordinario. Immortale straordinarietà. È invisibile la morte agli occhi del supremo. Eppure sono lì, li vedo chiaramente: i vermi divoratori dell'anima consumano, affamati, la mia ombra delirante. Strapperò la maschera dal mio volto, alle fiamme lancerò questo spirito, questi spiriti, specchi, lacrime, urla, freddi sogni. Vuoto. Posso tornare a dormire, ad esistere: avvicinarmi ad un freddo giaciglio, rimirare la rosea nebbia del crepuscolo, addormentarmi con la ninna nanna, tanto amata, della mia mortale malattia: "E questa rosa che il gelo / del davanzale consuma, / e se ne perde il profumo / verso un inutile cielo" (Gesualdo Bufalino, Pro memoria). 
L'assurdo è infinito silenzio. Fragore del mare in tempesta, che riflette il tremante pallore della luna. Arido canto di cicale nel deserto assetato di vita. Buia pace di stelle nella solitudine del firmamento. Sul palmo delle morte mani custodire, inviolabile, il lento svanire della candida neve. Rimembro la mia fedele malinconia, gustando "l'amaro miele" di un esile respiro.  

sabato 8 dicembre 2012

ESPERIMENTO PSICOLOGICO

di Giulia Greco
collage by Pippo Zimmardi

Sono terrorizzata all’idea di acquietarmi in un sogno meschino. Mi destabilizza e mi opprime la consapevolezza che un giorno avrò realizzato un che di inamovibile e saldo. Ho ambizioni vaghe ed indistinte che m’affollano gli occhi, che s’accendono e si spengono con la stessa rapidità con cui il sole sorge e poi muore. Voglio viaggiare, ed amare, e cadere ancora e poi illudermi, e sperare, e deludere me e gli altri, per poi ricominciare. Il giorno in cui avrò detto “ è per sempre”, che la morte m’accolga con grida festose. I miei occhi non possono riposare su un fiore soltanto, ma hanno città e genti e mondi interi ancora d’abbracciare. Né il grande amore, né letto nuziale, né “casa”: il mio destino è la grandezza dispersa, la grandiosità afflitta: un tormento rumoroso.

mercoledì 5 dicembre 2012

Siria, dramma infinito

di Valentina Sechi
Il fronte mediorientale continua a essere caldo, anzi caldissimo. Non appena rientrata l’ennesima recrudescenza del conflitto israelo-palestinese il vento caldo della rivolta continua a soffiare inarrestabile sulla Siria dove il conflitto perdura da ben 18 mesi. Prima di procedere ad analizzare gli ultimi sviluppi ripercorriamo brevemente le vicende che hanno interessato il Paese. Gli scontri tra i ribelli siriani, che volevano spingere il Presidente Assad a varare riforme per la democratizzazione della Siria, e il Governo di Damasco hanno preso il via dalle manifestazioni di piazza, poiché sulla base di una legge del 1963 recentemente abrogata, queste erano proibite e dunque il regime ha risposto aprendo il fuoco sui civili ritenendo che volessero creare uno Stato islamico radicale come proverebbe la presenza nel Consiglio Nazionale siriano (SNC), autorità politica in esilio con sede a Istanbul istituita nel 2011,  dei Fratelli Musulmani e di altri gruppi legati ad Arabia Saudita e Al-Qaeda.

Ottobre - novembre

di Giulia Greco
collage by Pippo Zimmardi

20 ottobre 2012 
Camminavamo in branco come lupi o falchi braccando i ritardatari scintillii di malinconica quiete. Ripetendo e strafogando a larghe braccia la meschinità che c’apparteneva. Il demoniaco impiantato, la bontà bruciata lenta su dita arrugginite e l’odio cresceva, e saliva, e noi camminavamo, camminavamo in branco, per distruggervi. Fiera di mostri, tinte lievi o accecanti in gesti sconnessi, slegati dall’impegno primario della pace dei sensi. Veniamo ad attaccare e così attaccarci all’ultimo impegno ancora: il mio voto all’odio. Meschine parodie di cieche autoaffermazioni, riconoscetemi nel fango coi miei giorni stanchi ed innalzate una statua da far abbattere sull’ultima pietra rimasta dalla devastazione e dalla furia mia.

