giovedì 29 novembre 2012

L’ alchimia della scrittura. Incrociando Pennac, Calvino e Perriera

di Rosario Ales
 
L’ incipit di Daniel  Pennac nel testo  “ Come un romanzo “ ( Feltrinelli, ed.2010 ) recita “ il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo “amare”…..il verbo ‘sognare”.   Due righe che presuppongono un fondamento implicito nel prosieguo del discorso; è inutile che noi genitori e/o insegnanti, per liberare i nostri figli dal dominio della televisione, di internet o da prodotti immaginifici preconfezionati con sottofondi musicali, propiniamo, svilendo l’interesse, la lettura di un libro in modo arido, asettico, come se si trattasse di una prescrizione, chiedendo il rispetto, in scadenza del tempo di  lettura.

Diario

di Giulia Greco
3 ottobre 2012
Fumo una sigaretta. La sirena stonata intona il mio canto notturno. Pensavo alle tue mani. Due mani si intrecciano in un solo tremore. M’entusiasma l’alba inconsistente di vapori. Il fumo ondeggia lento verso le stelle. La sigaretta si spegne, ma la strada si accende di luci incendiarie. I miei occhi cercano i tuoi per trovare riposo. La necessità mi preme incalzante col suo tamburellare lento. Le corde spezzate inneggiano un requiem per i miei sogni più arditi. Ardente è il battito delle mie ore. T’aspetto. Non dormo. Aspetto. La notte è fonda, i segnali spasmodici di lampioni spenti in un vicolo buio. Il buio sui miei occhi. Costellazioni di parole sbagliate, il suo sgattaiolare in sotterfugi di senso. Ho perso il senso del mio slancio. Cado.

mercoledì 28 novembre 2012

Die geschnittene Zunge

by Silvia Dello Russo

c'era un uomo sul pontile
era strano
non parlava
ma parlava
anzi
gridava

stava seduto placido
come se in lui albergasse...
lui.

aveva una giacca marrone
e i capelli grigi gli scendevano sulle spalle
aspettava quell uomo
o forse semplicemente stava

gli passavo davanti
mentre la mano frenetica di mia madre
mi trascinava
nelle sue mille ansie

eppure lui
ogni giorno
era li
bello
silenzioso
tranquillo come tutto l'oceano
quando dorme

io lo guardavo
rapita
e su di lui fantasticavo
al punto da pensar cha aspettasse me.

una volta mia madre mi vide guardarlo rapita
e inorridita mi disse
non devi guardarlo
quello è l uomo dalla lingua tagliata

proprio in quel momento
lui
l uomo dalla lingua tagliata
apri la bocca
e srotolò una lunghissima lingua
che come un tappeto regale giunse fino a me.

io lasciai la mano frettolosa e distratta di mia madre
e mi incamminai su quel tappeto
fino ad entrare nel suo castello
dentro di lui.

visitai ogni stanza
le torri degli occhi
le segrete del cuore
le carceri delle viscere
visitai i suoi pensieri
il suo sesso
e scivolai sulla sua anima

poi d un tratto lo strattone forte di mia madre
mi trascinò via

intanto quell'uomo
io lo avevo conosciuto
ma mai più lo rividi

oggi ho quasi quarant'anni
eppur lo cerco ancora quell uomo
ogni volta che ritorno sul pontile
mi fermo
aspetto
bella
silenziosa
placida

e ogni volta un  bambino
passando appeso a una mano adulta  
mi guarda rapito
io piccola donna dalla lingua tagliata.

lunedì 26 novembre 2012

Frammenti n.7

di Francesca Saieva
photo by Maria Venere Licciardi

Passerà anche questa stazione (De Andrè) e i solchi del tempo segneranno il viso. Tra raggi di alta luce, che da sé è vera (Dante) e dentro il suono della tua voce. Grande è la Terra umida sulla polvere di morte (Dostoevskij); i suoi frutti non ancora maturi, ma verdi gli spazi del tuo respiro. Come immagine divina, l'Uno (Battiato). E nuove le parole per antiche emozioni, mentre vaghi nel giardino, senza ancora uscire dal cancello (Kyoshi).

