di Enzo Barone
Mi riferisco alla filosofia economico-ecologista di Alex Langer e dei suoi apostoli, al pensiero sulla decrescita serena di Serge Latouche, ma anche ad esempio alle riflessioni di Codifas, un’associazione di agricoltori che propone un modello di sviluppo alternativo per l’agricoltura siciliana (l’unico possibile a loro dire) basato anche sul ritorno alle antiche pratiche, stoltamente dismesse, del solidarismo, della sussidiarietà cooperativa, della rivalorizzazione del territorio e del circuito di mercato a corto raggio.
Secondo aspetto del problema: la demolizione delle ideologie strutturate degli ultimi decenni ha portato una conseguenza positiva, la possibilità cioè che la morale cristiana si possa incontrare senza più pregiudiziali con i valori progressisti e laici sul terreno condiviso dell’etica umanistica.
Allegato carta Etica dei Movimenti Civici
coscienze.
Si è svolta sabato 4 e domenica 5 febbraio l’Assemblea regionale dei Movimenti Civici della Sicilia. Per chi non avesse contezza di cosa siano i movimenti civici e perché si siano riuniti in assemblea si può brevemente e con semplicità didascalica dire che un gruppo di associazioni diffuse nel territorio regionale, animate dagli stessi principi ispiratori, ha ritenuto qualche anno fa utile per la prima volta collegarsi in una rete diffusa, che non si propone di essere solo uno strumento di connessione tra le parti, ma un vero coordinamento unitario per formare un organismo coeso e unitario nella molteplicità.
Quali i principi di cui si parlava? Nulla di straordinario o di sconvolgente. Come si legge nella carta etica di cui i movimenti stessi si sono dotati (il cui testo è allegato a questo articolo): si sottolinea da un lato l’evidentissima deriva morale, economica, valoriale che angustia il nostro paese e si prospetta quindi come antidoto il vero perseguimento del Bene Comune civico, il primato della persona e come fondamenti dell’agire libertà, eguaglianza, fraternità, solidarietà, sussidiarietà, laicità infine.Principi già ampiamente assimilati e certo anche abusati dal pensiero politico moderno progressista, dalla Rivoluzione Francese in poi almeno.
Cosa c’è quindi di interessante al di là di un certo facile buonismo, del deja vue della sintesi tra pensiero sociale della Chiesa post conciliare e filantropismo laico alla Kant o l’etica democraticistica progressista? Sulla carta nulla.
Bisognava andare all’assemblea a sentire i delegati, ad annusare l’aria, a sentire, come si dice, gli umori dei partecipanti.
Bisognava percepire la volontà di ricerca di una saldatura (peraltro felicemente raggiunta) tra tutte queste nobilissime cose e il recente pensiero anticrisi che gli intellettuali più avveduti vanno maturando negli ultimi anni per strade diverse, ma convergenti. Perché nel dovizioso cartello che accoglieva i vari movimenti si potevano leggere le sigle di associazioni del mondo cattolico ed etico ben riconoscibili nel panorama del solidarismo siciliano, l’associazionismo laico, ma anche movimenti di nuova formazione, gruppi che formulano un approccio innovativo all’analisi delle ragioni della crisi economica del mondo occidentale e che soprattutto propongono soluzioni alternative a quelle finora conosciute. Mi riferisco alla filosofia economico-ecologista di Alex Langer e dei suoi apostoli, al pensiero sulla decrescita serena di Serge Latouche, ma anche ad esempio alle riflessioni di Codifas, un’associazione di agricoltori che propone un modello di sviluppo alternativo per l’agricoltura siciliana (l’unico possibile a loro dire) basato anche sul ritorno alle antiche pratiche, stoltamente dismesse, del solidarismo, della sussidiarietà cooperativa, della rivalorizzazione del territorio e del circuito di mercato a corto raggio.
