Come annunciato pubblichiamo adesso, ancora integralmente, il reportage esteso dei fatti di Gaza. E' un resoconto sobrio che ci giunge dalla stessa fonte della quale abbiamo dato conto l'altro ieri.
Chi scrive, come si legge in calce al pezzo, si dichiara testimone spesso oculare dei fatti e comunque assicura di aver fatto le debite verifiche sulla autenticità di tutto il materiale prodotto.
L’escalation militare portata avanti dall’esercito israeliano continua su tuttala Striscia. Da Gaza
City, sentiamo il rumore incessante dei droni e dei caccia F16 che irrompono nel cielo sulle
nostre teste. Le bombe ci cadono ripetutamente attorno, colpendo aree densamente popolate.
Finora le forze aeree israeliane hanno condotto più di 500 bombardamenti, portando a 29 il
numero dei morti. Più di 255 persone sono state ferite dagli attacchi, la gran parte dei quali civili,
tra cui 100 bambini. 30 sono le persone in condizioni critiche.
Le aree colpite includono Beit Hanoun, il campo rifugiati Jabalia, i quartieri di Sheikh Radwan e
al-Nasser a Gaza City, il campo rifugiati di Maghazi, Deir El Balah, Khan Younis, e l’area dei
tunnel a Rafah.
Nella giornata di ieri, 15 novembre, abbiamo visitato l’ospedale Al Shifa a Gaza City, dove è
stata portata la maggior parte dei feriti. Abbiamo parlato con i dottori, i pazienti e i loro parenti,
vittime degli attacchi in corso nella Striscia di Gaza. Condividiamo alcune delle storie delle
persone che abbiamo incontrato.
Nella giornata di ieri, 15 novembre, abbiamo visitato l’ospedale Al Shifa a Gaza City, dove è stata portata la maggior parte dei feriti. Abbiamo parlato con i dottori, i
pazienti e i loro parenti, vittime degli attacchi in corso
nella Striscia di Gaza. Condividiamo alcune delle storie
delle persone che abbiamo incontrato.
Salem Waqef, un uomo di 40 anni, è stato gravemente
ferito quando la sua casa è stata distrutta da un attacco
la mattina presto del 15 novembre. I suoi dottori dicono
che Salem ha subito danni cerebrali a causa della
Verso le 13:10, quando lasciavamo la sala di terapia intensiva, una bambina di 10 mesi,
Ahmed
Durghmush ha una ventina di anni ed è
stata portato allo Shifa in terapia
Una ragazza di 13 anni, Duaa Hejazi, stava tornando a casa sua a Gaza, nel
quartiere di Sabra,
cercando i propri familiari. E’ molto difficile gestire tutto ciò”.
Chi scrive, come si legge in calce al pezzo, si dichiara testimone spesso oculare dei fatti e comunque assicura di aver fatto le debite verifiche sulla autenticità di tutto il materiale prodotto.
Gaza
City, 16 Novembre 2012
Siamo al terzo giorno degli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. Scriviamo
questo
comunicato
nel mezzo del suono incessante dei bombardamenti, che sono proseguiti per tutto
il
giorno
di ieri, nel corso della notte e oggi.L’escalation militare portata avanti dall’esercito israeliano continua su tutta
City, sentiamo il rumore incessante dei droni e dei caccia F16 che irrompono nel cielo sulle
nostre teste. Le bombe ci cadono ripetutamente attorno, colpendo aree densamente popolate.
Finora le forze aeree israeliane hanno condotto più di 500 bombardamenti, portando a 29 il
numero dei morti. Più di 255 persone sono state ferite dagli attacchi, la gran parte dei quali civili,
tra cui 100 bambini. 30 sono le persone in condizioni critiche.
Le aree colpite includono Beit Hanoun, il campo rifugiati Jabalia, i quartieri di Sheikh Radwan e
al-Nasser a Gaza City, il campo rifugiati di Maghazi, Deir El Balah, Khan Younis, e l’area dei
tunnel a Rafah.
Nella giornata di ieri, 15 novembre, abbiamo visitato l’ospedale Al Shifa a Gaza City, dove è
stata portata la maggior parte dei feriti. Abbiamo parlato con i dottori, i pazienti e i loro parenti,
vittime degli attacchi in corso nella Striscia di Gaza. Condividiamo alcune delle storie delle
persone che abbiamo incontrato.
Nella giornata di ieri, 15 novembre, abbiamo visitato l’ospedale Al Shifa a Gaza City, dove è stata portata la maggior parte dei feriti. Abbiamo parlato con i dottori, i
pazienti e i loro parenti, vittime degli attacchi in corso
nella Striscia di Gaza. Condividiamo alcune delle storie
delle persone che abbiamo incontrato.