Ora che il vuoto è ad ogni gradino (Montale) e la via braccata, cerchi risposte ai tuoi perchè. Tra gesti usuali, il non-detto cosciente (Barthes) si consuma anche nelle lunghe notti senza una luna, mentre accarezzi le pieghe del tuo sentire. Un istante, involontario assoluto (Ricoeur) e per te nessuna  tregua: Beharrlichkeit, la sola permanenza del tempo (Ricoeur), è un’eco che ritorna dal fondo...on ne peut te connaître mieux que je te connais (Eluard).

domenica 25 novembre 2012

Vasi comunicanti, un quadro di Nicola Spacca

Iniziamo un itinerarium pittorico con Nicola Spacca, che dipinge dagli anni '70 e che ci dona la visione dei primi quadri di un suo progetto (ancora work in progress) legato al concetto di tempo. Partiamo oggi con il dipinto Vasi comunicanti (1989), seguito da una scheda analitica dell'autore.
(G. M.)
 
Qui una clessidra di terra scambia radici, foglie e frutti, nel computo del tempo perde ogni significato la scansione dei secondi, non ruotano lancette, nessun suono esce dai vasi.
Il vento carezza i delicati calici ed uva cresce di notte e di giorno. Le cose dell'uomo sono lontane, un tavolo rustico e forte regge l'orologio agreste. Non occorre un contadino, il sole e la rugiada curano la mistura vegetale. Tutto cresce senza alcuna costanza. Questo orologio indica direzione, spazio, nel tempo. I baricentri sono variabili imprevedibili, l'orologio si espande e non conta, copre la vista ed emerge come primadonna sulle cose costruite. Una storia del tempo, senza tempo, una conquista silenziosa e potente. Il senso della vittoria per sempre è nel suo nome: pianta.
Nicola Spacca

sabato 24 novembre 2012

Gaza, tra angoscia e speranza

di Valentina Sechi
Proprio quando si profilava sempre più lontana, sorprendentemente, la tregua nella crisi israelo-palestinese è stata infine annunciata la sera del 21 novembre. Lo stesso Ministro degli Esteri egiziano Mohammed Kemel Amr, ha annunciato “ l'accordo per il cessate il fuoco e il ripristino della calma”.La tregua, così faticosamente conquistata, si articola su tre punti: la cessazione da parte di Israele di tutte le operazioni  aeree, terrestri e marittime verso Gaza,la conclusione degli attacchi militari su Israele, la riapertura del valico di Rafah (tra la Striscia di Gaza e l'Egitto) 24 ore dopo il cessate il fuoco delle 21 ora locale per facilitare lo spostamento di merci e persone.

giovedì 22 novembre 2012

Cessate il fuoco a Gaza

Avremmo dovuto pubblicare un altro ancor più dettagliato reportage pervenutoci ieri sui bombardamenti di Gaza.
Oggi al contrario riceviamo dalla solita fonte una breve e finalmente lieta mail che comunica il cessate il fuoco di cui in giornata danno notizia tutti gli organi di stampa.
Questa che postiamo alle 20 di stasera non è certo una notizia; è piuttosto un intimo, ma anche  corale respiro di sollievo di una città che torna a vivere.
Mai cambio di programma fu più gradito.

Alle 21 di stasera (ore 20 in Italia) è arrivato il cessate il fuoco.
Fino all'ultimo minuto nessuno ci credeva, gli amici che ho chiamato non si facevano illusioni...fino a quattro ore fa erano tutti rinchiusi in casa con la paura delle bombe, dei boati, di perdere la vita.
Ora vedo in diretta televisiva le strade di Gaza, per giorni deserte, invase dalla gente, dalle auto, dalla festa, dalle grida...è bellissimo, è un'euforia schizofrenica ed incredibile.
Non so se domani quando ci sveglieremo avremo ancor il coraggio di festeggiare di fronte alla distruzione e al massacro che hanno di nuovo fatto sprofondare Gaza... eppure...Gaza è stata per l'ennesima volta distrutta e ancora una volta si rialzerà in piedi e andrà avanti, come sempre, a testa alta.
Buona notte a tutti i/le palestinesi di Gaza che finalmente stanotte potranno dormire nella quiete, speriamo, di una notte silenziosa.

