By Silvia Dello Russo
photo by Guido Monte
photo by Guido Monte
Alla fermata dell’autobus
una vecchia insegna luminosa lampeggia
fendendo a tratti la nebbia
affilando strali nella mia memoria.
A quella fermata dell’autobus forse due secoli prima
un bambino ed una madre, ai piedi di un gelso…
Il vento attraversava i loro folti incolti capelli.
Innanzi a loro una prateria d’infinito.
La madre, dalla mano ruvida morbida calda,
accarezza il capo del bimbo
che leggero guarda gli occhi materni
restandovi all’interno,
profondo e sicuro.
L ‘anziana signora di fianco a me
chiede che ore siano,
e si lamenta del freddo e dell’umidità,
arriva l’autobus, l’11
saliamo
e dai vetri appannati apro un piccolo tondo
col palmo del mio guanto freddo
ed in lontananza
continuo a guardare
quella madre
quel bambino
quel sole morbido e giallo infondersi
tra i rami del gelso
tra i loro capelli
una vecchia insegna luminosa lampeggia
fendendo a tratti la nebbia
affilando strali nella mia memoria.
A quella fermata dell’autobus forse due secoli prima
un bambino ed una madre, ai piedi di un gelso…
Il vento attraversava i loro folti incolti capelli.
Innanzi a loro una prateria d’infinito.
La madre, dalla mano ruvida morbida calda,
accarezza il capo del bimbo
che leggero guarda gli occhi materni
restandovi all’interno,
profondo e sicuro.
L ‘anziana signora di fianco a me
chiede che ore siano,
e si lamenta del freddo e dell’umidità,
arriva l’autobus, l’11
saliamo
e dai vetri appannati apro un piccolo tondo
col palmo del mio guanto freddo
ed in lontananza
continuo a guardare
quella madre
quel bambino
quel sole morbido e giallo infondersi
tra i rami del gelso
tra i loro capelli
Poesia delicata, semplice, onesta...brava. E dimenticavo, per domenica prossima, forza Palermo.
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