martedì 8 dicembre 2015

Marta

by Silvia Dello Russo

Marta è la vecchia puttana del paese
Capelli di nebbia
Occhi di fuoco
Marta è la santa
Giovane sposa
Porta il grembo il figlio del suo amore
Marta è la matta
Quella che litiga con la pioggia fino alle lacrime
e ride a crepapelle con il sole
Marta è la sacerdotessa
Che battezza
E dà  l estrema unzione
Marta ti confessa
E ti dà la comunione
Marta è una donna qualunque
Che ti dà da mangiare
E ti affetta il pane
Marta ti asciuga le lacrime ti lava le ferite
E ti veste per la festa
Marta  sogna
E la chiamano saggia perché parla con gli dèi

Marta è mia madre
Marta è mia nonna
Marta è mia figlia
Marta sono io

L hanno vista passare Marta lungo la strada 
che attraversa il paese
scalza cantava.
Han detto che è arrivata fino in cima alla collina
E che dopo aver aperto le braccia
è volata via..

lunedì 7 dicembre 2015

Luci brillare...

by Vita Fabbro

Luci brillare nelle gocce sulla grondaia
buia alba boreale
ogni cosa ci verrà restituita

lunedì 30 novembre 2015

L'origine di tutti i Mali

di Valentina Sechi
Due fatti di sangue hanno recentemente funestato il mondo facendo tornare prepotentemente alla ribalta la questione del terrorismo di matrice estremista musulmana: gli attentati di Parigi e l’attacco al Hotel Radisson in Mali. La capitale francese, il 13 novembre, è stata teatro di 7 attacchi coordinati ad opera dei militanti dell’ISIS nei pressi dello Stade de France, al bar Carillion, al ristorante Le Petit Camboge, alla pizzeria Casa Nostra, al bistrot Belle Equipe ed infine la strage al teatro Bataclan, all’interno del quale hanno trovato la morte 89 persone. Il bilancio finale è stato di 129 morti.

sabato 28 novembre 2015

Stupor Mundi n°130: "Parrannu di Rosa Balistreri cu Sara Cappello"




Edizione n°130 del 13 novembre 2015.

Stupor Mundi è andato alla "Cantunera", fucina culturale nel centro storico di Palermo, a trovare Sara Cappello, una delle cantanti più apprezzate dell'attuale panorama della musica folk della nostra terra, per farsi raccontare di Rosa Balistreri. l'icona della musica popolare siciliana.

Note linguistiche: il lessico segue quello de dizionari "Mortillaro" e "Pasqualino".

mercoledì 25 novembre 2015

come in uno specchio

by guido monte e silvia dello russo

"videmus nunc per speculum in aenigmate"
come attraverso uno specchio, nella confusione
Βλέπομεν άρτι δι' εσόπτρου εν αινίγματι
... en ainìgmati... tutto finirà.
le cose sembrano prive di senso,
tutte come sono prese dalla follia.
si può 'incedere eretti' se il legno
è storto? andare da soli
nell'isola innevata? 

e poi ci sono i deserti
quelli lunghi e lontani
e noi chiusi dentro a mille clessidre
a scivolare in un continuum
tra la morte e la vita
allora ti offro la mia follia
tu dammi le urla profonde
del potente dolore
e rompiamo questa trasparente barriera
che ci separa dall’eternità
tunc autem facie ad faciem

domenica 15 novembre 2015

Una riflessione

Francesca Saieva


11 settembre 2001. L’attentato alle Torri Gemelle segna la "caduta" dell'Occidente. Un tam-tam d'informazione dichiara che nulla, da quel preciso istante, sarà più uguale; il mondo é cambiato. Ricordo, a distanza di anni, che allora, come oggi, non ho compreso quanto fosse realmente cambiato, dal momento che non conosco pagine di storia in cui non compaia violenza e disumanità.