adri

In nessun luogo


di Francesco Scrima

“e non c’è vita
mai che al suo sogno basti”
(C. Gerbino – Il vero dell’animale)
 
1. Ale era Ale, sempre, qualunque cosa facesse, dovunque si trovasse, con chiunque avesse a che fare. Ogni suo gesto, ogni parola, erano qualcosa di semplice, e insieme di unico, di irripetibile e di ineffabile, non perché avessero in sé una plateale epicità, nessuna enfasi particolare, ma perché erano suoi – niente di più che la conferma del suo essere al mondo.  Ale non diceva mai “secondo me”, o “siccome sono fatta così”, no, lei diceva sempre soltanto quello che era necessario dire.

mercoledì 21 novembre 2012

Nessun rifugio: civili sotto attacco nella Striscia di Gaza

Come annunciato pubblichiamo adesso, ancora integralmente, il reportage esteso dei fatti di Gaza. E' un resoconto sobrio che ci giunge dalla stessa fonte della quale abbiamo dato conto l'altro ieri.
Chi scrive, come si legge in calce al pezzo, si dichiara testimone spesso oculare dei fatti e comunque assicura di aver fatto le debite verifiche sulla autenticità di tutto il materiale prodotto.



Gaza City, 16 Novembre 2012
 
 Siamo al terzo giorno degli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. Scriviamo questo
comunicato nel mezzo del suono incessante dei bombardamenti, che sono proseguiti per tutto il
giorno di ieri, nel corso della notte e oggi.

lunedì 19 novembre 2012

Da Gaza con terrore

Riceviamo inaspettatamente, attraverso il nostro autore Raimondo Augello, con uno strano itinerario di rimbalzi informatici, uno straordinario reportage di primissima mano su quello che in questi istanti sta accadendo nella striscia di Gaza.
L’autrice, una cooperante italiana nei Territori Palestinesi, scrive la mail che segue ad alcuni amici, perché ne facciano la più ampia diffusione.
La donna è appartenente ad un gruppo internazionale di persone impegnate negli ambiti del giornalismo, dei diritti umani, dell’educazione, dell’agricoltura.
Alle scarne ma terribili testimonianze che sotto riportiamo nella loro interezza, faremo seguire nei prossimi giorni un comunicato della stessa autrice, un reportage esteso con foto drammatiche che raccontano soprattutto le vicende umane delle popolazioni della striscia di Gaza in questi giorni terribili.
Della reporter preferiamo per il momento nominare solo il nome di battesimo.
Credo che non sarà questo l’aspetto a cui darete maggiormente attenzione.
 
 
Ciao a tutti,
 
qui a Gaza si vive ancora una situazione molto tesa, i bombardamenti israeliani continuano incessantemente e stanotte non ci hanno fatto chiudere occhio. Stanno continuando a colpire su tutta la striscia e finora a hanno compiuto più di 600 bombardamenti, un'operazione che sta terrorizzando l'intera popolazione di Gaza sotto assedio. Finora 28 persone sono state uccise, più di 250 quelle ferite di cui 100 bambini e 30 casi in condizioni gravi.

domenica 18 novembre 2012

BUCO NERO

di Marco Ferrante
(disegno di Giuseppe Quattrocchi)

Sei un mostro!
In senso buono...
Ma io non ho buon senso
sono solo un enorme
buco nero
una singolarità
universale
incanto dei sognatori
e musa degli artisti
eppure ho sempre sperato
di essere amato
di un amore che non c'entrasse
niente
con quello che mi hanno dato
volevo solo un amore
generato dal volersi bene
un amore
che non mi è stato concesso
attiro a me tutte le cose
che mi sfiorano
eppure anche quando le faccio mie
sento che non mi appartengono
io sono solo un mostro
in senso buono
senza buon senso...
una volta portai il mio amore
a guardare il tramonto
sull'orizzonte degli eventi
e non si è mai più mossa di lì.

