Poesia vincitrice del I Concorso “I Palingenetici” (2011-2012), sezione poesia.
SILENZIO
di Giulia Greco
Eterno che fugge come l’attimo
prima di sparire
tra un verso e un bicchiere di vino,
tra la luna e il tuo sospirare.
Mi chiedo se mai tornerai
dove sei? dove il tuo volto
so che l'amore è una corda spezzata
del pianoforte dei miei sogni,
conosco il tuo sguardo
quando mi hai detto
che non mi hai mai amato
e ancora ricordo il nostro ultimo bacio
come un sigillo ancora si insinua
nel mio amor donato
per ricordarmi che qualcosa ho vissuto
che il mio corpo dolcemente si decomporrà
fino ad esser concime per i vermi
e sterco per i fiori della primavera.
Il girasole segue sempre il sole, dicevano,
e se la notte lo avvolge, la testa lui abbandona
verso la terra, se il padre non può guardare.
Almeno la terra lo consolerà.
Piangeva, quando il cielo con lui piangeva,
e il sole derubava del suo splendore
con grigie sacche d’odio, con gocce d’amaro veleno.
E’ così che morirà. Piangendo insieme al cosmo intero
che piange per il sole che non rischiara più i giorni.
Scriverà la sua storia sulle foglie degli altri fiori,
singhiozzando, disperato, "Serbate, amiche piante,
in voi l'antico segreto"e così chiudendosi in sé,
s'inscurirà. Se solo avesse saputo
che il sole sarebbe tornato.
Troppo lunga la strada del non ritorno
troppo facile vivere senza desiderare
banale, forse inutile.
E’ qualcosa di me.
Vorrei essere come il vento
che ti bagna i capelli
di sospiri e poi sparisce
e nessuno si chiede
perchè se ne sia andato così presto.
Vorrei sparire dietro un dito
e senza preavviso rinascere grande
come una parola
una di quelle che rimangono per sempre.
Mi chiedo se non sia sporca la mia anima
se non sia evanescente
come il mio vomitare parole
che mai qualcuno ricorderà.