venerdì 28 dicembre 2012

nocturnes

by Giulia Greco

Three, Two, One, Liftoff

This is Ground Control 
to Major Tom
You've really made the grade

Si ce l’ho fatta, la macchina corre, scivola, scivola va via. Via da me. Le ore passano, scocca l’ora inesorabile, l’auto starnazza, si arena in un vicolo, non regge la curva, riparto in seconda. Sono sola, corro per la città, e la odio. Come se non l’avessi mai vista prima, e adesso, nella sua carnalità eccessiva, brunita di porto, e zibibbo, all’ora di cena, in taverna, e le facce, sempre le stesse, maccheroniche individualità banali, all’orlo della luce azzurra e rauca della notte che s’apre. Fuggo prima che inizia, le luci al neon mi trapassano il cranio. Stramazzo imbarazzata, imbarazzante ai visi sociali, che ridono, e che credevo diversi, ed anch’io mi credevo diversa, e ora non riesco a ridere, come voi, sull’orlo della notte.

martedì 25 dicembre 2012

chissà...

chissà se la verità non sia poi solo qualcosa di semplice, scabro, velocissimo: due parole, un volto, pochi segni che ricordino il nostro essere nulla, l'attenzione per le cose piccole, quelle che non vede nessuno...

domenica 23 dicembre 2012

"Tutto mio" (2012), di Nicola Spacca

Continuiamo il nostro percorso attraverso i quadri di Nicola Spacca, questa volta in una visione della "cristallizzazione" del tempo, nell'impossessamento materiale delle cose. Segue la scheda dell'autore.
(G.M.)
Il tema si incentra sul comportamento antropologico innato del “possedere”.
L'arte del possedere è un moto compulsivo, avvolto in una spirale verticale infinita , finalizzato meramente all'accumulo di cose. Privi del vaglio selettivo, razionale, costruttivo, gli oggetti differenziano gli individui in classi a livelli di reddito differenti e sulla quantità del possesso vi sono individui poveri e ricchi, ma anche popoli poveri e ricchi, persino Stati poveri e ricchi e paradossalmente ecco il dualismo di mondo povero e mondo ricco. Non più guerre religiose, etniche e etiche, ma future guerre di possessori di cose accumulate contro l'assalto di uomini con poco accumulo. Si estinguono i nullatenenti, si sbrana il pianeta, non più conflitti per vantaggi e svantaggi, si aggiunge l'inutilità nell'estetica della guerra.

Appunti su Carl Orff


di Francesca Saieva
photo di Maria Venere Licciardi

Nel tentativo di sintetizzare l’Opera di Carl Orff, l’espressione più congeniale che affiora alla mente è il τά  πάντα  νoύς, esplicativo di una concezione cosmo-teleologica. La re-mitizzazione nei suoi componimenti delinea un interesse archetipico nella lettura del cosmo. La classicità del mondo arcaico, nella tragedia attica (identità a se stante) viene tradotta in musica-parole-concetti, con atteggiamento ‘prometeico’, come intervento di τέκνη sull’arte. Facoltà umane, quest’ultime, in un processo di “rigenerazione cosmica”, a fondamento di una Weltschaung che si avvale del theatrum mundi, palcoscenico per un ritorno alle origini. Apocatastasi dunque, nella rielaborazione e concettualizzazione del tempo, della sua identità ciclica, nel ricongiungimento del ‘diverso’ all' ‘uguale’. Il teatro di Orff si mostra così nella sua estrema complessità.

dimenticato

by guido monte e vittorio cozzo

è un disperato
l'ultimo dei dimenticati
di un ospedale criminale,
un artista in disuso, e passerà
un altro inverno sotto le gocce
delle piogge acide, accanto a
fabbriche avvelenate, di periferia

è come l’animale tradito
di una canzone triste…
vede però ogni tanto una luce
tra il buio delle case

