venerdì 24 giugno 2011

come in un sogno (vergil, dante, blake)

blending by guido monte


svapna sthāna, as if a dream
(vergil aen. VI, 893-898; dante inf. XXXIV, 139; blake thel, thel’s motto)

like a reflection in a glass,
like shadows in the water like dreams of infants
like a smile upon an infant’s face
sunt geminae Somni portae
quarum altera fertur cornea
quae veris facilis datur exitus umbris
altera candenti
perfecta nitens elephanto
sed falsa ad caelum mittunt
insomnia Manes...
his ubi tum natum Anchises
unaque Sibyllam prosequitur dictis
portaque emittit eburna

two are the ways to Dream;
the horny door lets real shades easily go out
and, through the bright ivory leaf,
Manes send lying dreams to the world…
Still talking, Anchises to the latter leads
his son, Sibyl, and lets them pass.


thereby we went out to see the stars
e quindi uscimmo a riveder le stelle





giovedì 23 giugno 2011

Le Banche dichiarano guerra al denaro contante: cerchiamo di capirne di più



di Massimo Costa*
*(docente di Economia Aziendale presso la Facoltà di Economia e Commercio dell'Università degli Studi di Palermo)

Leggo su La Repubblica del 20 giugno scorso un bell'articolo sul No Cash Day: un'iniziativa promozionale nella quale tutti gli aderenti cercano di usare, almeno per un giorno, strumenti di pagamento elettronico (carte di credito, di debito, bancomat) e di non usare il portafoglio con banconote e monetine.
L'articolo, giustamente, evidenzia tutti i limiti del buon vecchio denaro circolante. In sintesi:
- è costoso, anche se nessuno parla del costo della tenuta dei conti correnti bancari;
- è poco pratico,
- è a rischio di essere smarrito o derubato;
- è sporco (non nel senso morale, ma perché sarebbe portatore di terribili batteri, di cocaina, etc...);
- favorisce l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco (questa volta nel senso morale);
- e soprattutto è antiquato.

I falsi indignati, le forchette ro...sse, fanno le prime ammissioni.



di Fonso Genchi

E' passata solo qualche settimana dalla nostra denuncia (del 5 giugno) sulla poco chiara operazione "Forchette rotte/sse" ed iniziano ad esserci le prime novità e le prime ammissioni.
Innanzitutto c'è da dire che non eravamo stati i soli ad accorgerci delle dichiarazioni di Davide Faraone su "La Repubblica" dello scorso 3 giugno ed a fare uno più uno. Marcello Capetta, di "Muovi Palermo", ci aveva aperto gli occhi con un post su facebook. Ma anche Rosalio, il giorno dopo il nostro articolo, aveva avanzato questa ipotesi (Davide Faraone dietro la "trovata"), in forza del fatto che la grafica delle cartoline delle Forchette era simile a quella dello "Strappo", campagna e blog di Davide Faraone. Il 13 giugno avevamo pubblicato il nostro articolo, leggermente modificato nella parte finale anche in seguito all'annunciata adunata delle Forchette, sul Grillo di Palermo.
Ma già il 3 giugno il settimanale Centonove sosteneva che l'idea era "unʼarma straordinaria per ottenere (e vincere) le primarie per la sindacatura di Palermo" (si parlava, ovviamente, di Faraone); Centonove smascherava anche "Mauro", la voce delle Forchette, troppo simile a quella dell'esperto della comunicazione di Davide Faraone, Simone Di Stefano.

venerdì 17 giugno 2011

pensieri sull'Ade

commento ai versi “insegnare” di Guido Monte
di Francesca Saieva
Sfuggente miraggio nel tempo e nello spazio, la memoria trova identità fuori da me stesso, perchè in interiore “nomine” habitat veritas.
Nella gratitudine di colui che "volò per un nuovo cammino", attraverso porte del sonno, interrogo la notte/veglia: "chi è quell'uomo?", le sue fauci rispondono "è quello che è", proiezione/tensione di un sogno, enigma decifrato di una realtà trasfigurata.
Responsi su foglie da troppo tempo autunnali, e una voce di donna, che dischiude l'eterna tenebra. I fati cosa diranno questa volta? E tu cosa chiederai? è forse dunque tutta una bugia?
Ho visto un ramo. L'ho chiamato essere umano. Ramo tra i rami, lamina d'oro, "occhio delle stelle", baleno nell'infranta promessa, spina nel mio fianco.
Una grande porta apriva strade dimenticate. Rivoli di una pozzanghera sugli anfratti sotterranei. Anime assetate vedo migrare nella pianura del Lete, nell'"orfico oblio", nel superamento dell'inganno. Chi e cosa guiderà il cammino? una rinascita annunciata... "lamelle", dono-guida per raggiungere le "sacre praterie" sfuggenti al palmo di Ade...
Un pianto salvifico irrora la nuda terra. Oltre il silenzio: noi, soffi accennati di un assopito dolore. Ineluttabilità del destino. Anime interrate, memorie affiorano...
Quale la colpa? di chi l'offesa? Fiori malati questi miei occhi, queste mie labbra, questo mio corpo. Vivono di riflessi dentro uno specchio.
Immagini distorte si sovrappongono, sbiaditi occhi s'interrogano. Maledetti siano gli specchi? Bisogna che io corra sul muro… ma non è ancora la fine,
fiamma ardente guida il cammino: nuove le identiche forme.