Salem Waqef, un uomo di 40 anni, è stato gravemente
ferito quando la sua casa è stata distrutta da un attacco
la mattina presto del 15 novembre. I suoi dottori dicono
che Salem ha subito danni cerebrali a causa della
mancanza
di ossigeno. E’ stato portato in terapia intensiva
alle 5 del mattino. E’ al momento in coma esecondo
i dottori in condizioni difficili.
Verso le 13:10, quando lasciavamo la sala di terapia intensiva, una bambina di 10 mesi,
Haneen
Tafesh, è stata portata in corsia. Era incosciente e il suo corpicino era
livido. Aveva
subito
la frattura del cranio e un’emorragia cerebrale, causata da un attacco avvenuto
intorno
alle
11 nel quartiere di Sabra a Gaza. Era in coma sotto ossigenazione artificiale.
Più tardi nel
pomeriggio,
abbiamo ricontrollato come stava e i dottori hanno detto che le sue condizioni
erano
peggiorate.
Dopo essere ritornati a casa la sera, abbiamo ricevuto la notizia della sua
morte.
intensiva
verso le 21 di Mercoledì 14, dopo essere
stato ferito da un attacco aereo che
ha
colpito il quartiere di Tel Al Hawa a Gaza City.
Ha subito un trauma cerebrale
causato
dalle schegge di un missile esploso.
All’arrivo di Ahmed, il Dr Fauzi
Nablusia
ha spiegato che soffriva di un’emorragia
cerebrale ed era stato operato. Le sue condizioni sono peggiorate nel corso
della giornata.
Un parente di Ahmed vicino al suo letto si è sfogato dicendoci di sentirsi
impotente e di avere
paura per la sorte di Ahmed.
Il
pronto soccorso è stato inondato dagli arrivi dei feriti durante
tutto il giorno. Tra di essi è arrivata Basma Mahmoud
el Tourouq, 5 anni, dal quartiere di Rimal a Gaza
City. E’ stata ferita dal bombardamento avvenuto vicino
alla sua casa intorno alle 14:30 del pomeriggio.
L’onda
d’urto dell’esplosione l’ha scaraventata dall’altro lato
della stanza, la brusca caduta per terra le causato la frattura
dell’avambraccio.
Abbiamo
poi sentito le storie di alcuni tra i bambini, le donne
e gli uomini feriti e dei loro parenti che sono stati ricoverati
in diversi reparti dell’ospedale Al Shifa. Mohammed
Abu Amsha, due anni e mezzo, è stato ferito
mentre sedeva di fronte alla casa di suo nonno a Beit
Hanoun.Un F16 ha sparato un missile nelle vicinanze
e dopo l’esplosione le macerie l’hanno colpitoalla
testa. Quando stavamo per andarcene, abbiamo saputo
che anche lo zio di Mohammed era stato ferito.
Zuhdiye
Samour, madre e nonna, del campo rifugiati di Shati a Ovest di Gaza City, era
ancora
visibilmente
scossa da quello le era accaduto, quando ci ha raccontato: “Eravamo seduti
insieme
a casa. Erano le 20:30 di sera e stavamo guardando la Tv , dei film per distrarre i
bambini
che avevano paura. Poi, abbiamo sentito i botti di 12 colpi di artiglieria
sparati dalle navi
della
marina israeliana”. Zuhdiye e altri tre civili sono stati feriti quando i
proiettili sono esplosi
nella
loro zona abitata a nord di Gaza City.
Khalid
Hamad, il direttore della Pubblica Informazione del Ministero dellaGiustizia,
è stato uno dei civili feriti nell'attacco indiscriminato di un’area residenziale. Era a
è stato uno dei civili feriti nell'attacco indiscriminato di un’area residenziale. Era a
casa
con la sua famiglia a Nabarat, Nord di Gaza City, quando
ha sentito l’esplosione di una bomba, che ha colpito
la casa del vicino. Molte persone del vicinato sono accorse
fuori per aiutare e sono state colpite da altri sei proiettili
sparati dalle navi. Il nipote di Hamad, un adolescente,
ha riportato ferite lievi. Anche un altro uomo è
stato ferito dalle schegge dei proiettili. “Hanno colpito i
civili
deliberatamente”, ha detto, “le forze israeliane non fanno
errori”.
dopo
una camminata con sua madre e i fratelli, quando un missile israeliano ha
colpito la strada
di
fronte alla loro casa intorno alle 8 di sera. “Ho perso molto sangue. Anche mio
fratello è stato
ferito,
alla mano. I vicini mi hanno portato all’ospedale”. Duaa ha riportato ferite
causate dalle
schegge
delle bombe su tutto il torace, alcune delle quali ancora conficcate nel petto.