venerdì 6 novembre 2015

The lobster


di Daniela Palumbo

Ho visto “The lobster”, il film. In compagnia di un’amica, com’era mio desiderio.
Questa non vuole essere una recensione, per la quale non sarei sufficientemente qualificata, ma una semplice chiacchierata, del tutto amichevole. Che non so neppure se mi riuscirà tanto bene, ma tentare “non nuoce”. Magari immaginando anche un bar, una tazzina di caffè fumante … Direi anche una sigaretta se non fosse che il fumo “nuoce” gravemente.

mercoledì 4 novembre 2015

ricordi

by guido monte

dalla mia finestra non vedo il mare,
e neppure le coste e la montagna,
solo uno spicchio di cielo
e nuvole vaghe o piene
nell'aria umida.
e quando piove forte,
il cielo si rabbuia
come se fosse notte,
come se la morte avesse vinto
anche di sopra,
e il vento delle correnti corre
e sbatte le porte, fantasmi
del cielo annerito.

e i ricordi smettono
di essere luce di stelle,
restano solo cenni di qualcosa
che è stato per sempre perduto.

giovedì 29 ottobre 2015

Stupor Mundi, programma culturale in lingua siciliana (n°129)




Edizione n°129 del 29 ottobre 2015.

"Stupor Mundi" ritorna dopo la pausa estiva. Per questa sua 6° stagione si trasforma da programma di informazione e attualità, in programma culturale, con l'intento di divulgare luoghi, storia, tradizioni, musica e cultura di Sicilia. Questa prima puntata del nuovo ciclo è dedicata alla leggenda di Colapesce che viene narrata anche con l'ausilio di due canzoni dedicate proprio a questo tradizionale racconto siciliano.

Note linguistiche: il lessico segue quello de dizionari "Mortillaro" e "Pasqualino".

sabato 10 ottobre 2015

Lu mari si l'agghiutti


I.C.S. MAREDOLCE - Palermo - Mariduci a Baddarò - 25 Settembre 2015 Chiesa di S. Giovanni Decollato - Palermo

giovedì 24 settembre 2015

Sotto il mio cielo

by Silvia Dello Russo

oggi qui
da questo luogo nuovo
io
alzo lo sguardo al cielo
come una coperta
come il mio palato
come il testimone

oggi qui
da questo luogo
guardo le nuvole passare
cambiare forme e ancora forme
come emozioni
che si susseguono
su profili
ora blu
rossi
rosa
gialli
talvolta lividi
ora azzurri
o  bianchi
come le mie pagine
 
qui
da questa me
sento i venti

e intanto le nuvole passano ed io
sotto il mio  cielo
che si sussegue ancora
tra chiari di luna
albe tramonti
nelle calure
nelle piogge
nelle tempeste
... e intanto le nuvole passano
ed io…

mercoledì 23 settembre 2015

Microantologia del Nulla


by Pippo Zimmardi

Non sono niente.
Non saro mai niente.
Non posso voler essere niente.
A parte ciò, ho in me tutti i sogni del mondo.
(F. Pessoa)

Cos'è il mio nulla, dinanzi allo stupore che vi attende?
(A. Rimbaud)

Il nulla è l'universo senza di me
(A. Suarès)

I fanciulli trovano il tutto nel niente, gli uomini il niente nel tutto
(G. Leopardi)


mercoledì 16 settembre 2015

STORIE




by Pippo Zimmardi

*
Si identificava con i disperati che fanno perdere le loro tracce o che si rendono autori di atti inenarrabili. Di fatto scomparve dai banchi di scuola per ricomparire in edicola nella copertina patinata di una rivista.

*

Compare dal fondo scuro della strada. Sottile con un vestito chiaro a mezze maniche. Quando gli passa vicino, appena illuminata dal fanale, nota le scarpe da tennis e i calzini bianchi. Lei lo guarda stupita come per dirgli:

- Ma come, sei in moto? –

Lo supera e si dirige sicura verso una macchina che, appena in sosta, lampeggia.

giovedì 3 settembre 2015

Microapocalissi, parte I (2001)

by guido monte
photo by pippo zimmardi

 I. 
                                 