lunedì 3 dicembre 2012

storia di pino (storia di un senzatetto di palermo e dei suoi cani)

di guido monte

pino è vecchio, si muove lentamente,
ha una stampella.
dormiva sotto i ponti
tra topi,  munnizza e vento freddo
perché al dormitorio gli avevano detto
che i suoi due cani non ci potevano stare.
 i due cani lo guardano ancora negli occhi
dopo nove anni, e sanno aspettarlo
ogni volta fuori dal pronto soccorso
quando si sente male, e lo aspettano
e capiscono al volo che neanche quella volta
li avrebbe abbandonati.

se lo fermi ti chiede da fumare.
e ti dice che non capisce i preti
quando gli gridano che i suoi cani
non hanno l’anima, e che bisogna
pensare soltanto agli uomini…
ti dice che ama i suoi due cani e che
solo i suoi due cani lo amano davvero.
ti dice che al dormitorio per via dei cani
gli hanno sbattuto la porta in faccia
e lo lasceranno morire, ma lui
i suoi cani non li lascia al canile,
ormai sono la sua famiglia e basta.

un tizio gli aveva montato una tenda,
sotto il ponte, per non sentire il vento,
ma i vigili l’hanno messa sotto sequestro
e ora coi cani non ci può dormire più.
adesso dormono sotto i portici, al centro,
d’estate nelle panchine della champagneria,
pino ormai è quasi cieco,
i cani
sono restati i suoi soli occhi vivi.

domenica 2 dicembre 2012

“UN FUTURO MIGLIORE” (1994), di Nicola Spacca

Ecco la seconda opera del ciclo di quadri di Nicola Spacca sul filo del "tempo". Come mi ha spiegato l'autore, " ... lo scopo del percorso non è quello di pubblicare cronologicamente la produzione, ma di seguire una via che passa dall'introspezione alla materia e da essa all'impossibile". Segue la scheda critica sempre dell'autore. Buona visione!
(G.M.)
                                                                                   
Di santi lontani, venerati in terre assolate,/ e in special modo, dai confini di ogni contea/ d’Inghilterra, fino a Canterbury viaggiano/ in cerca del martire santo benedetto, pronto/ a dar loro aiuto quando erano malati.
(Geoffrey Chaucer,  da “Canterbury Tales” )
Cos’è quel suono alto nell’aria/ Mormorio di materna lamentazione/ Chi sono quelle orde incappucciate che sciamano/ Su pianure sconfinate, incespicando nella terra screpolata / Circondata dal piatto orizzonte soltanto/ Qual è la città sulle montagne/ Si spacca e si riforma e scoppia nell’aria viola/ Torri crollanti/ Gerusalemme Atene Alessandria/Vienna Londra /Irreale
(Thomas Stearns Eliot, da “La Terra Desolata “)
Nessuno pensi a me./ Pensiamo a tutta la terra, battendo/ dolcemente le nocche sulla tavola./ Io non voglio che il sangue/ torni ad inzuppare il pane, i legumi, la musica:/ ed io voglio che vengano con me/ la ragazza, il minatore, l’avvocato, il marinaio, il fabbricante di bambole/ e che escano a bere con me il vino più rosso./ Io qui non vengo a risolvere nulla.
(Pablo Neruda, da ”Ode alla pace”)