è un disperato,
ma spera ancora

pensare

by Giulia Greco
collage by Pippo Zimmardi

Quando ci si chiede quale sia il peso da dare alla parola “pensare” subentrano varie questioni apparentemente distanti tra loro, ma strettamente ed irrimediabilmente legate. In genere, ognuno dà valore differente a questa presunta attività che, banalizzandola, sembra rientrare in ogni manovra di vita quotidiana. In qualche modo è ciò che io stessa mi propongo di dire, ossia porre un qualche legame tra la vita e la riflessione sulla vita, tra il corpo e lo spirito, non intendendo con questi termini un effettivo dislivello tra i due ambiti, che quasi apparirebbe quale retaggio di un cartesianesimo ormai marcito, ma, al contrario, un’interpunzione netta, un reciproco implicarsi, un’essenza unica, sotto diversi aspetti.

mercoledì 19 dicembre 2012

auguri auguri

rivolgo i miei più cari auguri a tutti i collaboratori e lettori di palingenesi, con  miei versi in questo link dal sito della fondazione gramsci emiliana, scritti a proposito del nostro umano  lungo viaggio su questa terra:
il bambino nella valigia,
http://www.iger.org/2012/12/19/il-bambino-nella-valigia/
(g.m.)

domenica 16 dicembre 2012

Salice

di Antonino Campione

Salice
Di un'ormai temprata foresta
Salice
Che tra i pini si desta.
Soffia soffia, 
il vento imperversa
Cade la pioggia
Sulle tue umili vesta
Umili vesta che la natura ti ha
dato,
E tu chino ma fiero
hai accettato
...
E mentre parliamo
Il vento è passato,
Salice salice
Di un bosco incantato.

Piume e dardi

by Giulia Greco
collage di Pippo Zimmardi

La serenità con sé e col mondo è una questione di priorità. Tutto oscilla inavvertitamente tra piume lievi e dardi ciechi e pesanti. Dipende tutto da noi, dall’importanza che diamo ad ogni attimo di vita. Bisogna accettare che certe cose siano leggere e naturali, che non richiedano razionalizzazione, o pensieri ossessivi, o morbosi, prendere atto che certe cose vadano, e basta. Che ci sfiorino appena con malizia, e che vogliano soltanto essere dimenticate al più presto, che non vogliono preponderanza, che vorrebbero soltanto alzare un attimo la gonna, giusto per gradire, che non vogliono essere trasposte in territori stranieri ed inesplorati, che vogliono soltanto svanire nel sonno e negli anni.

sabato 15 dicembre 2012

Sahel, una tragedia dimenticata

di Valentina Sechi

Se lo sguardo del mondo è costantemente rivolto al fronte caldo del Medio Oriente, più a sud un altro dramma va in scena all’insaputa di molti: la grave crisi che ha travolto il Mali e che rischia di diffondersi negli altri Paesi del Sahel. Attualmente il Paese è diviso in due parti: la zona Nord, sotto il controllo di gruppi islamici radicali (alcuni dei quali legati ad Al Quaeda) come MNLA, Ansar al din, Mujao e AQM in lotta fra loro, e la zona sud, sede del governo di transizione guidato dal presidente ad interim Traorè. Prima di approfondire gli ultimi eventi relativi a quest’area ripercorriamo brevemente le vicissitudini che hanno portato i gruppi armati alla rivolta.

giovedì 13 dicembre 2012

Distanze

riflessioni by Giulia Greco

E’ un’infinita distanza quella che mi separa tra ciò che penso, ogni istante, e i quadretti che tento di abbozzare con frasi e parole. Probabilmente neanche in questa sorta di meta-discorso riesco davvero ad esprimere l’inquieta e disperata non-corrispondenza tra me e la carta. Per non parlare della freddezza agghiacciante di questa pagina “virtuale” che mi appresto a macchiare di letterine intermittenti e punti e virgola. Provo un sincero disagio, al quale segue una rabbia insoddisfatta e priva di direttive che possano in qualche modo essere costruttive. Il dislivello è più che altro tale da creare due – se non più- dimensioni assolutamente isolate e distinte.

