venerdì 17 giugno 2011

pensieri sull'Ade

commento ai versi “insegnare” di Guido Monte
di Francesca Saieva
Sfuggente miraggio nel tempo e nello spazio, la memoria trova identità fuori da me stesso, perchè in interiore “nomine” habitat veritas.
Nella gratitudine di colui che "volò per un nuovo cammino", attraverso porte del sonno, interrogo la notte/veglia: "chi è quell'uomo?", le sue fauci rispondono "è quello che è", proiezione/tensione di un sogno, enigma decifrato di una realtà trasfigurata.
Responsi su foglie da troppo tempo autunnali, e una voce di donna, che dischiude l'eterna tenebra. I fati cosa diranno questa volta? E tu cosa chiederai? è forse dunque tutta una bugia?
Ho visto un ramo. L'ho chiamato essere umano. Ramo tra i rami, lamina d'oro, "occhio delle stelle", baleno nell'infranta promessa, spina nel mio fianco.
Una grande porta apriva strade dimenticate. Rivoli di una pozzanghera sugli anfratti sotterranei. Anime assetate vedo migrare nella pianura del Lete, nell'"orfico oblio", nel superamento dell'inganno. Chi e cosa guiderà il cammino? una rinascita annunciata... "lamelle", dono-guida per raggiungere le "sacre praterie" sfuggenti al palmo di Ade...
Un pianto salvifico irrora la nuda terra. Oltre il silenzio: noi, soffi accennati di un assopito dolore. Ineluttabilità del destino. Anime interrate, memorie affiorano...
Quale la colpa? di chi l'offesa? Fiori malati questi miei occhi, queste mie labbra, questo mio corpo. Vivono di riflessi dentro uno specchio.
Immagini distorte si sovrappongono, sbiaditi occhi s'interrogano. Maledetti siano gli specchi? Bisogna che io corra sul muro… ma non è ancora la fine,
fiamma ardente guida il cammino: nuove le identiche forme.

Nessun commento:

Posta un commento

Questo blog consente a chiunque di lasciare commenti. Si invitano però gli autori a lasciare commenti firmati.
Grazie