"Le vide de chaque jour, vide de choses et de pensées pour ne pas se regarder au dedans, la totale
absence de clarté sur le destin qui se déploie devant nous, toupie aveugle qui tourne sur des événements quotidiens et va te cogner exactement en face".
Inizio: Io, Guido, pensoso nella gioia e nella preoccupazione, mi ritrovo in una delle tante sedi dei morti-viventi; qui sono nato e mi è stranamente capitato di continuare a viverci.

domenica 23 agosto 2015

China Town

di Enzo Barone
E sì che una volta l’era n’altra roba da queste parti, te capì? l’era tutta povera gente nostra, che mangiava michette e cotoletta e il risotto ogni tanto la domenica, roba da cristiani testina! al massimo ti arrivavano da Pero, da Novate, da Settimo e da Rho. C’era quelli da Sesto e dalla Bovisa, da Porta Romana e persino da Gallarate, Cinisello e Monza. Si era un po’mischiati all’Isola, e’ vero: a noialtri a San Babila o a Brera ci chiamavano quelli dello Scalo Farini, perché, nessuno di noi, ‘sta attento, si poteva dire meneghino del Cordusio o di Corso Italia, tanto meno io che c’avevo il babbo che veniva da Brembate, ma l’era tutta gente dei nostri insomma, che ci si intendeva solo scuotendo la testa, sollevando un sopracciglio.

lunedì 17 agosto 2015

a Paolo De Benedetti


by guido monte


and my friend paolo diceva

“tutto ciò che esiste è creatura”

all that exists is creature

tot ceea ce există e creatură

todo lo que existe es creatura

konoyoni arumono mina ikimono
alles was existiert, schoepfung ist

tudo aquilo que existe é criatura  

tout ce qui existe est creature

everything ogni cosa

 a blade of grass un filo d’erba

also a little shell of cicada

anche un guscio di cicala



omnia, creatura sunt

(disegno di Giuseppe Quattrocchi)

venerdì 14 agosto 2015

tommasino e il filo d’erba (2013)



 (liberamente ispirata alla novella “Canta l’epistola”, di Luigi Pirandello)
by Guido Monte
photo by Pippo Zimmardi

in quell’antico paese
tommasino aveva studiato per qualche tempo
per fare il prete, ma non era diventato neppure
diacono; poi aveva perso la fede,
e lo avevano cacciato dal seminario.
quando tornò a casa,
il padre lo picchiò a sangue
ma lui al seminario non volle tornare.

martedì 11 agosto 2015

Il deserto dei Tartari (2011)




by Guido Monte

Alla memoria di Dino Buzzati
Disegno di Giuseppe Quattrocchi

1.
ma ora l’universo è la fortezza bastiani.
dopo gelo e punizioni, inizia la lunga attesa.
o meu camiño non coñece retornos,
é o espello que non consigo mirar.

sono drogo, il tenete giovanni drogo, prototipo di umanità
di uomini-donne che vanno verso la condanna fatale,
e lasciano la madre-archetipo del sonno contro la fuga del tempo.
un posto antico, waste and void, mura fatte di buio
nella striscia gialla della fortezza,
dove attendo il grande attacco tartaro
che riscatterà la mia esistenza.

martedì 4 agosto 2015

RIVELAZIONI, PRIMA DI CHIUDERE LA FINESTRA



di Guido Monte e Vittorio Cozzo

 1. Gli Scritti  Segreti
                                      
 Era un popolo bugiardo e vestito alla moda, veniva da terre molto calde, e aveva occupato questa città portando un ambiguo culto per gli animali a cui era devoto. Aveva anche creato un muro che separava in due la città, un muro che nel corso dei secoli si era sgretolato, creando il caos e confondendo bene
 e male. 

