lunedì 1 ottobre 2012

Carlo Maria Martini, grandezza morale e audacia di Spirito


di  Rosario Ales

Ricordare il Cardinale Martini è un atto di riconoscenza, di gratitudine e di affetto per quanto questo amico di Gesù ha testimoniato con la sua vita, non soltanto nell’ attività pastorale, ma a tutta l’umanità, credenti e non-credenti.
Agli storici spetterà comprendere le dinamiche che il Cardinale ha saputo attivare:  l’ecumenismo, il dialogo interreligioso, il dialogo con il mondo contemporaneo, declinato nella pluralità delle sue manifestazioni: politica, etica, culture e linguaggi.
Il credente nutre la certezza che i semi gettati nel percorso della storia dal Cardinale Martini produrranno nel tempo molti frutti.

La qualità spirituale che si percepisce, è il coraggio della Fede in Gesù Cristo, una virtù al contempo semplice e profonda, che afferma i valori del Vangelo in ogni circostanza della vita.
L’energia di questa Fede consente di accostare Carlo Maria Martini  a figure imponenti nella storia della Chiesa, verso cui lo stesso cardinale ha continuato ad attingere a lungo: Agostino, Ignazio di Loyola, il Cardinal J. H. Newman e sul versante del magistero spirituale dell’arcivescovato milanese: Ambrogio,  per il coraggio del vescovo contro le minaccie interne ed esterne della Chiesa, Carlo Borromeo, patrono di Milano, per aver saputo leggere la violenza del suo tempo alla luce della Parola di Dio e infine per continuità l’opera pastorale dell’ex cardinale Montini.
Tre aspetti dell’insegnamento agostiniano sono stati approfonditi e segnatamente riproposti nella loro attualità nel magistero del Cardinale Martini (nel 1986 in occasione delle celebrazioni della conversione di Agostino a Milano e nel dialogo su Agostino con Massimo Cacciari in MicroMega 3/1996, oggi leggibile online).
1° aspetto : Agostino come “ scopritore dell’ Interiorità” ( Martini in MicroMega 3/1996 )
2° aspetto : “la storia si gioca nel cuore dell’uomo, … nel profondo dell’animo nostro, che avvengono le grandi scelte che determinano la storia.” (idem)
3° aspetto : “ la Chiesa come corpo di Cristo.” (idem)
Inoltre, i grandi temi agostiniani dell’inquietudine, della conversione, della libertà che attinge la trama da se stessi, della fragilità umana e della grazia, la  dimensione contemplativa dell’ordo amoris, la tranquillità dell’ordine nell’amore, sono temi spesso rievocati da Martini nella sua predicazione.
Altro maestro di libertà per  Martini è stato Ignazio di Loyola, alla cui sequela ha maturato negli anni giovanili la scelta vocazionale di appartenere all’ Ordine dei Gesuiti.
La spiritualità ignaziana era accompagnata nel Cardinale Martini dalla passione per la Lectio divina, approfondita da una severa disciplina scientifica per l’esegesi biblica.
Ha amato intensamente la Parola di Dio, radicando l’esperienza  di  fede nelle diverse situazioni, anche quelle avverse, comunicando da Arcivescovo alle persone semplici nella maniera più accessibile.
La fede è un’esperienza che matura nell’interiorità dell’ uomo nel suo percorso di autocoscienza,  “l’assenso reale è risultato di un itinerario di crescita che passa (come insiste Newman) attraverso varie prove” ( C.M.Martini - La radicalità della fede,1991 ed.Piemme, p.12 ).
Si avvertono, per chi scrive, delle affinità di Martini con il cardinale inglese: la centralità della coscienza, lo sviluppo della dottrina cristiana,  l’ammirazione di Martini per l’approccio empirico del mondo anglosassone e perfino il rimprovero a pubblicare su riviste liberal.
Afferma il Cardinale Martini nel dialogo con Marco Garzonio (Cardinale a Milano in un mondo che cambia,1985 ed. Rizzoli, p. 131): “ l’esperienza religiosa è innestata su un dato umano: la coscienza come punto di riferimento interiore, faro, guida sicura “.
Responsabilità ultima del  C. M. Martini l’Arcidiocesi di Milano, scelto alla fine degli anni Settanta da Giovanni Paolo II, pur nella diversità di temperamento e formazione culturale, lo ha voluto vicino nella collaborazione degli incontri interreligiosi ( incontri con i rappresentanti delle altre religioni, il cosidetto “spirito di Assisi”) nel dialogo ecumenico, nelle Conferenze episcopali d’Europa  e nei lavori dell’assise della Chiesa sul tema: “ La riconciliazione e la penitenza nella vita della Chiesa”, nell’affrontare con coraggio i temi scomodi nella Chiesa sul peccato e la sua dimensione sociale, nonchè  il tema della confessione e i cristiani peccatori. 
Martini è stato un grande arcivescovo di Milano, sono stati anni difficili per l’Italia e per la sua città (il terrorismo, la corruzione morale e politica della Prima Repubblica), ma intensa è stata la sua attività pastorale nel dialogo con i fedeli e anche le opere di carità e servizio realizzate dalla diocesi sotto il logo del “farsi prossimo”.
Retorico appare il ricordo di quell’iniziativa della “Cattedra dei non credenti” se non si comprendono le motivazioni attuali del dialogo con il non credente, anche con l’ateo, di una fede che,  come afferma M.Cacciari,  è in grado di rispondere, una fede che responsabilizza. (Avvenire, 1 sett. 2012).

