lunedì 31 marzo 2014

Un giorno morirò di infarto

by Marco Ferrante
collage by Pippo Zimmardi

Un giorno morirò di infarto e non saprai perché,
penserai che sono state le sigarette degli anni passati,
la pedalata in bici in un giorno di troppo sole,
o le solite canzoni d'amore,
che mi piacevano tanto.

Un giorno mi si fermerà il cuore,
succederà come succedono le cose di ogni giorno,
uno degli ultimi battiti improvvisi
sarà per la prima e unica volta
l'ultimo,
e io me ne andrò via dalla quotidianità,
e tu accuserai prima me, e poi te, e poi magari gli altri,
e forse persino il cielo.

Eppure

Domani la nostra vita cambierà,
io ti regalerò quel mazzo di fiori
del fioraio all'angolo della strada
del piccolo paesino dove adesso viviamo,
insieme, con un figlio piccolo,
che curioso stuzzica i petali gialli con la mano,
i petali gialli del mazzo di fiori,
che io ti ho regalato,
e che ti piaceva tanto.

Un giorno le cose che conosci cambieranno
le persone con cui sei cresciuta se ne andranno
una dopo l'altra,
mentre io continuerò a insegnare a scuola,
ai ragazzi annoiati con la guancia appoggiata alla mano,
ai secchioni attenti dalla schiena dritta,
e ai sognatori addormentati tra i banchi di scuola.

Un giorno forse sarò nonno,
e parleremo del paese e della gente andata
un'ultima volta,
e con la mano rugosa sfiorerai la copertina d'un vecchio libro di Pavese
e mi guarderai negli occhi senza parlare
e io ti bacerò la mano, ma non leggerò il libro.

Un giorno morirò di infarto e ti chiederai se è vero,
guarderai attonita con la faccia stupita gli altri, intorno,
e sarai ancora bambina dopo tanto tempo,
per un'ultima e prima volta, ancora.
E senza dire niente a nessuno
ti sentirai di nuovo un'estranea
come quando arrivammo in paese,
e sorridesti alla vista dei fiori.

Un giorno forse sarò nonno
e la casa sarà sempre in disordine
e ci sarà rumore fin oltre il giardino,
preparerai tantissime torte,
riempirò bicchieri di vino
e alzeremo le braccia stanche.
Saremo vecchi, ma felici,
e il nostro corpo si muoverà solo per regalare sorrisi.

E voi crescerete, e capirete,
che prima poi dovrete vedere andare via gli altri,
a poco a poco, uno dopo l'altro,
e toccherà a me insegnare a te
quest'ultima lezione,
ma senza cattedra e gesso.

Tu non avere paura
delle mie mani fredde,
un giorno solamente morirò di infarto,
il cuore si fermerà con il suo ultimo lento battito,
dopo il suo eco si ripeterà per sempre,
e tu non sarai mai sola.

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