insegnare



by guido monte


volare through a different way
e tutto il tempo è dentro di me
e quasi mi si strappano le radici
che congelano la paura
nel sangue ancestrale.
ma ora il caldo è forte,
attingo al fiume
e non ricordo più nulla.
tohu wabohu
deserto vuoto
di nuda terra;
ma ancora voglio
insegnarvi il respiro,
farvi sentire il soffio
delle anime interrate...
seme perduto
di tempi dimenticati, e
solo i gemiti
per riconoscerci
tra vivi e morti
tra esseri gemelli
anche se di età
troppo lontane







giovedì 9 giugno 2011

babbeln (altro blending: vergil+me)


by guido monte

il puer novus di virgilio
e la mia voce incerta... "babae, babae!"
diceva trimalchione; ma ora viene l'ultimo tempo,
ritornano i Saturnia regna
(einu sinni enn sólin skín, afturkoma),
l'ultima era, se il sole sorgerà ancora
(et la lumière luit dans the darkness)
e rivedremo il child now coming into the world -
(the light shines over the darkness again)
l'hederas passim con colocasia e acanto,
le caprette con il petto gonfio di latte
(khob, no ké resid bé bâzâr kohné shavad delâzâr)

doni:
clinging ivy, helicrysum,
lotus and smiling acanthus…
turgid milky dugs
the goats bring back to the fold
and no feared
the big lions are to be any more
(when the new is in, the old is out)

la luz, no pueden sofocarla
the snake disappears and
no reason for existence has
the deceitful poisonous grass.
the light, indeed, that can’t be off

«róba, pródajeteli?» «né,dósta».
when the time has made you a man,
the helmsman, withdrawn from the sea
his pinewood ship,
leaves the trade routes,
each land capable to produce
the necessities by itself
(“do you sell goods?”
“no, that’s enough!”)

le parche invitano questo tempo
ad affrettarsi (dixerunt saeculo: mahlip)
speed up these times
whispered the parcae,
in step with the will of fate
(the new age was asked a change)
iau, atti, attunu, mamma, mala bašû
and now look at the world,
the earth, the sea, the deep sky,
everything relieved by the newborn time
(everybody, everything, you... i...
all that exists)

Glaucopide


di Enzo Barone

Il silenzio
era lo spartito necessario
della tua essenza di donna,
ma credi era falso
l’amico che diceva, stilnovista,
il sole oscurarsi alla tua vista.

A mille miglia da allora
rovisto nell’astrazione
nella quale soltanto
dovresti manifestarti
alle umane fatiche
o Glaucopide,
rovisto
tra le parole amiche
che non voglio presto spetalite
o che divengano rari papaveri di campo,
rovisto tra
parole che non so
se mai furono carne della mia.

Siano sostanziali a questi etiliche idiozie
verdi, soavi, precarie sere equinoziali
irredente d’una antichissima passione
in quest’aria che si è fatta incanto
nel mistero delle zagare,
tra braccia tragiche di ulivi saraceni.

Davvero ecco che in quest’istante
potrei attendermi
che da un attimo all’altro
venga strappata,
Glaucopide,
o rapita in un unico segno
nel cielo metafisico degli inquitanti contemplatori.

Anche l’indifferenza di sparviero,
ineffabile nel volo,
traccia nel cielo
rotte già solcate
da anatre migranti
al tepore.

domenica 5 giugno 2011

Veri e falsi indignati


di Fonso Genchi

Già da qualche tempo una parte di Sicilia, quella parte più attenta, si è indignata.

Da qualche annetto alcuni siciliani si aggregano al di fuori dei partiti tradizionali - perché in essi non credono più - in movimenti e liste civiche (con le stelle e senza stelle). Dall'anno scorso alcuni siciliani indignati per come viene disatteso e travisato lo Statuto di Autonomia della nostra regione sono scesi già due volte, numerosi, in piazza con le bandiere siciliane come non si vedeva da tempo quasi immemorabile. Da pochi giorni altri giovani siciliani, assieme ad alcuni spagnoli, bivaccano a piazza Verdi quasi ogni sera esponendo cartelli con la scritta "Democracia Real, Ya", "Los Indignados - Gli schifiati".

Ma di tutti questi siciliani, che sono migliaia e migliaia, i media non si accorgono; le loro manifestazioni non trovano spazio alcuno su giornali e televisioni (e, a volte, neppure in alcuni giornali online).

giovedì 2 giugno 2011

giardinaggio politico per il vento che cambia


di Francesca Saieva
(photo by Francesca Saieva)

Sempre difficile scegliere oggi tra i temi all'ordine del giorno, specialmente poi se il momento storico è intenso, fervido come quello che stiamo vivendo, mentre il vento continua a soffiare anche in questo fine-primavera in attesa dei suoi frutti. Perché si sa che quando cambia il vento c’è sempre del nuovo in arrivo… (d’altronde se non fosse cambiato il vento in casa Banks non sarebbe arrivata Mary Poppins!)

Questa volta a Milano è arrivato Pisapia e a Napoli De Magistris. Certo è difficile riscontrare nei neo-sindaci una qualche lontanissima somiglianza con la tata disneyana più famosa del mondo, ma il loro arrivo è la risposta a un’emergenza, al richiamo delle piazze italiane, al grido di chi non rimane indifferente perché sa bene che "dai diamanti non nasce niente”.