venerdì 25 febbraio 2011

Lentezza


di Francesca Saieva

picture by Aurora Palillo.
..
Mi viene in mente il testo “Lentezza”, quando a un certo punto Piero Pelù canta “su un guscio di noce che è la tua fragilità lo puoi capire fallo senza fretta e prenditi il tempo perché la tua lentezza è l’equilibrio per restare in piedi”. Un gioco temporale quindi per noi, continua Pelù, “animali strani con abiti normali”.
. .Chissà che Pelù non abbia letto Tutta una vita della Jesenská! A vent’anni un libro del genere o si legge d’un fiato o si abbandona alla prima pagina … L’apparire della vita… mentre non accadeva niente e invece accadevano tante cose… (Jesenská). Gli anni sono trascorsi e mi piace ancora; sarà anche per il senso d’attesa di ogni sua parola, dietro la narrazione storica.

giovedì 24 febbraio 2011

Nero

di Daniela Palumbo

Arriva,
sentilo.
Con grandi occhi
bianche pupille
con labbra gonfie
di sangue mercenario
le nere labbra
mezze nascoste da lunghe braccia tese.
Imbastardite dal francese.

lunedì 21 febbraio 2011

L'89 del Maghreb

di Enzo Barone
Premetto che l'idea che suggerisce il titolo mi era balenata appena pochi giorni dopo i fatti di Tunisia ed Egitto. Prima che se ne parlasse così tanto sui mass media.
E certamente nessun giornalista avveduto poteva in seguito sottrarsi ad una analisi, benchè sommaria, che andasse in questa direzione. La forza travolgente, inarrestabile come di valanga; la concatenazione tra le rivolte dei vari paesi per effetto domino e soprattutto l'incredulità degli osservatori esterni davanti alla facilità con cui  sembrano sgretolarsi regimi atavici e secolari di tirannia sono argomenti sovrabbondanti per permettere di fare un parallelo che regga il paragone.
Diversi sono naturalmente i contesti, diverse le condizioni politiche e sociali. Ma il riferimento regge.
L'analisi meriterebbe uno spazio e una serietà nell'approfondimento che per il momento esula dalle intenzioni di questo intervento.

L'UOMO CHE PAGA

Tratto dal blog "Penultima ora" per gentile concessione di Roberto Alajmo
(Dall'Unità)

Peccato per le ragazze, peccato per l’utilizzatore finale, peccato per gli intermediari a vario titolo: ma dai risvolti dell’inchiesta cosiddetta RubyGate emerge una sola, vera, colossale figura letteraria.
Il ragionier Spinelli. Colui che gestiva il conto da cui uscivano le cifre destinate al mantenimento dell’harem.
Ragionier Giuseppe Spinelli: l’uomo incaricato di fare da collettore delle esigenze delle ragazze e farle presente al Principale. Già dalle intercettazioni emergono tratti caratteriali interessanti, come la capacità di ascoltare e rassicurare (“Lo vedrò lunedì…”). Ma bisogna sforzarsi di immaginare la persona - Presidente della società editrice del Foglio, fra l’altro - che doveva smazzare decine e decine di telefonate, richieste che andavano dalla parcella del dentista fino all’affitto di casa, inoltrandole a chi di dovere. Se poi il Principale riteneva, il ragionier Spinelli predisponeva i pagamenti relativi, in contanti e busta chiusa.

sabato 19 febbraio 2011

"L'inquilino"

estratti dal romanzo di Daniela Palumbo
pagg. 41-42

Ci ritroviamo su queste vecchie poltroncine di paglia, io e lui. A parlare, o a respirare in silenzio, fuori in balcone, come due anziani su di una panchina.
Sono passate le cinque e io ho dimenticato tutte le mie commissioni. O forse le ho volutamente ignorate.
Giù in strada, e poi subito dopo sul marciapiede, il dottor Vizzini, medico di famiglia fino a dieci anni fa, fino a quando non decise di arrendersi alla pensione. Visibilmente invecchiato, tranne che nel portamento, riconoscibile soprattutto per il suo consueto modo di attraversare: senza rallentare il passo né guardarsi attorno, quasi con aria di sfida. E con il sacchetto del pane saldamente tenuto tra due dita.

venerdì 18 febbraio 2011

Aneddota 1

di Enzo Barone
La mamma alla figlia:
"Proprio quello, ma lo hai visto com'è? Come hai fatto a metterti giusto con quello là ? Cosa ci avrai visto, mi dico io ?"
"Fai una cosa mamma: prenditi i miei occhi e mettili al posto dei tuoi,
 così finalmente vedrai cosa ci vedo io in quello là !"