Nel complesso comunque dal magma indistinto e ricchissimo di idealità dell’assemblea si è percepita la sensazione che l’esperienza che portano avanti i Movimenti Civici, come altre esperienze simili, costituisce un fenomeno per il momento poco definito politicamente, ma certamente sociologicamente e culturalmente molto importante, tale da consentire tre importanti riflessioni.
Prima considerazione: ciò che fino ad ieri cioè era considerato teoria marginale, eretica, congettura visionaria e avventurosa (probabilmente perché il pessimismo dei profeti è stato superato dalla incredibile gravità della realtà in corso di svolgimento) privato della sua carica provocatoria, è divenuto saggia pratica politica: l’utopia costruttiva diventa necessità per coltivare ancora la speranza.Secondo aspetto del problema: la demolizione delle ideologie strutturate degli ultimi decenni ha portato una conseguenza positiva, la possibilità cioè che la morale cristiana si possa incontrare senza più pregiudiziali con i valori progressisti e laici sul terreno condiviso dell’etica umanistica.
Terza e più interessante riflessione: per la prima volta nella storia dell’occidente contemporaneo si assiste in questo come in molti altri movimenti alla creazione di soggetti “politici” (penso anche ai grillini, agli indignati, ai giovani magrebini addirittura) costituitisi veramente dal basso, con una elaborazione di pensiero straordinariamente collettiva, assembleare e partecipata, senza una adesione quindi della massa al contenitore partito, all’idea elaborata da pochi o da un singolo pensatore e soprattutto con la geniale consapevolezza che i principi, giusti e belli quanto vuoi, non diventano pratica effettiva se prima non si perviene ad una conversione dei costumi, ad una mutazione intima delle pratiche di vita quotidiana dei singoli, che quei principi condividono teoricamente.
Non sembri esagerato in definitiva affermare che si sta oggi realizzando in alcuni avveduti segmenti della nostra società una sorta di mutazione genetica nella progettazione del pensiero politico e nella identificazione dei suoi soggetti. Mutazione che parte da molto lontano, ma con dei bruschi salti evolutivi, come Darwin e compagni ci insegnano.
Va tramontando rapidamente all’orizzonte la democrazia rappresentativa così come l’abbiamo intesa finora e cioè come delega incondizionata e cieca data dal popolo a pochi suoi rappresentanti, dotati di un mandato decisionale senza vincoli. Di la del mare forse si prepara già una nuova alba di partecipazione degli uomini alla gestione della cosa pubblica: nessuno sa di preciso che colori essa avrà, ma di certo il tempo è giusto perchè ognuno possa collaborare a colorarla, facendo la sua parte, a modo suo.Allegato carta Etica dei Movimenti Civici
Documento approvato nell'Assemblea Costituente del 26/ 27 Novembre 2010.
C A R T A E T I C A
“Il primato della Persona”
La carta etica di cui i movimenti civici intendono dotarsi non vuole essere un codice di
enunciazioni o di regole, ma uno strumento semplice per offrire alcuni punti di riferimento
valoriali e far crescere nei cittadini, nella politica, nelle istituzioni, la capacità di un
orientamento complessivo verso fini diversi rispetto agli interessi personali, egoistici, di profitto
incontrollato, di potere. Vuole rappresentare cioè uno strumento di promozione della persona
umana, per un processo di umanizzazione rispondente alla crisi irreversibile che il nostro
Paese sta attraversando sul piano economico, strutturale e valoriale. Le strategie debbono
essere fortemente integrate e giocate in una molteplicità di piani a partire dagli stessi cittadini.
L’adesione al Coordinamento dei Movimenti Civici, realtà di base che opera in una visione
della società e della politica partecipata e solidale, comporta l’impegno di comportamenti
personali e di gruppi associati rispettosi principalmente della dignità di ogni persona e dei suoi
diritti fondamentali, delle istituzioni, dell’ambiente. I valori fondanti su cui si poggiano tali
comportamenti sono insiti nella stessa natura dell’Uomo e hanno come cardine principale la
Persona, intesa sia come ente, che aspira alla realizzazione integrale delle proprie aspirazioni
più profonde, sia come protagonista della vita civile. A tal fine è indispensabile che il singolo
cittadino riscopra il valore del proprio impegno attivo e sia in grado di assumersi la
responsabilità delle proprie azioni
.