In arido terreno spunta, sempre all'improvviso, la pianta alta dai frutti succulenti. Turgido si erge sulla pianura della pena umana, è il faro dei morti ignari. Pone la scelta, è il bello e tutto quello che è perso per sempre. Sulla soglia dell'ultimo gradino della vita, si impastano le unicità umane. I giusti, e gl'ingiusti scendono in ordine, silenziosi, privi del volto perchè ormai inutile specchio dell'anima.
Tanto solenne ed importante l'estremo momento per chi resta, è, invece, in assoluto l'insignificante escremento dell'universo. L'ultimo atto è l'abbandono, la deiezione e l'allontanamento dalla bellezza simmetrica con il divino, dal mondo speculare, attrattivo del Dio creatore. Il catabolismo umano o il nuovo piccolo bel nato, qual è a Sua immagine?
Il brutto è impensabile, nascosto, fuggitivo, sotterrato con abiti puri.
Predestinati, ci obliamo, vendiamo il futuro, rimandiamo, non siamo più. I colori della vita ci sono tutti, il cielo è il solito dell'imbrunire.
Dipartire è un triste lasciare la male considerata monotonia. Occhi chiusi per sempre e la vita cambia stato. D'improvviso fermati, tocca a chi sopravvive il compito effimero della ricerca del futuro migliore.
Nicola Spacca

giovedì 29 novembre 2012

L’ alchimia della scrittura. Incrociando Pennac, Calvino e Perriera

di Rosario Ales
 
L’ incipit di Daniel  Pennac nel testo  “ Come un romanzo “ ( Feltrinelli, ed.2010 ) recita “ il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo “amare”…..il verbo ‘sognare”.   Due righe che presuppongono un fondamento implicito nel prosieguo del discorso; è inutile che noi genitori e/o insegnanti, per liberare i nostri figli dal dominio della televisione, di internet o da prodotti immaginifici preconfezionati con sottofondi musicali, propiniamo, svilendo l’interesse, la lettura di un libro in modo arido, asettico, come se si trattasse di una prescrizione, chiedendo il rispetto, in scadenza del tempo di  lettura.

Diario

di Giulia Greco
3 ottobre 2012
Fumo una sigaretta. La sirena stonata intona il mio canto notturno. Pensavo alle tue mani. Due mani si intrecciano in un solo tremore. M’entusiasma l’alba inconsistente di vapori. Il fumo ondeggia lento verso le stelle. La sigaretta si spegne, ma la strada si accende di luci incendiarie. I miei occhi cercano i tuoi per trovare riposo. La necessità mi preme incalzante col suo tamburellare lento. Le corde spezzate inneggiano un requiem per i miei sogni più arditi. Ardente è il battito delle mie ore. T’aspetto. Non dormo. Aspetto. La notte è fonda, i segnali spasmodici di lampioni spenti in un vicolo buio. Il buio sui miei occhi. Costellazioni di parole sbagliate, il suo sgattaiolare in sotterfugi di senso. Ho perso il senso del mio slancio. Cado.

mercoledì 28 novembre 2012

Die geschnittene Zunge

by Silvia Dello Russo

c'era un uomo sul pontile
era strano
non parlava
ma parlava
anzi
gridava

stava seduto placido
come se in lui albergasse...
lui.

aveva una giacca marrone
e i capelli grigi gli scendevano sulle spalle
aspettava quell uomo
o forse semplicemente stava

gli passavo davanti
mentre la mano frenetica di mia madre
mi trascinava
nelle sue mille ansie

eppure lui
ogni giorno
era li
bello
silenzioso
tranquillo come tutto l'oceano
quando dorme

io lo guardavo
rapita
e su di lui fantasticavo
al punto da pensar cha aspettasse me.

una volta mia madre mi vide guardarlo rapita
e inorridita mi disse
non devi guardarlo
quello è l uomo dalla lingua tagliata

proprio in quel momento
lui
l uomo dalla lingua tagliata
apri la bocca
e srotolò una lunghissima lingua
che come un tappeto regale giunse fino a me.

io lasciai la mano frettolosa e distratta di mia madre
e mi incamminai su quel tappeto
fino ad entrare nel suo castello
dentro di lui.

visitai ogni stanza
le torri degli occhi
le segrete del cuore
le carceri delle viscere
visitai i suoi pensieri
il suo sesso
e scivolai sulla sua anima

poi d un tratto lo strattone forte di mia madre
mi trascinò via

intanto quell'uomo
io lo avevo conosciuto
ma mai più lo rividi

oggi ho quasi quarant'anni
eppur lo cerco ancora quell uomo
ogni volta che ritorno sul pontile
mi fermo
aspetto
bella
silenziosa
placida

e ogni volta un  bambino
passando appeso a una mano adulta  
mi guarda rapito
io piccola donna dalla lingua tagliata.

