sabato 30 marzo 2013

Lontano

"... E dormo:
da secoli l'erba riposa
il suo cuore con me."
(Salvatore Quasimodo, "Riposo dell'erba", "Oboe sommerso")
 
di Salvo Balsano
 
Un cieco chitarrista graffia note sepolte. Il violoncello secco inchioda corde sanguinanti. La marcia funebre dell'inerte delirio brucia la nenia della voce morta. Alle fiamme le parole - uccidetele! - questa pelle decrepita, melma ubriaca di vermi, macchia opaca di veleno, ragnatela, vertebra, neve paralizzata di gelo. "Non c'è niente, è come la luna" (Cesare Pavese, "La luna e i falò").
 
Il deserto del sottosuolo affogato da una mesta marea di memoria, il silenzio di orrore che grida la guerra di miti appassiti, la quiete strangolante di questo tormentoso martellio di riflessi : la notte è ormai nera.
Una statua di cenere, aggrappata alla morte assonnata, dimentica il suo lento pianto: "Così me ne vado lontano lontano, / e sopra il mio berretto ci sono solo le stelle" (Johann Wolfgang Goethe, "West-Ostlicher Divan").

martedì 26 marzo 2013

Tango 'til they're sore


di Giulia Greco

They take apart their nightmares and they leave them by the door
Loro danzavano sulle condutture affusolate e sporche. Si avvinghiavano arresi dal giorno di quieta mesta convivenza. Lui era un uomo qualunque, indifeso, corroso. Il gas spurgava le ferite vecchie di ricordi di giorni assidui e fugacemente gloriosi. Avevo affrontato le inedaguetezze della vita con fare curioso e attento. Era giovane e vivo, ma dal suo viso pareva ne avesse viste tante: di mondi e di visi e di genti speciali. E quando danzava, vorticava a suo agio, assuefatto dai lumi spenti e dai giorni lenti, danzando il caldo addio dai giorni tumultuosi e belli.

lunedì 25 marzo 2013

Sopravvivere

di Alice d'Alessandro
(photo by guido monte)

Il volto non ha più contorni. Cresce tra le crepe dei muri,
si arriccia come una felce e imita il volto di mostro.
Come un’ombra sull’intonaco che lentamente si scrosta,
un'anima si sottrae alla strada e rimane contorno sul muro.
Viviamo la sopravvivenza di ogni giorno, come una contraddizione
al sapersi scontatamente vivi.
Una speranza umiliante è l’enigma del sopravvivere.
Al vento leggera, una fragile figura di un capriccio di carta ritagliata vola,
finchè sospinta rimane impigliata tra i calcinacci di un muro.

sabato 23 marzo 2013

L'ultima recita (Accusa e apologia)

 
di Francesco Scrima
“… e un ridere rauco/
e ricordi tanti/
e nemmeno un rimpianto”.
(F. De Andrè - Il suonatore Jones)
 
Esordio
 
    Ora che i vostri occhi sono tutti puntati su di me, ora che ogni vostro indice mi sceglierà come obiettivo da colpire, ora che sono qui, davanti a voi, cercherò, signori giudici, di spiegarvi i fatti, tutti i fatti recenti.
   Non ci sarà finzione, vi prego di credermi: ascolterete soltanto le ultime parole, quelle di uno che si è già condannato da solo alla solitudine eterna, come gli ultimi battiti di un cuore che si spegne.

mercoledì 20 marzo 2013

Papa Francesco, la crisi della modernità e le dimissioni di Benedetto XVI

Giotto. Dono del Mantello da parte di San Francesco. Assisi
 
di Rosario Ales
 
Nell’arco di un mese, il mondo intero è rimasto sorpreso da due eventi epocali che riguardano la Chiesa cattolica, il primo le dimissioni di papa Benedetto XVI ed il secondo l’elezione al soglio pontificio di un vescovo eletto dalla fine del mondo, assumendo il nome di una icona dello spirito evangelico, per l’appunto Francesco. Le inusuali dimissioni di Benedetto XVI, per i più attenti osservatori della Chiesa, assumevano due significati; un significato manifesto: la stanchezza dell’uomo a fronte del peso degli scandali e la crisi che attraversa la Chiesa, lo scandalo dei preti pedofili, la gestione dell’ IOR (la banca vaticana) ed i sospetti di riciclaggio, l’intreccio costante tra il Governatorato vaticano e le vicende politiche italiane, le indagini su Vatileaks, la condanna e poi la grazia al maggiordomo papale, Paolo Gabriele. 

