Li vidi sulla tua pelle
Nitidi e forti mentre tu con il tuo
Sous-ris
Tentavi
Di cacher appunto
Sotto il riso
Le cris
Parlavi inconsapevole
e venendo da lontano
lasciavi impronte di giunchiglie
Che sbocciavano al tuo passaggio
Il vento ti muoveva i capelli
Ed ogni volta un'edera verde
li intrecciava affinché non coprissero
i tuoi verdi occhi
Ancora madidi
Ti accarezzavi il volto e dalle tue dita
piccole margherite bianche si posavano sulle tue gote
E chissà da dove venivano quelle parole
che sempre più madre natura ti avvolgeva
come in uno scudo di guerra
fatto di nuovo amore
Erano nere livide passate le parole
Mentre il tuo presente le risbocciava
e riprofumava riposandole sulla tua lingua
Una farfalla poi volò nella tua bocca
proprio mentre lei si contorceva
in un espressione di lamento
Ne uscirono mille farfalle bianche
e nelle tue viscere fiorivano orchidee
e sul tuo fegato sbocciava una rosa bianca
E mentre un usignolo cantava
dal tuo orecchio destro,
Sul tuo petto madre natura s'incarnava
Le vide
era stato colmato
E non li vidi più i segni del tuo vecchio dolore
le tue sembianze da dea si trasmutavano
in quelle di madre
Che sei
Jaquesson
Sono il figlio di Giacomo
E ti ho vista
Arrivare da antiche tenebre che hai vinto
Per accomodarti regale sul trono che ora occupi
E maestosa e placida sorseggi
Il tuo nettare fluttuante nel mondo
Sprigionando incessantemente da ogni parte di te
L'indicibile amore da cui provieni
Se il Jaquesson, è quello che imbottigliano in Francia, allora altro che nettere..
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