di Raimondo Augello
Martedì 31 gennaio, presso la libreria Feltrinelli di Palermo, si è tenuto un incontro con Eugenio Bennato in occasione della presentazione della sua ultima raccolta, “Questione meridionale”. L’evento è stato organizzato in concomitanza con il concerto che il cantautore napoletano insieme al suo gruppo, Taranta power, avrebbe poi tenuto la sera stessa al teatro Dante. Bennato ha brevemente raccontato la storia della propria esperienza artistica, a partire da quando, più di trent’anni fa, giovane musicista, insieme a Carlo D’Angiò aveva intrapreso un sodalizio artistico che avrebbe portato entrambi in giro per i paesi e le contrade più sperduti del nostro Sud alla ricerca delle tracce di una cultura musicale che costituiva un patrimonio cui attingere immenso ma nascosto.
Bennato ha poi raccontato di come ben presto questa ricerca di carattere antropologico sia arricchita di una matrice più marcatamente storica, quando il regista Anton Giulio Majano gli chiese di comporre una colonna sonora per “L’eredità della priora”, sceneggiato in otto puntate che la Rai avrebbe mandato in onda in prima serata (altri tempi!) avente come tema la cosiddetta “guerra al brigantaggio”, vista però dalla parte dei vinti. Ne nacque così “Brigante se more”, destinato nel tempo a diventare una sorta di inno e bandiera di certo revisionismo storico di chi non si accontenta di limitarsi alle verità di comodo che la “vulgata”sui fatti risorgimentali ha tramandato per generazioni sino a noi. Da quel momento in poi, la ricerca sperimentale sui suoni e i ritmi del nostro Sud in Eugenio Bennato è diventata un tutt’uno con la ricerca della verità su quei fatti che così fortemente hanno segnato non soltanto l’età risorgimentale, ma anche la storia del Meridione d’Italia sino ai nostri giorni.
Come frutto di questa ricerca durata parecchi anni, nasce dunque “Questione meridionale”, di cui Bennato ha presentato alcuni brani. “Il sorriso di Michela”, in particolare, dedicato a Michelina De Cesare, bella e fiera brigantessa uccisa all’età di ventisette anni, eroico e perenne paradigma, nella sensibilità dell’autore, di ogni donna che combatta per la difesa dei propri ideali. Un brano le cui parole e la cui melodia sono carichi della dolce malinconia che suscita il ricordo di chi abbia perduto la vita a vent’anni sfidando con il suo sorriso, come scrive Bennato, “la retorica infinita di chi ha invaso la sua terra e la sua vita”. E poi “Ninco Nanco”, brano dedicato al guerrigliero lucano il cui aspetto fisico (è stata notata una forte somiglianza, anche nelle foto scattate dopo morto dai Piemontesi, con Ernesto Guevara) contraddiceva, osserva Bennato, le note teorie lombrosiane, combattente scelto a simbolo della rivolta morale di chi non volle soggiacere all’invasione piemontese e alle violenze e alle spoliazioni che ne seguirono. Un brano dal ritmo coinvolgente, in cui i toni elegiaci de “Il sorriso di Michela” lasciano spazio alla denuncia esplicita e risentita di quanto fu perpetrato.
L’incontro con Bennato è stato seguito da una folla numerosa che gremiva la saletta riservata dalla Feltrinelli all’evento, una folla selezionata, composta in massima parte da intellettuali ma anche da gente comune, di ogni età, una folla attenta alla parola dell’autore e disposta a farsi coinvolgere dal ritmo incalzante delle chitarre e dalla forza emotiva dei temi trattati. Una lezione morale, quella impartita da Eugenio Bennato, rivolta, come egli stesso ha dichiarato, a tutti coloro che non sono disposti a lasciarsi guidare dai modelli televisivi imposti da una società massificata.
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