giovedì 21 febbraio 2013

Oggi è la Giornata Internazionale della Lingua Madre


di Fonso Genchi

Il 21 febbraio del 1952, all’Università di Dacca, attuale capitale del Bangladesh ma che allora faceva parte del Pakistan, la polizia pakistana uccideva alcuni studenti che manifestavano per ottenere il riconoscimento ufficiale della loro lingua madre, il Bengalese. Dal 2000, ogni anno, il 21 febbraio si celebra la 13° Giornata Internazionale della Lingua Madre. Questa giornata è stata istituita nel novembre del 1999 dall’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), con la finalità di promuovere la diversità linguistica e culturale nel mondo e favorire il multilinguismo.

Ma di questa Giornata ben poco si sentirà parlare in Italia, paese europeo con la più alta diversità linguistica, che continua ad ignorare gli appelli degli organismi internazionali e non tutela la maggior parte delle 31 lingue, censite proprio dall’UNESCO, che tradizionalmente si parlano nel suo territorio, con l’eccezione di quelle delle minoranze linguistiche straniere storiche e di sole tre lingue regionali o locali: il Sardo, il Friulano e il Ladino.

Quest’anno la Giornata ha come tema specifico l’importanza delle pubblicazioni in lingua madre; senza libri scritti in lingua madre risulta difficile raggiungere gli obiettivi che indica l’UNESCO, tra i quali spicca l’insegnamento delle lingue madri nelle scuole, da affiancare alla lingua ufficiale nazionale ed alle lingue straniere, nel quadro di un multilinguismo che seri studi scientifici affermano essere uno stimolo notevole per il cervello dei bambini e degli adolescenti che porta ad un miglioramento delle capacità cognitive generali.

In occasione di questa Giornata, è stato presentato ai mezzi di informazione il Comitato per la Salvaguardia dei Patrimoni Linguistici, fondato nei giorni scorsi a Milano ma nato grazie ad internet: più di 2 anni fa, il giornalista piemontese Giovanni Marco Polli aprì sul social network “facebook”, per protestare contro alcuni spot della RAI che sembravano offendere i “dialetti” per il 150° anniversario dell’Unità, il gruppo denominato “Contro lo spot RAI 2010 sui “dialetti”: vergogna, sono lingue vive!”; in pochi giorni furono più di 3000 le iscrizioni al gruppo, provenienti da ogni regione d’Italia, e la RAI decise di modificare il testo degli spot. Portata a termine con successo la missione, il gruppo non si sciolse e alcuni degli iscritti hanno partorito col tempo l’idea di fondare un comitato in grado di lavorare dal basso per la tutela di tutte le lingue regionali e minoritarie parlate in Italia, interagendo anche con le istituzioni al fine di stimolarle in tal senso; compito difficile, data l’insensibilità dimostrata ripetutamente dalle stesse su queste tematiche. Ma in un periodo di rinnovo della classe politica, come quello che stiamo vivendo, è possibile che si aprano nuovi spiragli per la tutela del patrimonio linguistico d’Italia.

1 commento:

Questo blog consente a chiunque di lasciare commenti. Si invitano però gli autori a lasciare commenti firmati.
Grazie