lunedì 10 dicembre 2012

Il viaggio 'oltre': significati archetipici per gli uomini d'oggi*



di Francesca Saieva
photo by Maria Venere Licciardi

Camminiamo sulle orme di Ulisse ed Enea, gli eroi dei poeti Omero e Virgilio, nell’attraversamento della “soglia d’ombra”, nel tentativo di ‘disotterrare’ le radici del passato, pervenire a verità nascoste. Nella narrazione mitologica, erranza-identità-temporalità-memoria assumono caratteri universali, secondo una prospettiva non razionale del pensiero umano. Ciò del resto spiega l’interesse che da sempre il mito ha stimolato in ambito filosofico e socio-psicologico.  Mythos e logos, mito e pensiero, mediano, infatti, il bisogno di ‘affidarsi’ e la necessità di esprimere giudizi. Costituiscono “le due metà di uno stesso linguaggio”, in termini “di parola che racconta a quella che dimostra” (Grimal) il senso di un viaggio nell’altrove.

domenica 9 dicembre 2012

"La confessione", di Nicola Spacca





Continuiamo il nostro itinerarium con i quadri di Nicola Spacca sul tema del tempo: "La confessione" (2012). Questa volta scopriamo una parte "introspettiva" del tempo, legata alla sua sospensione (G.M.)

Alieno e terreno, universale, l'incontro degli esseri nudi come la confidenza intima che devono avere, perchè una racconta all'altra qualcosa di suo. Un luogo complice accoglie, come l'utero, queste figure umanoidi, i colori caldi e complementari scuriscono lo sfondo per un bisogno di tranquillità necessaria per la confessione. La sorgente illuminante è incerta, forse solare proveniente da un foro, forse da un imposta lasciata aperta. Sentiamo il silenzio rotto da bisbiglii impercettibili. Vorremmo sentire qualcosa di più, ma il segreto tra le due donne è stretto, la consegna, il patto di inviolabilità è mantenuto.

Il dono

di Francesco Scrima

 L’avrebbero fatto quella sera.
 Lui aveva detto così, e non c’era motivo per non credergli.
 Valentina gli aveva sempre creduto, fin dalla prima volta in cui si erano scambiati i numeri di cellulare, e lui le aveva detto che le avrebbe inviato un sms a mezzanotte. E lo aveva fatto. Luca lo aveva fatto davvero, e lei aveva tenuto il cellulare accanto a sé, a letto, contro il volere dei genitori, con la vibrazione inserita, solo per leggere quello che le avrebbe scritto. E, dopo, il suo cuore si era messo a battere come quella volta ch’era nato il suo fratellino, ma era diverso, lo sapeva ch’era diverso, anche se non sapeva bene in che senso lo fosse. E naturalmente gli aveva risposto subito, e poi non aveva dormito fino al mattino seguente, e a scuola era frastornata, ma vigile, perché sperava di vederlo all’uscita.

Respiro

di Salvo Balsano
disegno di Elena Belvedere

Straordinario. Immortale straordinarietà. È invisibile la morte agli occhi del supremo. Eppure sono lì, li vedo chiaramente: i vermi divoratori dell'anima consumano, affamati, la mia ombra delirante. Strapperò la maschera dal mio volto, alle fiamme lancerò questo spirito, questi spiriti, specchi, lacrime, urla, freddi sogni. Vuoto. Posso tornare a dormire, ad esistere: avvicinarmi ad un freddo giaciglio, rimirare la rosea nebbia del crepuscolo, addormentarmi con la ninna nanna, tanto amata, della mia mortale malattia: "E questa rosa che il gelo / del davanzale consuma, / e se ne perde il profumo / verso un inutile cielo" (Gesualdo Bufalino, Pro memoria). 
L'assurdo è infinito silenzio. Fragore del mare in tempesta, che riflette il tremante pallore della luna. Arido canto di cicale nel deserto assetato di vita. Buia pace di stelle nella solitudine del firmamento. Sul palmo delle morte mani custodire, inviolabile, il lento svanire della candida neve. Rimembro la mia fedele malinconia, gustando "l'amaro miele" di un esile respiro.  

