di Enzo Barone
Premetto che l'idea che suggerisce il titolo mi era balenata appena pochi giorni dopo i fatti di Tunisia ed Egitto. Prima che se ne parlasse così tanto sui mass media.
E certamente nessun giornalista avveduto poteva in seguito sottrarsi ad una analisi, benchè sommaria, che andasse in questa direzione. La forza travolgente, inarrestabile come di valanga; la concatenazione tra le rivolte dei vari paesi per effetto domino e soprattutto l'incredulità degli osservatori esterni davanti alla facilità con cui sembrano sgretolarsi regimi atavici e secolari di tirannia sono argomenti sovrabbondanti per permettere di fare un parallelo che regga il paragone.
Diversi sono naturalmente i contesti, diverse le condizioni politiche e sociali. Ma il riferimento regge.
L'analisi meriterebbe uno spazio e una serietà nell'approfondimento che per il momento esula dalle intenzioni di questo intervento.
Ma una riflessione, anche soltanto improntata ad una visione delle cose disinteressata e al semplice buon senso, inducono a queste osservazioni:
1) anche nel terzo millennio, nelle società cosiddette complesse, folle di disperati puri e semplici, di temerari determinati a tutto hanno il potere di travolgere, come un'onda di tsunami, regimi truci, militarmente assai agguerriti, esattamente come in un altro '89 in Francia;
2) non è storicamente vero (anche per le epoche storiche di media durata) che certe società delle aree del mondo socialmente e culturalmente considerate arretrate sono destinate a sopportare con rassegnazione per decenni, se non addirittura per secoli, vessazioni, sovercherie, privazioni dei diritti umani ormai riconosciuti come fondamentali da lungo tempo nelle società evolute, come se tutto ciò fosse retaggio di un destino eterno ed immutabile;
3) la Storia (quella con la maiuscola) si sottrae spesso, grazie a Dio, alle previsioni dei più avveduti degli analisti;
4) il Mondo Occidentale, anche quello socialmente corretto, umanitarista, buonista e terzomondista - che pensa e scrive nell'interesse dei paesi altri da noi - si augura, da un lato che tutto il Maghreb e il medioriente intero forse possano liberarsi da rais, sultani, e imam di ogni genere, affrancarsi da barbari anacronismi che appartengono oramai alla preistoria delle nostre società civili, a patto naturalmente di non patirne pegno, in termini di ondate migratorie incontrollate (l'Europa) o di destabilizzazioni libere e imprevedibili, ma irte di preoccupanti interrogativi (gli Stati Uniti) verso nuove forme di potere, integraliste, socialiste forse o comunque non filooccidentali e cioè non esattamente, non proprio come vorremmo che fossero.
Nel nostro interesse.
Premetto che l'idea che suggerisce il titolo mi era balenata appena pochi giorni dopo i fatti di Tunisia ed Egitto. Prima che se ne parlasse così tanto sui mass media.
E certamente nessun giornalista avveduto poteva in seguito sottrarsi ad una analisi, benchè sommaria, che andasse in questa direzione. La forza travolgente, inarrestabile come di valanga; la concatenazione tra le rivolte dei vari paesi per effetto domino e soprattutto l'incredulità degli osservatori esterni davanti alla facilità con cui sembrano sgretolarsi regimi atavici e secolari di tirannia sono argomenti sovrabbondanti per permettere di fare un parallelo che regga il paragone.
Diversi sono naturalmente i contesti, diverse le condizioni politiche e sociali. Ma il riferimento regge.
L'analisi meriterebbe uno spazio e una serietà nell'approfondimento che per il momento esula dalle intenzioni di questo intervento.
Ma una riflessione, anche soltanto improntata ad una visione delle cose disinteressata e al semplice buon senso, inducono a queste osservazioni:
1) anche nel terzo millennio, nelle società cosiddette complesse, folle di disperati puri e semplici, di temerari determinati a tutto hanno il potere di travolgere, come un'onda di tsunami, regimi truci, militarmente assai agguerriti, esattamente come in un altro '89 in Francia;
2) non è storicamente vero (anche per le epoche storiche di media durata) che certe società delle aree del mondo socialmente e culturalmente considerate arretrate sono destinate a sopportare con rassegnazione per decenni, se non addirittura per secoli, vessazioni, sovercherie, privazioni dei diritti umani ormai riconosciuti come fondamentali da lungo tempo nelle società evolute, come se tutto ciò fosse retaggio di un destino eterno ed immutabile;
3) la Storia (quella con la maiuscola) si sottrae spesso, grazie a Dio, alle previsioni dei più avveduti degli analisti;
4) il Mondo Occidentale, anche quello socialmente corretto, umanitarista, buonista e terzomondista - che pensa e scrive nell'interesse dei paesi altri da noi - si augura, da un lato che tutto il Maghreb e il medioriente intero forse possano liberarsi da rais, sultani, e imam di ogni genere, affrancarsi da barbari anacronismi che appartengono oramai alla preistoria delle nostre società civili, a patto naturalmente di non patirne pegno, in termini di ondate migratorie incontrollate (l'Europa) o di destabilizzazioni libere e imprevedibili, ma irte di preoccupanti interrogativi (gli Stati Uniti) verso nuove forme di potere, integraliste, socialiste forse o comunque non filooccidentali e cioè non esattamente, non proprio come vorremmo che fossero.
Nel nostro interesse.
credo purtroppo che gli esiti di queste rivolte possano portare alla nascita di stati islamici integralisti-fondamentalisti (senza naturalmente voler giustificare l'operato dei predecessori)
RispondiEliminaennio