Una eredità spirituale da riscoprire nel Cardinale Martini è la linea di continuità che lo lega al Cardinale Giovanni Battista Montini, nella missione di vescovo della chiesa ambrosiana,  per alcuni indirizzi strategici e programmatici di politica ecclesiale.
1.      La  lettura della Chiesa e della diocesi vescovile alla luce del rinnovamento conciliare;
2.      la responsabilità etica dei laici impegnati in politica;
3.      una profonda pastorale della cultura rivolta alla formazione della coscienza dei fedeli;
4.      l’ Unità della Chiesa nella pluralità delle forme di associazionismo, nel rispetto delle persone e della ricchezza di percorsi vocazionali.  
Per noi credenti, peraltro, credo si debba superare la polemica del secolo scorso, tra progressisti  e conservatori all’ interno della Chiesa, nella consapevolezza che queste due polarità albergano nel cuore dell’uomo, nella ferma convinzione che una dichiarazione di fede non affranca dal rischio del tradimento se non si traduce in un assenso reale, inteso come realizzazione concreta.
Vorrei concludere rievocando il Cardinale Martini, che, nel libro di M.Garzonio succitato, racconta  “ una pagina struggente e amara di Camus" (idem, p.149 ) : un padre gesuita e un medico non credente passano l’intera notte al capezzale di un bambino, che muore dopo lunghe ore di agonia. Al mattino,  nell’atto di lasciarsi, i due si stringono la mano e il medico dice al gesuita: “Vede, padre: adesso neppure Dio ci divide”.

5 commenti:

  1. Ricordo giusto e necessario, grazie d'averlo scritto.
    D.B.

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  2. Del Card. Martini ricordo in special modo le lettere pastorali, pubblicate ogni anno durante il suo episcopato ambrosiano. Hanno il pregio, non frequente nel linguaggio ecclesiastico, di saper comunicare il Vangelo in modo rigoroso e affascinante a partire dalle questioni cruciali della sensibilità postmoderna. In lui la disponibilità al dialogo era accompagnata da un notevole rigore e rispetto della dignità di ogni interlocutore.
    Rimane il rammarico che i media, mossi dall'inclinazione a creare opposizioni, gli abbiano sovrapposto in alcuni momenti un'immagine poco rispondente alla verità della persona.
    Grazie a Rosario per questo post!!!
    G. Br.

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    1. Le lettere pastorali del Card.Martini(consultabili nel sito
      www.chiesadimilano.it/C.M.Martini/lettere pastorali)mantengono ancora oggi un alto valore per la formazione della coscienza dei fedeli. Mi sembra che i media hanno comunicato un'immagine emozionale e semplificata della personalità del Cardinale, trascurando di rilevare la profonda e ampia attività pastorale che Martini seppe condurre nella diocesi ambrosiana.
      Grazie a Giuseppe.
      Rosario

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  3. Fu padre e maestro, uomo di Dio per gli uomini del nostro tempo.
    Adesso è intercessore.

    Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono (Mt 4,19-20).

    «È destinata a perire una Chiesa nella quale non si avesse più fiducia nel fatto che Dio chiama anche oggi, in questo mondo sempre più secolarizzato, a consacrare a Lui tutta la vita per il servizio del Regno. È questa consapevolezza che stimola la preghiera per le vocazioni» (C.M. MARTINI, Lettera ai preti sulla vocazioni al ministero ordinato, 2001).

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    1. Nei momenti difficili della vita, volgersi verso Qualcuno in cui abbiamo fede alimenta in noi l'energia che ci aiuta a superare le vicissitudini della vita; grazie di queste sue parole concrete e attuali, da parte di un credente laico.
      rosario ales

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