sabato 8 dicembre 2012

ESPERIMENTO PSICOLOGICO

di Giulia Greco
collage by Pippo Zimmardi

Sono terrorizzata all’idea di acquietarmi in un sogno meschino. Mi destabilizza e mi opprime la consapevolezza che un giorno avrò realizzato un che di inamovibile e saldo. Ho ambizioni vaghe ed indistinte che m’affollano gli occhi, che s’accendono e si spengono con la stessa rapidità con cui il sole sorge e poi muore. Voglio viaggiare, ed amare, e cadere ancora e poi illudermi, e sperare, e deludere me e gli altri, per poi ricominciare. Il giorno in cui avrò detto “ è per sempre”, che la morte m’accolga con grida festose. I miei occhi non possono riposare su un fiore soltanto, ma hanno città e genti e mondi interi ancora d’abbracciare. Né il grande amore, né letto nuziale, né “casa”: il mio destino è la grandezza dispersa, la grandiosità afflitta: un tormento rumoroso.

mercoledì 5 dicembre 2012

Siria, dramma infinito

di Valentina Sechi
Il fronte mediorientale continua a essere caldo, anzi caldissimo. Non appena rientrata l’ennesima recrudescenza del conflitto israelo-palestinese il vento caldo della rivolta continua a soffiare inarrestabile sulla Siria dove il conflitto perdura da ben 18 mesi. Prima di procedere ad analizzare gli ultimi sviluppi ripercorriamo brevemente le vicende che hanno interessato il Paese. Gli scontri tra i ribelli siriani, che volevano spingere il Presidente Assad a varare riforme per la democratizzazione della Siria, e il Governo di Damasco hanno preso il via dalle manifestazioni di piazza, poiché sulla base di una legge del 1963 recentemente abrogata, queste erano proibite e dunque il regime ha risposto aprendo il fuoco sui civili ritenendo che volessero creare uno Stato islamico radicale come proverebbe la presenza nel Consiglio Nazionale siriano (SNC), autorità politica in esilio con sede a Istanbul istituita nel 2011,  dei Fratelli Musulmani e di altri gruppi legati ad Arabia Saudita e Al-Qaeda.

Ottobre - novembre

di Giulia Greco
collage by Pippo Zimmardi

20 ottobre 2012 
Camminavamo in branco come lupi o falchi braccando i ritardatari scintillii di malinconica quiete. Ripetendo e strafogando a larghe braccia la meschinità che c’apparteneva. Il demoniaco impiantato, la bontà bruciata lenta su dita arrugginite e l’odio cresceva, e saliva, e noi camminavamo, camminavamo in branco, per distruggervi. Fiera di mostri, tinte lievi o accecanti in gesti sconnessi, slegati dall’impegno primario della pace dei sensi. Veniamo ad attaccare e così attaccarci all’ultimo impegno ancora: il mio voto all’odio. Meschine parodie di cieche autoaffermazioni, riconoscetemi nel fango coi miei giorni stanchi ed innalzate una statua da far abbattere sull’ultima pietra rimasta dalla devastazione e dalla furia mia.

lunedì 3 dicembre 2012

storia di pino (storia di un senzatetto di palermo e dei suoi cani)

di guido monte

pino è vecchio, si muove lentamente,
ha una stampella.
dormiva sotto i ponti
tra topi,  munnizza e vento freddo
perché al dormitorio gli avevano detto
che i suoi due cani non ci potevano stare.
 i due cani lo guardano ancora negli occhi
dopo nove anni, e sanno aspettarlo
ogni volta fuori dal pronto soccorso
quando si sente male, e lo aspettano
e capiscono al volo che neanche quella volta
li avrebbe abbandonati.