“ Il fondamento dell’agire”
La nuova concezione politica partecipativa è improntata su alcuni valori da sempre inscritti
nella coscienza dell’ essere umano e la cui efficacia è proporzionale alla capacità dei singoli
individui di incarnarli nel proprio agire quotidiano. Un’ autentica trasformazione, infatti, è
impossibile se non è supportata dalla disponibilità dell’ individuo a cambiare la propria
mentalità, rinunciando a posizioni di conservatorismo ideologico e di fanatismo irrazionale,
motivo di conflitto e di inutili divisioni.
·
Libertà: elemento costitutivo dell’ uomo il quale, pur compiendo bene le urgenze
quotidiane, può esercitare la propria capacità di scelta di ciò che fa in funzione di un
bene generale e non personale. La manifestazione della libertà implica l’ esercizio di
diritti e doveri propri della convivenza civica improntata su relazioni di reciprocità
·
Uguaglianza: riconoscimento dell’uguale natura e dell’uguale dignità di ogni uomo,
indipendentemente dal sesso, religione, razza, condizione e appartenenza sociale. Il
principio di eguaglianza dà a tutti il comune diritto di cittadinanza e coinvolge
nell’azione politica non solo le singole persone ma tutti i soggetti associati. Introduce
così nell’amministrazione pubblica una tensione effettiva a regolare lo sviluppo sociale
in modo più ordinato.
·
Fraternità: come principio ontologico e antropologico che afferma la comune
appartenenza alla famiglia umana, inclusiva della diversità, condizione indispensabile
dello sviluppo politico. Solo una fraternità concretamente vissuta può dissolvere gli
aspetti negativi dell’ individualismo, nel rispetto dell’ individualità e dell’ identità,
riequilibrando il principio di libertà e di uguaglianza.
·
Solidarietà: disponibilità a riconoscere l’altro, anche quello che sembra estraneo e non
prossimo come “altro” che mi riguarda. Pertanto, è diversa dall’ assistenzialismo che
pone in una posizione di disparità chi fornisce il proprio aiuto e chi lo riceve, ma attiene
alla condizione di “prossimità umana” che, attraverso i legami affettivi, morali e
materiali, salda in un vincolo di mutuo, reciproco sostegno e assistenza gli individui tra
di loro. Solo così l’unione del singolo alla comunità di cui fa parte e di questa a lui può
manifestarsi come espressione di “unità” dove ciascuno, con il proprio contributo, è
parte insostituibile del tutto e elemento essenziale della catena umana.
·
Sussidiarietà: spinta auto-propulsiva che interagisce fra tutti i soggetti della società a
partire dalla famiglia fino alle Istituzioni sovranazionali. E’ verticale, intesa cioè come
azione delle istituzioni che devono creare le condizioni perché ogni persona, singola o
associata, possa integrarsi e provvedere alla crescita della comunità; orizzontale,
come aiuto reciproco tra cittadini. In questo dinamismo, al fine di realizzare la
partecipazione “dal basso” è necessario individuare nuove possibilità di raccordo fra le
diverse componenti sociali ove le rappresentanze civiche assumono attraverso “reti
territoriali” il compito di promuovere e supportare nuovi progetti di sviluppo locale.
·
Laicità: valore insito nella coscienza individuale della persona a prescindere da
qualunque fede professata o meno e comune a tutti gli uomini. Nella prassi sociale e
politica si esprime come legittima “responsabilità nella libertà” dell’agire personale nel
campo complesso e esigente delle realtà terrene che porta a separare la sfera politica
dalla sfera religiosa, a cui si riconosce una funzione pubblica.