lunedì 26 novembre 2012

Frammenti n.7

di Francesca Saieva
photo by Maria Venere Licciardi

Passerà anche questa stazione (De Andrè) e i solchi del tempo segneranno il viso. Tra raggi di alta luce, che da sé è vera (Dante) e dentro il suono della tua voce. Grande è la Terra umida sulla polvere di morte (Dostoevskij); i suoi frutti non ancora maturi, ma verdi gli spazi del tuo respiro. Come immagine divina, l'Uno (Battiato). E nuove le parole per antiche emozioni, mentre vaghi nel giardino, senza ancora uscire dal cancello (Kyoshi).

Ora che il vuoto è ad ogni gradino (Montale) e la via braccata, cerchi risposte ai tuoi perchè. Tra gesti usuali, il non-detto cosciente (Barthes) si consuma anche nelle lunghe notti senza una luna, mentre accarezzi le pieghe del tuo sentire. Un istante, involontario assoluto (Ricoeur) e per te nessuna  tregua: Beharrlichkeit, la sola permanenza del tempo (Ricoeur), è un’eco che ritorna dal fondo...on ne peut te connaître mieux que je te connais (Eluard).

domenica 25 novembre 2012

Vasi comunicanti, un quadro di Nicola Spacca

Iniziamo un itinerarium pittorico con Nicola Spacca, che dipinge dagli anni '70 e che ci dona la visione dei primi quadri di un suo progetto (ancora work in progress) legato al concetto di tempo. Partiamo oggi con il dipinto Vasi comunicanti (1989), seguito da una scheda analitica dell'autore.
(G. M.)
 
Qui una clessidra di terra scambia radici, foglie e frutti, nel computo del tempo perde ogni significato la scansione dei secondi, non ruotano lancette, nessun suono esce dai vasi.
Il vento carezza i delicati calici ed uva cresce di notte e di giorno. Le cose dell'uomo sono lontane, un tavolo rustico e forte regge l'orologio agreste. Non occorre un contadino, il sole e la rugiada curano la mistura vegetale. Tutto cresce senza alcuna costanza. Questo orologio indica direzione, spazio, nel tempo. I baricentri sono variabili imprevedibili, l'orologio si espande e non conta, copre la vista ed emerge come primadonna sulle cose costruite. Una storia del tempo, senza tempo, una conquista silenziosa e potente. Il senso della vittoria per sempre è nel suo nome: pianta.
Nicola Spacca

sabato 24 novembre 2012

Gaza, tra angoscia e speranza

di Valentina Sechi
Proprio quando si profilava sempre più lontana, sorprendentemente, la tregua nella crisi israelo-palestinese è stata infine annunciata la sera del 21 novembre. Lo stesso Ministro degli Esteri egiziano Mohammed Kemel Amr, ha annunciato “ l'accordo per il cessate il fuoco e il ripristino della calma”.La tregua, così faticosamente conquistata, si articola su tre punti: la cessazione da parte di Israele di tutte le operazioni  aeree, terrestri e marittime verso Gaza,la conclusione degli attacchi militari su Israele, la riapertura del valico di Rafah (tra la Striscia di Gaza e l'Egitto) 24 ore dopo il cessate il fuoco delle 21 ora locale per facilitare lo spostamento di merci e persone.

giovedì 22 novembre 2012

Cessate il fuoco a Gaza

Avremmo dovuto pubblicare un altro ancor più dettagliato reportage pervenutoci ieri sui bombardamenti di Gaza.
Oggi al contrario riceviamo dalla solita fonte una breve e finalmente lieta mail che comunica il cessate il fuoco di cui in giornata danno notizia tutti gli organi di stampa.
Questa che postiamo alle 20 di stasera non è certo una notizia; è piuttosto un intimo, ma anche  corale respiro di sollievo di una città che torna a vivere.
Mai cambio di programma fu più gradito.

