by Sandra Collura
La nera notte
fuggiva dai tuoi occhi tondi
ed io covavo l’insano desiderio
di affondare le mani nella calda ferocia
che si affacciava dai bianchi denti aguzzi di lupo.
Dai tuoi occhi, pervasi da indifesa dolcezza,
ammiccavano le bianche lunette della paura.
E mi perdevo in quello sguardo:
la tua paura era la mia paura
Fragilità tenera e cattiva
in te si mescola con ansia d’amore
vieni dalle scure voragini dell’universo
dove la vita è un grumo di caldo sangue.
Sei venuta, un fremito di vita convulsa
con la bramosia delle tue fauci ferine.
Piccola, fragile
Col cuore ferito da carezze e abbandoni,
Cosa da vendere all’egoismo
Degli sguardi che ti desiderano.
Quel pomeriggio andavi dove fiutavi
Ti aggiravi dimentica
Col collarino rosa delicato
Ti aggiravi fremente,
nello sporco marciapiede bagnato
lucido il pelo nero, dopo la toletta.
Dalla casa alla strada, quasi indifferente
Ma, non so, forse
Il riflesso d’un istante d’amore
S’accende nelle tue scattanti zampette.
Dov’ è lo spirito?
Forse è tutt’uno con la materia di cui sei fatta.
Divina bestialità
Perfori col tuo sguardo vuoto
L’umano superiore spirito
E lo riempi di terrore.
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