lunedì 18 marzo 2013

Papa Francesco, un nuovo Ratzinger o un nuovo Roncalli?


di Valentina Sechi

Il 13 marzo 2013, al quinto scrutinio, una fumata bianca ha annunciato l’accordo dei Cardinali elettori sulla nuova guida del popolo cattolico.
Il nuovo Papa è il Cardinale Jorge Mario Bergoglio, che ha scelto per sé il nome di Francesco per salire al soglio pontificio in onore del Santo di Assisi che abbandonò una vita di agiatezze per occuparsi dei poveri.

sabato 16 marzo 2013

Cappuccetto rosso

di Daniela Palumbo

Un giorno, una bimbetta
Giocava nel giardino.
Portava un cappuccetto
Ed una mantellina.

Si avvicinò la mamma,
Che aveva preparato
Un panierino pieno
Di cibi profumati.

“Ci sono uova fresche,
Primizie di stagione,
Crostate e focaccine
Ed un bel polpettone.”

“Andrai dalla nonnina,
Che si rallegrerà.
E con queste delizie,
Ben presto guarirà.”

“Ma se attraversi i boschi,
Attenta sai, perché
Ci sono mille rischi
Nascosti lì per te.”

“Te lo prometto mamma,
Non dubitar di me!
Io seguirò il sentiero,
Pericolo non c’è.”

Un bacio sulle guance,
E lei s’incamminò.
E poi trotterellando,
Nel folto s’inoltrò.

Rincorse le farfalle,
Gustando fragoline.
Raccolse margherite
Per farne un mazzolino.

“Lo porterò alla nonna,
Che mi ringrazierà.
Non vedo più il sentiero,
Ma dove sono qua?”

Due brutti occhiacci neri,
Da dietro un grosso pino,
Spiavano nell’ombra
L’ignara fanciullina.

“Cosa fai qui nel bosco?”
Il lupo chiese a lei.
“Sto andando dalla nonna.
Ma dimmi, tu chi sei?”

Così quel furbacchione
Le venne più vicino.
E salutò gentile
Facendo un bell’inchino.

Si allontanò di corsa.
E proprio in quel momento,
Pensando allo spuntino
Correva più contento.

Raggiunse la casetta,
Aprì grande il portone,
E si mangiò la nonna
Con un solo boccone.

Poi, per metà satollo,
S’intrufolò nel letto.
Gli occhiali sopra il naso,
E in testa la cuffietta.

Ma era un vecchio lupo,
Avvolto nello scialle.
E sotto le lenzuola
Di mussola e percalle.

“Su,  aprimi nonnina!
Son qui dietro la porta.
Ho corso e ho camminato,
E sono stanca morta.”

“Oh cara nipotina,
Mia dolce Cappuccetto!
La porta è sempre aperta,
È tanto che ti aspetto.”

“Che occhioni e che nasone,
Che lunghe orecchie nere!
E poi, che mani grandi!
Nonnina, sono vere?”


Si avvicinò la bimba,
Vide la bocca enorme.
E quello fece un balzo
Sul corpicino inerme.

Mangiata Cappuccetto,
Con tutto il panierino,
Lui sprofondò nel letto
Per fare un sonnellino.

Il bravo cacciatore,
Tornando al focolare,
Passò dalla casetta
E si volle fermare.

Non c’era la vecchietta,
Non c’era la bambina.
Ma un lupo che russava
Per tutta la mattina.

“Ma guarda che furfante,
Ma che lupo birbone!”
E gli puntò il fucile
Dritto contro il pancione.

Un colpo di coltello
E uscì la nipotina.
Un altro colpo ancora,
E fuori la nonnina!

S’abbracciano felici,
Si scambiano bacetti.
E piangono di gioia,
La nonna e Cappuccetto.

