by Silvia Dello Russo
(photo by guido monte)
Credevo di esserci arrivata
(photo by guido monte)
Credevo di esserci arrivata
Invece no
da cento anni giravo su me stessa
Credevo di averla conosciuta
Invece no
Non ne percepivo
Che la superficie piana.
Non percepivo i rilievi dei suoi seni
le curve dei suoi fianchi
Chi era questa Vita di cui tutti parlavano?
Dicevano abitasse in mezzo al deserto
Dicevano si vestisse d’azzurro di giorno
E vagasse nuda la notte
E che Intorno a lei nugoli
di uomini donne bambini affamati
mendicassero mille e ancora più cose.
I vecchi dagli occhi profondi di storia
erano gli unici a parlarmi di lei
e mi dicevano fosse bellissima
Così partii un giorno
Decisa di cercarla e trovarla
E girai e cercai
In città di lusso
Tra matrigne e soldati di piombo
In paesi di miserie
Sotto le bombe
Tra le mine di guerra
Tra arti amputati
Sotto le macerie
Di terremoti d’anime...
Arrivai persino Tra le grinfie
di uno stanco e storpio minotauro…
Nel suo labirinto che
altro non era che un piccolo giardino
Ma non la trovai
Non la trovai davvero
Eppur credevo appunto
credevo...
Fu allora che
stanca
col musone lungo e gli occhi grandi
me ne tornai a dormire
vestita di sabbia... protetta
dal cielo azzurro che di giorno mi ricopriva
ancora sicura che ci sarebbe stata
un’alba Bianca al mio risveglio
sicuramente piena di Sapienza
e Consapevolezza
Pietra nuova
della mia essenza eterna
e alata