Alle 21 di stasera (ore 20 in Italia) è arrivato il cessate il fuoco.
Fino all'ultimo minuto nessuno ci credeva, gli amici che ho chiamato non si facevano illusioni...fino a quattro ore fa erano tutti rinchiusi in casa con la paura delle bombe, dei boati, di perdere la vita.
Ora vedo in diretta televisiva le strade di Gaza, per giorni deserte, invase dalla gente, dalle auto, dalla festa, dalle grida...è bellissimo, è un'euforia schizofrenica ed incredibile.
Non so se domani quando ci sveglieremo avremo ancor il coraggio di festeggiare di fronte alla distruzione e al massacro che hanno di nuovo fatto sprofondare Gaza... eppure...Gaza è stata per l'ennesima volta distrutta e ancora una volta si rialzerà in piedi e andrà avanti, come sempre, a testa alta.
Buona notte a tutti i/le palestinesi di Gaza che finalmente stanotte potranno dormire nella quiete, speriamo, di una notte silenziosa.

adri

In nessun luogo


di Francesco Scrima

“e non c’è vita
mai che al suo sogno basti”
(C. Gerbino – Il vero dell’animale)
 
1. Ale era Ale, sempre, qualunque cosa facesse, dovunque si trovasse, con chiunque avesse a che fare. Ogni suo gesto, ogni parola, erano qualcosa di semplice, e insieme di unico, di irripetibile e di ineffabile, non perché avessero in sé una plateale epicità, nessuna enfasi particolare, ma perché erano suoi – niente di più che la conferma del suo essere al mondo.  Ale non diceva mai “secondo me”, o “siccome sono fatta così”, no, lei diceva sempre soltanto quello che era necessario dire.

mercoledì 21 novembre 2012

Nessun rifugio: civili sotto attacco nella Striscia di Gaza

Come annunciato pubblichiamo adesso, ancora integralmente, il reportage esteso dei fatti di Gaza. E' un resoconto sobrio che ci giunge dalla stessa fonte della quale abbiamo dato conto l'altro ieri.
Chi scrive, come si legge in calce al pezzo, si dichiara testimone spesso oculare dei fatti e comunque assicura di aver fatto le debite verifiche sulla autenticità di tutto il materiale prodotto.



Gaza City, 16 Novembre 2012
 
 Siamo al terzo giorno degli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. Scriviamo questo
comunicato nel mezzo del suono incessante dei bombardamenti, che sono proseguiti per tutto il
giorno di ieri, nel corso della notte e oggi.

lunedì 19 novembre 2012

Da Gaza con terrore

Riceviamo inaspettatamente, attraverso il nostro autore Raimondo Augello, con uno strano itinerario di rimbalzi informatici, uno straordinario reportage di primissima mano su quello che in questi istanti sta accadendo nella striscia di Gaza.
L’autrice, una cooperante italiana nei Territori Palestinesi, scrive la mail che segue ad alcuni amici, perché ne facciano la più ampia diffusione.
La donna è appartenente ad un gruppo internazionale di persone impegnate negli ambiti del giornalismo, dei diritti umani, dell’educazione, dell’agricoltura.
Alle scarne ma terribili testimonianze che sotto riportiamo nella loro interezza, faremo seguire nei prossimi giorni un comunicato della stessa autrice, un reportage esteso con foto drammatiche che raccontano soprattutto le vicende umane delle popolazioni della striscia di Gaza in questi giorni terribili.
Della reporter preferiamo per il momento nominare solo il nome di battesimo.
Credo che non sarà questo l’aspetto a cui darete maggiormente attenzione.
 