lunedì 3 agosto 2015

Mia madre

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di Daniela Palumbo
 
Mia madre, anzi la mia mamma, era bella; la più bella di Gela. Quella che per lei i poeti, che poeti non furono mai, scrissero lettere d'amore.
Era la mamma più mamma di tutte, da quando madre non era ancora, e riparava la propria sorella con la lana della sua mantellina, perché il vento non se la portasse via anzitempo.
Mia mamma era la sarta più sarta, su questo non ci è mai piovuto; che trasformava i miei strambi disegni in altrettanti abiti bianchi, o in vestiti da gran ...
dama.
Era golosa, la mia mamma, anche da grande, da tanto grande... Che per gustare una fetta di torta, o un pezzo di gelato, non le importava quasi più di quel cucchiaino, mascalzone...che continuava a tintinnare, irriverente e indiscreto, contro la porcellana o il vetro della coppa.
La madre mia è stata una mamma vera, mi ha fatto nascere, me e i miei fratelli, nonostante il suo amore antico... Per quel dio uomo che popolava i suoi sogni. Che mentre lei correva, lui l'aspettava a braccia aperte, sorridente in cima alle scale, dicendo più volte il suo nome, uguale al proprio: "Lui era lì, ed era alto alto, e io piccina piccina... E io saltavo i gradini, a quattro a quattro, e poi arrivavo là vicino a lui, che era davvero così grande... Che io riuscivo appena a stringergli le ginocchia".


domenica 2 agosto 2015

Moralia 5


di Enzo Barone

L’altra sera c’era, un vecchia pellicola western degli anni ‘40, “Duello al sole” mi pare si chiamasse. Si trattava di un drammone metà sentimentale, metà classico western d’azione, ma presto il film, o almeno alcuni suoi nuclei tematici dello script, sono diventati per me motivo di riflessione paradigmatica, soccorso in questa operazione dal fatto che quasi in ogni film americani di quell’epoca ad ogni passaggio narrativo significativo si può sovrapporre un elemento sociologico-simbolico nella logica dell’impianto a tesi.

sabato 1 agosto 2015

REMY


di Teresa Bianco

Dedico queste due righe alla mia cricetina Remy.
Vanno spiegate due cose:
- la 'brutta cosa con quel brutto nome sulla mia schiena spelacchiata' si chiamava 'raschiato' ed era un'analisi piuttosto cruenta ordinata dalla veterinaria per scoprire la causa di un'alopecia che si era presentata all'improvviso. Questo esame è stato poi evitato grazie ad un altro veterinario che ha consigliato di fare impacchi di camomilla prima di sottoporla al raschiato.
- le 'schiocche sulla schiena' sono bacini. 

È arrivato l’inverno: le giornate sono piu corte e fa buio presto. Il freddo punge, il vento non dà tregua. Lo sai, io sono pigra. Pigra per carattere, per costituzione. Pigra di famiglia.

venerdì 31 luglio 2015

medianoche (midnight, 2007)



by guido monte
                                                                                       
[ Once Terence’s Chremes: humani nil
a me alienum puto, ‘ all that’s human,
 it isn’t far from me ’ −
 but Hesiod’s visiting angels: idmen
pseýdea pollà léghein etýmoisin omoia,
  ‘ ours are voices of credible lies ’
at last Pindar, dedaidalmenai pseydesi poikilois
 ecsapatonti mýthoi...‘ myths, mixed
 with credible lies, confuse us...’ ]

1
When it’s caught up
 every little human illusion...
Wenn aus den Weltenweiten
an ending voice says:
«es medianoche...midnight»,
je reçois the last black human clouds
d’un monde encore tout seul,
of a wars world alone
                   wars that can’t be off

2
 Ting,
the melting pot:
_______
___ ___
_______
_______
_______
___ ___
linn the fire, sunn the wind
on this different way
où nous sommes des otages de l'obscurité,
where we’ re hostages of darkness

(sed Ezra: «nor are here souls, nec personae...
nothing matters but the quality
 of affections»)

3
L’antico umore una volta
s’accese nel calore del sole
 once the ancient mood caught life;
here are the lands, vastes mondes,
beithe luis nin
 how many stars listen
to the mutable human noises

et dans un instant
you must decypher un long espoir,
time sweeping away the pale day
dans une terre loin de la terre
and before chaos...
chaos, the only cosmos’ face:
nous ne sommes rien d’autre
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Beithe luis nin ( birch, ash, rowan) are the universal references of beth luis nion , the first three letters of an ancient Celtic alphabet.
The verses of “Ezra”: Ezra Pound, Canti Pisani (Pisan cantos), LXXVI.