giovedì 15 novembre 2012

Giorno 21. Anniversario (da "Racconti hunderground")

di Luigi Carmina

Entro nella guardiola dove Riuk è intento a sistemare le scatolette di tonno e sgombro.
Io guardando il calendario: quanti ne abbiamo oggi?
Riuk prende la pipa e la porta alla bocca ancora spenta.
Io: non l’avevo ancora vista.
Riuk: quando mi si parla seriamente la uso, anche se spenta. Dal tono che hai, sembra che tu debba dirmi una cosa importante.
Io: lo è. Hai mai sentito parlare del giudice ragazzino?

mercoledì 14 novembre 2012

Alla velocità della luce

 
di Giulia Giordano

 Lei era anonima.
Una di quelle persone invisibili,una delle tante. Aveva passato tutta la sua esistenza così: facendosi pestare i piedi, non festeggiando i compleanni - nessuno si ricordava il giorno della sua nascita. Lei non aveva un nome, nessuno lo conosceva. Lei non aveva un'ombra, anche quella era invisibile.
Stranamente risplendeva di una bellezza che non poteva passare inosservata, eppure succedeva.

martedì 13 novembre 2012

Sulla stessa strada


di Tiziana Leonardi

È mattina e fa freddo.
Ieri sera abbiamo litigato, ti ho detto che non voglio più vederti, mi hai detto che avresti voluto non avermi mai incontrata. Ti ho dato uno schiaffo, mi sono fatta male alla mano, me l'hai presa e l'hai baciata, come sai fare tu, col cuore sulle labbra. L'ho strappata via dalle tue mani, ti ho detto di non toccarmi, mi hai detto mi dispiace. Dispiace più a me, vorrei dirti.

lunedì 12 novembre 2012

Raccontavi un pomeriggio

di Daniela Palumbo

Raccontavi un pomeriggio
di Nausicaa con le ancelle al fiume:
lei e le altre a risciacquare i panni,
e a scherzare insieme.
Mi parlavi poi
di fanciullezze spensierate
giovani figlie inquiete.

Raccontavi
come di qualcosa che già
conoscevi, da sapiente professore.
Mentre stavo ad ascoltarti
ferma
per mia buona volontà
e un po’ per timore.

domenica 11 novembre 2012

Giorno 12. Sfumatura rosso Apocalisse

di Luigi Carmina

Dalle fessura vedo uno strano rossore.
Con Riuk salgo in terrazza. C’è il cielo completamente rosso ed un caldo afoso provocato da una leggera brezza cocente. La sabbia nel cielo copre  la vista del sole che si fonde con la sfumatura rossastra. A tratti il
colore passa ad un livello opaco a causa dello smog.
Riuk ha sentito dire dalla sua radio portatile che l’aeroporto oggi non svolgerà l’attività quotidiana per la rena che si sta riversando per terra. È appena avvenuto pure un incidente a causa del surriscaldamento dell’asfalto.
Io: Riuk, sicuramente il fine materiale arriverà fin qui. Il vento si sta alzando sempre più. Sembra arrivato il momento finale.
Torniamo sotto con la speranza che la temperatura sia anche di poco più bassa. Lavorare è pesante. In altre città la temperatura ha raggiunto anche i cinquanta gradi, a dirlo è il gazzettino delle dieci.
Sono affascinato comunque da quel fuoco e risalgo in terrazza. Si aggiunge anche della polvere a rendere l’aria irrespirabile. Per quanto durerà?
Io da Riuk: oggi ci sarà pure il passaggio di mercurio davanti il sole. Lo possiamo vedere con il tuo cannocchiale?
L’enorme palla viene attraversata da un puntino nero, è una sensazione straordinaria. La situazione precedente intanto persiste. In passato avrebbero pensato che stesse versando sangue di dolore una qualche ninfa del cielo.
Io: non è che forse la fine prevista nel 2012 è arrivata in anticipo?
Riuk: quella data è fatidica, troppe profezie convergono.
Io: magari è cominciato tutto oggi.
Riuk: questo mondo è un continuo paradosso con la coscienza umana.