 
Ciao a tutti,
 
qui a Gaza si vive ancora una situazione molto tesa, i bombardamenti israeliani continuano incessantemente e stanotte non ci hanno fatto chiudere occhio. Stanno continuando a colpire su tutta la striscia e finora a hanno compiuto più di 600 bombardamenti, un'operazione che sta terrorizzando l'intera popolazione di Gaza sotto assedio. Finora 28 persone sono state uccise, più di 250 quelle ferite di cui 100 bambini e 30 casi in condizioni gravi.

domenica 18 novembre 2012

BUCO NERO

di Marco Ferrante
(disegno di Giuseppe Quattrocchi)

Sei un mostro!
In senso buono...
Ma io non ho buon senso
sono solo un enorme
buco nero
una singolarità
universale
incanto dei sognatori
e musa degli artisti
eppure ho sempre sperato
di essere amato
di un amore che non c'entrasse
niente
con quello che mi hanno dato
volevo solo un amore
generato dal volersi bene
un amore
che non mi è stato concesso
attiro a me tutte le cose
che mi sfiorano
eppure anche quando le faccio mie
sento che non mi appartengono
io sono solo un mostro
in senso buono
senza buon senso...
una volta portai il mio amore
a guardare il tramonto
sull'orizzonte degli eventi
e non si è mai più mossa di lì.

giovedì 15 novembre 2012

Giorno 21. Anniversario (da "Racconti hunderground")

di Luigi Carmina

Entro nella guardiola dove Riuk è intento a sistemare le scatolette di tonno e sgombro.
Io guardando il calendario: quanti ne abbiamo oggi?
Riuk prende la pipa e la porta alla bocca ancora spenta.
Io: non l’avevo ancora vista.
Riuk: quando mi si parla seriamente la uso, anche se spenta. Dal tono che hai, sembra che tu debba dirmi una cosa importante.
Io: lo è. Hai mai sentito parlare del giudice ragazzino?

mercoledì 14 novembre 2012

Alla velocità della luce

 
di Giulia Giordano

 Lei era anonima.
Una di quelle persone invisibili,una delle tante. Aveva passato tutta la sua esistenza così: facendosi pestare i piedi, non festeggiando i compleanni - nessuno si ricordava il giorno della sua nascita. Lei non aveva un nome, nessuno lo conosceva. Lei non aveva un'ombra, anche quella era invisibile.
Stranamente risplendeva di una bellezza che non poteva passare inosservata, eppure succedeva.

martedì 13 novembre 2012

Sulla stessa strada


di Tiziana Leonardi

È mattina e fa freddo.
Ieri sera abbiamo litigato, ti ho detto che non voglio più vederti, mi hai detto che avresti voluto non avermi mai incontrata. Ti ho dato uno schiaffo, mi sono fatta male alla mano, me l'hai presa e l'hai baciata, come sai fare tu, col cuore sulle labbra. L'ho strappata via dalle tue mani, ti ho detto di non toccarmi, mi hai detto mi dispiace. Dispiace più a me, vorrei dirti.

lunedì 12 novembre 2012

Raccontavi un pomeriggio

di Daniela Palumbo

Raccontavi un pomeriggio
di Nausicaa con le ancelle al fiume:
lei e le altre a risciacquare i panni,
e a scherzare insieme.
Mi parlavi poi
di fanciullezze spensierate
giovani figlie inquiete.

Raccontavi
come di qualcosa che già
conoscevi, da sapiente professore.
Mentre stavo ad ascoltarti
ferma
per mia buona volontà
e un po’ per timore.

domenica 11 novembre 2012

Giorno 12. Sfumatura rosso Apocalisse

di Luigi Carmina

Dalle fessura vedo uno strano rossore.
Con Riuk salgo in terrazza. C’è il cielo completamente rosso ed un caldo afoso provocato da una leggera brezza cocente. La sabbia nel cielo copre  la vista del sole che si fonde con la sfumatura rossastra. A tratti il
colore passa ad un livello opaco a causa dello smog.
Riuk ha sentito dire dalla sua radio portatile che l’aeroporto oggi non svolgerà l’attività quotidiana per la rena che si sta riversando per terra. È appena avvenuto pure un incidente a causa del surriscaldamento dell’asfalto.
Io: Riuk, sicuramente il fine materiale arriverà fin qui. Il vento si sta alzando sempre più. Sembra arrivato il momento finale.
Torniamo sotto con la speranza che la temperatura sia anche di poco più bassa. Lavorare è pesante. In altre città la temperatura ha raggiunto anche i cinquanta gradi, a dirlo è il gazzettino delle dieci.
Sono affascinato comunque da quel fuoco e risalgo in terrazza. Si aggiunge anche della polvere a rendere l’aria irrespirabile. Per quanto durerà?
Io da Riuk: oggi ci sarà pure il passaggio di mercurio davanti il sole. Lo possiamo vedere con il tuo cannocchiale?
L’enorme palla viene attraversata da un puntino nero, è una sensazione straordinaria. La situazione precedente intanto persiste. In passato avrebbero pensato che stesse versando sangue di dolore una qualche ninfa del cielo.
Io: non è che forse la fine prevista nel 2012 è arrivata in anticipo?
Riuk: quella data è fatidica, troppe profezie convergono.
Io: magari è cominciato tutto oggi.
Riuk: questo mondo è un continuo paradosso con la coscienza umana.