E tutti fanno festa,
Tranne quel lupo morto.
Che resta lì stecchito
E con la pancia aperta.

             ***

Però che colpe aveva?
Quel povero bestione.
Era soltanto un altro
Che aveva troppa fame.

mercoledì 13 marzo 2013

Il Sudamerica dopo Chavez: nuovi equilibri e nuove perplessità

 
di Valentina Sechi
 

Il 5 marzo 2013, dopo una lunga malattia si è spento il Presidente venezuelano Chavez. La sua scomparsa è destinata a sancire uno spartiacque non solo nella storia del Paese ma anche dell’intero Sudamerica. Prima di passare in rassegna i possibili scenari è bene inquadrare le conseguenze della politica chavista per intuire il futuro leader e la linea che intende adottare.

appunti 2013

by guido monte

malaparte diceva che il sole è cieco, cronin che le stelle stanno a guardare...
kant del cielo stellato sopra di me, un altro di ridere e sorridere delle cose

mentre tutto svanisce, tanti pensano che l'apparenza possa salvarli

e mi ricordasti dell'unico motivo per cui consistiamo: guardare un fiore, accarezzare l'erba... è tutto, e non c'è altro

siamo finti, tanto è vero che ci stupiamo quando, nelle nostre giornate, qualcuno all'improvviso esclama qualcosa di vero

domenica 10 marzo 2013

Laggiù, di là del fiume

di Enzo Barone
 
Era un pezzo che dalla mia casa in collina non scendevo in piazza, tanto che quel giorno, quando mi ci misi al centro, sentì di essere sconsolatamente perduto in mezzo a tutto quello spazio smisurato e silenzioso.
Uno all’improvviso ruppe tutto quel silenzio e fece: - Per le colline, si per le colline- e un altro che passava si fermò e gli rispose: - Per monti, i monti idiota!- e un terzo trasognante: - ah le veglie febbrili, ah i sonni assennati …

domenica 3 marzo 2013

Tre fratelli contadini



di Raimondo Augello

Qualche tempo fa presentando il video musicale che rievoca i fatti drammatici di Pontelandolfo abbiamo avuto modo di raccontare per sommi capi la storia degli Stormy six, il gruppo milanese autore di una musica antagonista, e del suo percorso artistico ricco e travagliato. Quest’oggi presentiamo un altro brano degli Stormy six, anch’esso tratto da “L’unità” l’album che,  pubblicato nel 1972, suscitò parecchio scandalo ma anche una messe di consensi da parte della critica.

venerdì 1 marzo 2013

Come il sabato sera e la vodka fredda

Vassily Kandinsky  Fragment 2 for composition VII

di Blu Cielo

Guardati,
profumi di cioccolata
Immersa dentro quei pensieri che non appartengono alla normalità sociale
Il tuo universo è fermo in bilico tra due mondi che purtroppo non senti tuoi
Da che parte stai?
Sei la luce nell'oscurità più nera
Sei il vento che ogni nave aspetta
Sei un angelo arrivato senza un perché
Un angelo senza ali... Eppure sei qui
Niente ali niente piume eppure sei qui
Sei qui per uno scopo ben preciso
La tua pazienza non riesce a quietare il tuo dolore
L'eternità passata ad aspettare qualcosa che non arriva
Aspettare chi di promesse ne ha fatte fin troppe
Aspettare chi di dolore ne ha dato senza pensarci
Aspettare chi senza pietà ti ha respinta e rinnegata
Ma tu sei qui
Tu non ti arrabbi
Tu non ti arrendi
Tu non cedi
Perché?
Restare perché?
Restare per chi?
Il dolore nei tuoi occhi è indescrivibile quegli occhioni neri sembrano voler dir tutto
Eppure tu taci
Non consenti a nessuno di avvicinarsi al tuo cuore
La donna di ghiaccio
La donna che si ostina a credere alle favole nonostante la strega cattiva le abbia
Portato via tutto
Chi sei?
Vorrei solo riuscire ad alleviare le tue pene regalandoti un sorriso
Se solo potessi toccarti
GIURO saprei sfiorare la tua anima
MA tu lasciami entrare non aver paura