Continuiamo il nostro itinerarium con i quadri di Nicola Spacca sul tema del tempo: "La confessione" (2012). Questa volta scopriamo una parte "introspettiva" del tempo, legata alla sua sospensione (G.M.)
Alieno e terreno, universale, l'incontro degli esseri nudi come la confidenza intima che devono avere, perchè una racconta all'altra qualcosa di suo. Un luogo complice accoglie, come l'utero, queste figure umanoidi, i colori caldi e complementari scuriscono lo sfondo per un bisogno di tranquillità necessaria per la confessione. La sorgente illuminante è incerta, forse solare proveniente da un foro, forse da un imposta lasciata aperta. Sentiamo il silenzio rotto da bisbiglii impercettibili. Vorremmo sentire qualcosa di più, ma il segreto tra le due donne è stretto, la consegna, il patto di inviolabilità è mantenuto. Nessuno tradimento, qualunque cosa sia. La fascia illuminata nel pavimento non ci informa sulla natura del materiale che lo costituisce. Quindi, per un segreto intimissimo, occorre un luogo intimo e non individuabile. Tutto ciò è nel nostro mondo e potremmo alla fine riconoscere i luoghi, ma sarà troppo tardi, le due femmine umanoidi saranno già andate via, ognuno per la propria strada, non riconoscibili, mescolate agli altri, rivestite di stoffe policrome, simili a tutti.
Per quel momento solamente le due fanno la differenza con la corsa frenetica della società moderna, rilassate, lente come le vedove dei paesi che non danno più alcuna importanza al tempo e rallentano tutte le azioni.
Nicola Spacca
Mi ricorda un pò De Chirico..
RispondiEliminaper completare la mia intro al quadro, direi che mi sembra proprio "museale", e molto "thoughtful"...
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