se lo fermi ti chiede da fumare.
e ti dice che non capisce i preti
quando gli gridano che i suoi cani
non hanno l’anima, e che bisogna
pensare soltanto agli uomini…
ti dice che ama i suoi due cani e che
solo i suoi due cani lo amano davvero.
ti dice che al dormitorio per via dei cani
gli hanno sbattuto la porta in faccia
e lo lasceranno morire, ma lui
i suoi cani non li lascia al canile,
ormai sono la sua famiglia e basta.

un tizio gli aveva montato una tenda,
sotto il ponte, per non sentire il vento,
ma i vigili l’hanno messa sotto sequestro
e ora coi cani non ci può dormire più.
adesso dormono sotto i portici, al centro,
d’estate nelle panchine della champagneria,
pino ormai è quasi cieco,
i cani
sono restati i suoi soli occhi vivi.

domenica 2 dicembre 2012

“UN FUTURO MIGLIORE” (1994), di Nicola Spacca

Ecco la seconda opera del ciclo di quadri di Nicola Spacca sul filo del "tempo". Come mi ha spiegato l'autore, " ... lo scopo del percorso non è quello di pubblicare cronologicamente la produzione, ma di seguire una via che passa dall'introspezione alla materia e da essa all'impossibile". Segue la scheda critica sempre dell'autore. Buona visione!
(G.M.)
                                                                                   
Di santi lontani, venerati in terre assolate,/ e in special modo, dai confini di ogni contea/ d’Inghilterra, fino a Canterbury viaggiano/ in cerca del martire santo benedetto, pronto/ a dar loro aiuto quando erano malati.
(Geoffrey Chaucer,  da “Canterbury Tales” )
Cos’è quel suono alto nell’aria/ Mormorio di materna lamentazione/ Chi sono quelle orde incappucciate che sciamano/ Su pianure sconfinate, incespicando nella terra screpolata / Circondata dal piatto orizzonte soltanto/ Qual è la città sulle montagne/ Si spacca e si riforma e scoppia nell’aria viola/ Torri crollanti/ Gerusalemme Atene Alessandria/Vienna Londra /Irreale
(Thomas Stearns Eliot, da “La Terra Desolata “)
Nessuno pensi a me./ Pensiamo a tutta la terra, battendo/ dolcemente le nocche sulla tavola./ Io non voglio che il sangue/ torni ad inzuppare il pane, i legumi, la musica:/ ed io voglio che vengano con me/ la ragazza, il minatore, l’avvocato, il marinaio, il fabbricante di bambole/ e che escano a bere con me il vino più rosso./ Io qui non vengo a risolvere nulla.
(Pablo Neruda, da ”Ode alla pace”)

In arido terreno spunta, sempre all'improvviso, la pianta alta dai frutti succulenti. Turgido si erge sulla pianura della pena umana, è il faro dei morti ignari. Pone la scelta, è il bello e tutto quello che è perso per sempre. Sulla soglia dell'ultimo gradino della vita, si impastano le unicità umane. I giusti, e gl'ingiusti scendono in ordine, silenziosi, privi del volto perchè ormai inutile specchio dell'anima.
Tanto solenne ed importante l'estremo momento per chi resta, è, invece, in assoluto l'insignificante escremento dell'universo. L'ultimo atto è l'abbandono, la deiezione e l'allontanamento dalla bellezza simmetrica con il divino, dal mondo speculare, attrattivo del Dio creatore. Il catabolismo umano o il nuovo piccolo bel nato, qual è a Sua immagine?
Il brutto è impensabile, nascosto, fuggitivo, sotterrato con abiti puri.
Predestinati, ci obliamo, vendiamo il futuro, rimandiamo, non siamo più. I colori della vita ci sono tutti, il cielo è il solito dell'imbrunire.
Dipartire è un triste lasciare la male considerata monotonia. Occhi chiusi per sempre e la vita cambia stato. D'improvviso fermati, tocca a chi sopravvive il compito effimero della ricerca del futuro migliore.
Nicola Spacca