lunedì 5 novembre 2012

Giorno 15 (da "Racconti hunderground")

di Luigi Carmina

Che strano, forse perché siamo due nel sacco a pelo sentiamo molto caldo. Nonostante sia un sacco tecnologico con la funzione di raffreddare la parte interna. La dolce creatura dorme non voglio svegliarla con il getto d’aria.
Comincio a scrivere, certo al buio sarà difficile, ma volendo si può fare tutto.
Comincio a scrivere senza applicare, poi, tanta fantasia, di un tipo, Rosolino, che ormai certo di quello che vuole fare entra nella stazione.
Desidera viaggiare senza lungimiranza, senza frontiere e senza nessun pregiudizio di sorta.
Il primo capitolo si chiama per l’appunto: Pregiudizio. Prima di salire su un treno qualsiasi vede una vecchina carica con due borse.

domenica 4 novembre 2012

Il sottile fascino dell'idioma

 
di Enzo Barone
 
Recentemente ho pubblicato su Palingenesi un racconto, in buona parte in lingua siciliana, che si intitolava Lammicu.
Si tratta, per chi non l’avesse letto, di un monologo di un umilissimo mandriano emigrato al nord, con un finale drammatico, commovente, ma senza sentimentalismi, almeno nelle intenzioni.
Chi avesse avuto la bontà di leggere qualche altro mio racconto sa quanto io cerchi, come chiunque credo voglia fare della buona narrativa, di rifuggire la retorica, soprattutto la retorica del sentimentalismo a buon mercato, quello ruffiano, spudorato da fiction televisiva.

sabato 3 novembre 2012

come fare un blending

di guido monte
(collage di pippo zimmardi)

isaia: in mezzo alla terra, beqerev ha-’arez ;
e seferis: tra gli asfodeli chini i ciechi dormono…

in mezzo alla terra,
tra gli asfodeli chini
i ciechi dormono…

venerdì 2 novembre 2012

AMICO

di Daniela Palumbo

Un amico è sincero, ti dice anche quello che non vorresti sentire. Toglie via la spina da dentro la pelle, se questa vi fosse entrata casualmente, poi disinfetta la ferita con dell’alcool che non brucia, proprio come si fa con i bambini. Lui sì che ne è capace.
E non ride delle tue ansie o debolezze, un amico, non ti gira le spalle solo perché hai sbagliato la “strategia” o perché, per difetto di esperienza, hai fatto una mossa sconsigliata dai “manuali”.
Ti dice la verità, un amico, non lascia che tu la capisca da solo, con un ostinato, condiscendente, gigantesco invisibile SILENZIO. Perché le illusioni, si sa, sono figlie della nostra mente.  Anzi no, non figlie, solo minuscoli aborti, spettri danzanti, pellicole per negativi con sopra impressi in miniatura i nostri desideri informi. Un amico non vorrebbe mai lasciarti in balia di questi, nelle pause buie della tua esistenza, oppure non è amico, né potrà mai esserlo, semplicemente.
Può aver paura di tutto, un amico, ma non di te: può temere le parole ma non l’idea di parlarti, evitare gli sguardi ma lo stesso cercare i tuoi occhi, risollevarti, tenderti la mano.
Ma soprattutto non lascia che tu ti offra al  freddo dell’inverno, che ti denudi davanti ai suoi occhi fin troppo protetti, che tu esponga te stesso ai danni della malattia, del contagio, e alla triste usura di una convalescenza. E se lo fai, lo stesso, suo malgrado e malgrado tutto, ebbene: un amico, lui è pronto a coprirti con la metà della sua giacca.