Lei
vorrebbe
trasmettere un messaggio ai bambini che vivono fuori da Gaza:
“Siamo
bambini. Non abbiamo colpe per quello che stiamo subendo. Siamo sotto
occupazione
e,
così come Abu Ammar, dico “se sei una montagna, il vento non ti scuoterà”. Noi
non abbiamo
paura,
continueremo a essere forti.
Anche
oggi abbiamo incontrato il Dott. Mithad Abbas, Direttore Generale dell’ospedale
Shifa.
Quando
gli abbiamo chiesto in che modo l’ospedale stia affrontando l’arrivo dei
pazienti ci ha
risposto:
“Quando arrivano questi casi in ospedale, ci troviamo ad operare in circostanze
straordinarie.
Siamo in una situazione di assedio, di embargo, per la quale soffriamo della
mancanza
di medicinali e forniture mediche di prima necessità”. L’ospedale non possiede
molti
medicinali
e strumenti fondamentali, quali antibiotici, cateteri, anestetici, guanti, tutori
esterni,
eparina,
materiali di sutura, detergenti e pezzi di ricambio per macchinari medici.
L’ospedale
possiede anche di una riserva di carburante, che fornisce energia durante i
quotidiani
tagli dell’elettricità. Se i tagli dell’elettricità dovessero raggiungere le 12
ore
giornaliere,
il Dott. Abbas ci ha detto che in tal caso l’ospedale avrà carburante
sufficiente per
fornire
l’elettricità per non più di una settimana.
Il
personale dell’ospedale sta affrontando scene caotiche e cariche di tensione, in
quanto
corridoi
e stanze sono diventati sovraffollati, con persone che provano ad accertarsi
dei propri
parenti
e amici feriti. Il Dott. Abbas racconta: “le persone entrano nel pronto
soccorso in panico,cercando i propri familiari. E’ molto difficile gestire tutto ciò”.
Nessuno
sa dove colpirà il prossimo missile, nessuno sa dove potrà essere al sicuro. I
genitori
non
sono in grado di tenere i propri bambini al sicuro, e neanche a trasmettere
loro un senso di
sicurezza”.
Questi
sono i nomi delle persone uccise dagli attacchi israeliani:
1-
Walid Abadlah, 2 1/2 anni
2-
Marwan Abu Al-Qumsan, 52 anni
3-
Ramai Hamamd
4-
Khalid Abu Al-Nasser
5-
Habes Mesbeh, 30 anni
6-
Wael Al-Ghalban
7-
Hisham Al-Ghalban
8-
Ahmed Al-Jaabari, 52 anni
9- Mohammed Al-Hams
10- Ranan Arafat, 3 anni
11-
Essam Abu El-Mazzah, 20 anni
12-
Hani Al-Kaseeh, 18 anni
13-
Ahmed Al-Masharawi, 11 anni
14-
Hiba Al-Masharawi, 19 anni, incinta
15- Mahmud Sawaween, 65 years old
16- Hanin Tafish, 10 mesi
17-
Tareq Jamal Naser, 16 anni
18-
Oday Jamal Nasser, 14 anni
19-
Fares al-Bassiouni
20-
Mahmoud Sadalla, 3 anni
21-
Ismail Qandil, 24 anni
22-
Tahrir Suleiman, 22 anni
23-
Non identificato
24-
Non identificato
25-
Ziad Abu Jlal
26- Amjad Abu Jlal
27- Ahmed Abu Jlal
28- Hasan Abu Hmela
29- Khaled Shaer
Siamo
un gruppo di internazionali che vivono nella Striscia di Gaza e lavorano negli
ambiti del
giornalismo,
dei diritti umani, dell’educazione, dell’agricoltura. Cerchiamo di difendere e
promuovere
i diritti della popolazione civile palestinese di fronte all’occupazione
israeliana e alle
operazioni
militari. Oltre ad essere noi stessi testimoni oculari, raccogliamo
informazioni dalle
nostre
reti personali in tutta la
Striscia di Gaza, dai media locali, dal personale medico e
dalle ONG
internazionali
presenti a Gaza.
Verifichiamo
ciò che divulghiamo e speriamo che i nostri resoconti possano contribuire a
rendere
più accurata la copertura mediatica della situazione di
Gaza.
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