Si ringrazia mia madre Margherita per il bell'aneddoto raccontatomi

giovedì 17 febbraio 2011

Una "normale" storia palermitana


di Guido Monte


a Nourredine Adnane

Nourredine Adnane è un giovane marocchino, lo chiamano Franco, vendeva giocattoli in una bancarella in via Basile, era un ambulante con regolare licenza.
Qualche giorno fa i vigili lo fermano: la licenza non va bene (non si può sostare per più di un'ora nello stesso posto), i giocattoli sono sequestrati, la sua vita finita.
Li supplica per pietà di riavere i giocattoli e le altre piccole cose che vendeva, non mi rovinate vi prego, ma è tutto inutile, la merce è sequestrata, prego circolare.

Nourredine rimane solo, è disperato, gli resta ancora però una piccola tanica di benzina… si riempie di liquido, nessuno lo ferma o nessuno se ne accorge, ormai si è dato fuoco.

Ora Nourredine è in fin di vita in un letto di malattia, all'Ospedale Civico, forse morirà, e comunque soffre atrocemente, e se sopravvive resterà gravemente sfigurato.

I suoi giocattoli sono muti e riposano senza vita, nell'enorme magazzino semibuio della merce che i vigili raccolgono ogni giorno, per far rispettare le sacrosante normative comunali.
.
Purtroppo si tratta di un fatto realmente accaduto.

martedì 15 febbraio 2011

Nella tua stanza

di Daniela Palumbo


Ho lasciato nella tua stanza
l'odore acre delle candele spente.
E a te il sollievo
della luce elettrica che torna
finalmente.

lunedì 14 febbraio 2011

A Francesco

             
di Salvo Barone 

 E' già un piccolo uomo
mentre incede armonioso ed elegante
nell'azzurro della divisa da calciatore acerbo,
quando ascolta serio le parole dell'allenatore
e poi raggiante percorre il grande spazio.
Ora corre e si piega per il difficile respiro
ma non si arrende
ed eccolo inseguire la palla impazzita
nel caos della vociante marmaglia.
Tira ed incrocia la sua tra cento gambe
con la felice malinconia della tenera età
e come un aquilotto allo spiccare del volo
volge gli occhi al primordiale nido,
così lancia lo sguardo oltre il bordo del campo,
cercando un rassicurante assenso
negli occhi lucidi di chi guarda
e osserva il suo pulcino lanciarsi verso la vita

domenica 13 febbraio 2011

Mr. Care e Mr. Dream (incompiuto)


di Vittorio Cozzo e Guido Monte

(collage di Pippo Zimmardi)

 
"... He looked again, and found it was
A letter from his wife"
(Lewis Carroll)


 
Mr. Care è, come si poteva immaginare, l' esatto opposto di Mr.Dream. Essendo una persona alla quale non si può dire che sia del tutto all' oscuro di qualcosa, almeno due o tre volte al mese Mr. Care assicura Mr. Dream di esserne già stato informato, e che questo ha una sua relativa importanza.
Quando Mr. Dream gli dice di essere particolarmente giù di corda, lui replica sempre allo stesso modo: "Non dimentichiamo mai che la lotta continua fino alla fine di tutto!" Ha incominciato a ripetere questa frase dal primo giorno in cui lo ha conosciuto.
Se Mr. Dream, eterno fannullone, ancora non ha preso moglie, in effetti talvolta Mr. Care esce dalla stanza dell' ufficio ricordando i bei tempi da scapolo, in cui tutto sembrava diverso; dagli occhi spunta una lacrima e pensa: ogni tanto fa bene! Mr. Care ha buona estrazione sociale, buona conoscenza della vita e cospicue possibilità finanziarie, che naturalmente non ha mai tenuto in alcun conto.

giovedì 10 febbraio 2011

Epigramma per un bimbo appena nato

di Enzo Barone
a Francesco Maria


Ti sia data vita lunga
e dolce più del miele
e colma di pienezza, luce, di ogni grazia
tenera fiaccola accesa questa notte.
Ti esenti però il cielo
dal fato del granturco:
svettano dritti i suoi steli a giugno
bruciati da inestinguibile solitudine
dell’essere ancora vivi,
nei nudi campi già mietuti.