domenica 28 ottobre 2012

Hunderground



di Luigi Carmina











Sono le ore 7:30 del mattino del 26 marzo, fuori è nuvoloso.
In questa città del meridione è normale. È passato un mese dalla dipartita di un mio caro parente, e non so se è questo o no a farmi prendere una decisione: devo andare via.
Ho deciso di andare a vivere in una metrò. Non quella più vicina a casa mia che è solo ad un chilometro, sarei subito rintracciabile, ma quella due fermate dopo. Però già ho avuto un dubbio: come laverò i miei vestiti.

sabato 27 ottobre 2012

My faith


di Luigi Armetta

Ho una bambina

Petite fille a la gerbe di Auguste Renoir
 

di Daniela Palumbo
 
Ho una bambina, bella come il sole quando sorge
come la luna piena e intorno tante stelle.
 
La mia bambina quando mi dorme accanto
è tutta ciglia e guance
è un disegno coi pastelli a cera.

 La mia bambina quando si sveglia che è mattina:
bacio e carezza mamma, prima che vai a scuola.
 
La mia bambina è sovrana, sopra le mie scarpe con il tacco
dondola come un fuscello lieve.
 
La mia bambina ritaglia stelle di carta e poi le appende
così risplendono
muri e maniglie letti e cassetti porte e scaffali.

 La mia bambina aggiunge dita alle dita
o se è il caso le toglie
e sul foglio arrotonda le vocali.
 
La mia bambina fa tanti bei disegni papà mamma e figliolette in fila
(e abbiamo tutti lo stesso viso, e tutti e quattro lo stesso lungo sorriso)

La mia bambina dice quando sarà lei la mamma
e io di nuovo piccola e vecchina
mi accudisce mi copre mi prepara da mangiare
e mi cura senza medicine.
 
La mia bambina attende i nonni morti
una notte di novembre che portano a casa i doni.
 
La mia bambina dice “ha detto la maestra”
e crede a san nicola santo protettore dei dentini.
 
La mia bambina quando viene il Natale
è allegra e festosa come una carta regalo.

 La mia bambina per lei è sempre festa
anche quando noi grandi non ce ne accorgiamo.
 
La mia bambina la mia bambina sono due
e tutt’e due sono per me la luna e il sole.
 
La mia bambina è luna e sole
splende sempre, splende giorno e sera.

E mi riempie di me.

giovedì 25 ottobre 2012

Lettera aperta al Ministro Profumo

di Tiziana Cannavò
(del Liceo classico G.Meli di Palermo)

Egregio signor Ministro,
non abbiamo studiato e speso la miglior parte della nostra vita sulle "sudate carte" per fare i supplenti a vita. Perchè è a ciò che degraderebbe il nostro lavoro, la sua Riforma. Anzi. Non saremmo dei supplenti. Saremmo ancor meno di questo, dei semplici tappabuchi! Un'ora qui. Un'ora là. Non possiamo accettare un simile svilimento professionale. Per giunta senza un'adeguata gratificazione economica.

“Li muderni cavaleri”

di Salvatore Palumbo

Caspita, comu li tempi su’ cangiati!
’Na vôta veri nobili si nasceva
ppi tradizioni di vecchi antinati
e la curuna di meriti risprinneva.

Cavaleri erunu l’eroici Cruciati
di fidi armati in Cristu Ridinturi,
ccu sulenni riti tutti consacrati,
sempri luttannu contra i tradituri.

Oggi scumparsi sunu i blasunati
e di bottu si fregianu cavaleri
latri, curnuti e tinti carritteri;

ma soprattuttu sempri li truvati
ntra chiddi ca ’mpastannu quacinazzu
diventan cavaleri di lu cazzu.