di Salvo Balsano
disegno di Elena Belvedere
Straordinario. Immortale straordinarietà. È invisibile la morte agli occhi del supremo. Eppure sono lì, li vedo chiaramente: i vermi divoratori dell'anima consumano, affamati, la mia ombra delirante. Strapperò la maschera dal mio volto, alle fiamme lancerò questo spirito, questi spiriti, specchi, lacrime, urla, freddi sogni. Vuoto. Posso tornare a dormire, ad esistere: avvicinarmi ad un freddo giaciglio, rimirare la rosea nebbia del crepuscolo, addormentarmi con la ninna nanna, tanto amata, della mia mortale malattia: "E questa rosa che il gelo / del davanzale consuma, / e se ne perde il profumo / verso un inutile cielo" (Gesualdo Bufalino, Pro memoria).
disegno di Elena Belvedere
Straordinario. Immortale straordinarietà. È invisibile la morte agli occhi del supremo. Eppure sono lì, li vedo chiaramente: i vermi divoratori dell'anima consumano, affamati, la mia ombra delirante. Strapperò la maschera dal mio volto, alle fiamme lancerò questo spirito, questi spiriti, specchi, lacrime, urla, freddi sogni. Vuoto. Posso tornare a dormire, ad esistere: avvicinarmi ad un freddo giaciglio, rimirare la rosea nebbia del crepuscolo, addormentarmi con la ninna nanna, tanto amata, della mia mortale malattia: "E questa rosa che il gelo / del davanzale consuma, / e se ne perde il profumo / verso un inutile cielo" (Gesualdo Bufalino, Pro memoria).
L'assurdo è infinito silenzio. Fragore del mare in tempesta, che riflette il tremante pallore della luna. Arido canto di cicale nel deserto assetato di vita. Buia pace di stelle nella solitudine del firmamento. Sul palmo delle morte mani custodire, inviolabile, il lento svanire della candida neve. Rimembro la mia fedele malinconia, gustando "l'amaro miele" di un esile respiro.
"... così la neve al sol si disigilla..."
RispondiElimina(paradiso, xxxiii)