lunedì 5 novembre 2012

Giorno 15 (da "Racconti hunderground")

di Luigi Carmina

Che strano, forse perché siamo due nel sacco a pelo sentiamo molto caldo. Nonostante sia un sacco tecnologico con la funzione di raffreddare la parte interna. La dolce creatura dorme non voglio svegliarla con il getto d’aria.
Comincio a scrivere, certo al buio sarà difficile, ma volendo si può fare tutto.
Comincio a scrivere senza applicare, poi, tanta fantasia, di un tipo, Rosolino, che ormai certo di quello che vuole fare entra nella stazione.
Desidera viaggiare senza lungimiranza, senza frontiere e senza nessun pregiudizio di sorta.
Il primo capitolo si chiama per l’appunto: Pregiudizio. Prima di salire su un treno qualsiasi vede una vecchina carica con due borse.

domenica 4 novembre 2012

Il sottile fascino dell'idioma

 
di Enzo Barone
 
Recentemente ho pubblicato su Palingenesi un racconto, in buona parte in lingua siciliana, che si intitolava Lammicu.
Si tratta, per chi non l’avesse letto, di un monologo di un umilissimo mandriano emigrato al nord, con un finale drammatico, commovente, ma senza sentimentalismi, almeno nelle intenzioni.
Chi avesse avuto la bontà di leggere qualche altro mio racconto sa quanto io cerchi, come chiunque credo voglia fare della buona narrativa, di rifuggire la retorica, soprattutto la retorica del sentimentalismo a buon mercato, quello ruffiano, spudorato da fiction televisiva.

sabato 3 novembre 2012

come fare un blending

di guido monte
(collage di pippo zimmardi)

isaia: in mezzo alla terra, beqerev ha-’arez ;
e seferis: tra gli asfodeli chini i ciechi dormono…

in mezzo alla terra,
tra gli asfodeli chini
i ciechi dormono…

venerdì 2 novembre 2012

AMICO

di Daniela Palumbo

Un amico è sincero, ti dice anche quello che non vorresti sentire. Toglie via la spina da dentro la pelle, se questa vi fosse entrata casualmente, poi disinfetta la ferita con dell’alcool che non brucia, proprio come si fa con i bambini. Lui sì che ne è capace.
E non ride delle tue ansie o debolezze, un amico, non ti gira le spalle solo perché hai sbagliato la “strategia” o perché, per difetto di esperienza, hai fatto una mossa sconsigliata dai “manuali”.
Ti dice la verità, un amico, non lascia che tu la capisca da solo, con un ostinato, condiscendente, gigantesco invisibile SILENZIO. Perché le illusioni, si sa, sono figlie della nostra mente.  Anzi no, non figlie, solo minuscoli aborti, spettri danzanti, pellicole per negativi con sopra impressi in miniatura i nostri desideri informi. Un amico non vorrebbe mai lasciarti in balia di questi, nelle pause buie della tua esistenza, oppure non è amico, né potrà mai esserlo, semplicemente.
Può aver paura di tutto, un amico, ma non di te: può temere le parole ma non l’idea di parlarti, evitare gli sguardi ma lo stesso cercare i tuoi occhi, risollevarti, tenderti la mano.
Ma soprattutto non lascia che tu ti offra al  freddo dell’inverno, che ti denudi davanti ai suoi occhi fin troppo protetti, che tu esponga te stesso ai danni della malattia, del contagio, e alla triste usura di una convalescenza. E se lo fai, lo stesso, suo malgrado e malgrado tutto, ebbene: un amico, lui è pronto a coprirti con la metà della sua giacca.