30 agosto 2002 

mercoledì 9 febbraio 2011

mezzocielo: un ponte di "lotta"


di Francesca Saieva

L’azione senza discorso non sarebbe più azione perché non avrebbe più un attore, e l’attore, colui che compie gli atti, è possibile solo se nello stesso tempo sa pronunciare delle parole
(Hannah Arendt, Vita activa, Bompiani 2004)

A distanza di circa vent’anni dalla pubblicazione del primo numero della rivista di politica, cultura e ambiente “mezzocielo”, alcune donne fanno il punto della situazione. Nel bilancio, la lotta femminista tra obiettivi raggiunti e alte barriere socio-culturali di una società disattenta al disagio e ai suoi ‘particolarismi’, al disordine etico che invalida sempre più il concetto di persona.
Sono le voci di donne che da decenni militano nel sociale, facendo della politica e della cultura i loro strumenti per il cambiamento. Sono questi i toni e gli umori delle fondatrici di “mezzocielo” che ieri, 8 febbraio 2011, hanno ricordato il ventennio della rivista.

venerdì 4 febbraio 2011

Di lei

di Daniela Palumbo

a P.

Non una traccia di lei
in quella casa
all'apparenza normale.

Tranne forse nella stanza
in meno
al di là del muro ridipinto bianco,
da tempo ceduta alla famiglia accanto.

giovedì 3 febbraio 2011

"3 agosto 2010", di Clelia Piscopo


3 agosto 2010

di Clelia Piscopo
(foto di Silvia Spacca)

Non mancare respiro, non abbandonare il tuo figlio
Non fermare un cuore tra altri cento
Non lasciare che l’ultimo petalo di un giglio
Voli via abbandonandosi al vento

Non permettere che un ricordo fiorente
Si alimenti con le lacrime di un pianto
Che porta con sè nella mente
Solo la morte con il suo nero manto

Hai donato vita, hai donato gioia,
ed ora, o crudele, accecato dal vanto
lasci indifferente che il tuo figlio muoia

martedì 1 febbraio 2011

Il Catalogo

di Enzo Barone
Terza parte

Al secondo anno di lavoro gli venne dato un incarico di prestigio. Doveva recarsi in un paesetto di montagna, impreziosito da un raccolto e suggestivo centro storico di origine medioevale, tra i pochi in zona risparmiato dalle brutture del progresso. In un mesetto o poco più doveva redigere il catalogo degli oggetti d’arte di due chiese e di un piccolo eremo francescano ormai quasi vuoto. Il diversivo rispetto alla solita vita d’ufficio lo stimolava, ma quello che c’era da fare lo eccitava ancora di più. Si mise all’opera con sollecitudine.
“Numero due patene in argento cesellato della fine del XVI sec in buono stato di conservazione…acquasantiera mutila, decorata con grottesche a marmi mischi del XVII sec. inizi XVIII, parzialmente leggibili, necessita di restauro…numero cinque tele molto logore con brani di supporto pittorico a vista in più parti, si presume con soggetti sacri sec XVI…testa di puttino in marmo del sec XVI, ben conservata, di scuola gaginesca..”  

Un po' di urbanistica palermitana del Cinquecento

PALERMO: interventi urbanistici del XVI secolodi Silvana Badami
1508
L’inizio della storia urbanistica della Palermo moderna per molti viene legato alla realizzazione del crocevia Discesa dei Giudici – via Lattarini, voluta dal viceré Raimondo de Cardona, per portare a conclusione, secondo una logica degli interventi quattrocenteschi, l’opera di abbellimento del palazzo di Città “Pretorio” iniziato dal pretore Pietro Speciale nella 2° metà del XV sec.
L’incrocio tra le due strade, di notevole larghezza per quei tempi, è stato distrutto dall’apertura della via Roma.
Secondo alcuni, la motivazione del crocevia è di tipo simbolico: si voleva riconsacrare in senso cristiano la zona che era stata il quartiere degli Ebrei da poco espulsi.
Secondo altri la motivazione è di tipo economico visto il traffico dei mercanti e di cittadini che si recavano al mercato Lattarini.