Questi valori essenziali e irrinunciabili costituiscono il fondamento e il criterio della
partecipazione, della convivenza, della cittadinanza. Essi sottendono comportamenti
responsabili, esercizio di discernimento nella vita pubblica e privata e debbono definirsi nel
segno della trasparenza e coerenza dell’azione, nel rispetto della giustizia e della legalità,
nella ricerca di principi e valori condivisi che conducano verso il Bene Comune.
“La concretezza dell’azione”
1
Per incidere efficacemente, principi e valori debbono entrare nel modo di essere e di
pensare dei cittadini comuni, degli amministratori, dei politici e debbono tradursi in obiettivi,
in progetti, in iniziative capaci di ridefinire il volto delle nostre Città, di orientarne lo
sviluppo, di rimodellare le Istituzioni, di indirizzare al bene l’agire comune.
1
Per quanto concerne l’ applicazione concreta dei principi enunciati nella presente carta etica si rimanda alla successiva
stesura di linee-guida da sottoporre all’ approvazione dell’ Assemblea del Movimento e che ogni associato dovrà
rigorosamente osservare.
Per perseguire risultati concreti è necessario attivare fra i diversi soggetti interessati un
processo virtuoso di condivisione e compartecipazione nelle scelte attraverso il dialogo e il
confronto costante, mirando anzitutto a:
costruire consapevolezza/consenso/comunicazione su una nuova priorità di valori,
meno individualistici e più solidali, in coerenza con una visione di persona che fa parte
di una comunità con la quale co-evolve
modificare lo stile di vita di ciascuno nel rapporto con gli altri, con la natura, con gli
strumenti
orientare le scelte e i comportamenti reali non in funzione di valori economicistici ma in
funzione di una migliore qualità della vita
promuovere la partecipazione “dal basso” nella costruzione di scelte collettive e nella
capacità di auto-governo, verso una democrazia non formale, ma partecipativa e
deliberativa
rifondare la struttura istituzionale poggiandola sul citato principio di sussidiarietà, che
valorizza la soggettività, la famiglia, la comunità, ecc. e allarga gli spazi della
cittadinanza, intesa come riconoscimento a far parte a pieno titolo di una comunità
ristabilire, attraverso un rapporto sinergico “a rete”, un patto sociale che metta insieme
cittadini, istituzioni, rappresentanze sociali, agenzie formative, mondo della cultura,
delle scienze, dell’economia, ecc., capace di realizzare l’interesse generale e
comunque il buon governo. In tal modo si recupera efficienza nell’uso delle risorse e
nello stesso tempo viene garantita una personalizzazione dei servizi e dei supporti alla
persona.
“Visione politica e ricadute operative”
L’ obiettivo del coordinamento è quello di promuovere una visione alta della politica ed una
azione conseguente che abbia come protagonisti i Movimenti e le Associazioni e come
principale finalità la realizzazione del
“bene comune”, ossia quella condizione ottimale di
rapporto sociale, fondato sul giusto equilibrio tra una norma giuridica -ispirata a principi etici- e
la libertà dei singoli, ad essa sottoposta e da essa garantita.
In tal modo l’ azione politica viene ricondotta alla sua dimensione originaria di servizio, che
prescinde dal perseguimento di obiettivi egoistici ed individuali, indirizzati all’ acquisizione di
una posizione di potere da parte di alcuni membri della comunità su altri.
La Politica diventa così non uno strumento che crea luoghi segnati da massificazione e
anonimato, da emarginazione e abbandono, da diseguaglianze e oppressioni, ma che apre a
spazi di cittadinanza e di partecipazione, dove può realizzarsi una piena umanizzazione, una
più fruttuosa socializzazione, dove può essere ricercato e costruito uno sviluppo solidale,
autenticamente umano. Affinché tutto ciò si realizzi, ad ogni cittadino si richiede di rinunciare
ad una posizione di inerte passività e di impegnarsi attivamente, mettendo a disposizione della
comunità civile le proprie competenze specifiche. L’ azione politica individua la propria finalità
nello Sviluppo Integrale della Persona che, grazie ad una crescita esistenziale, sociale e
spirituale può trovare il senso più profondo della propria vita e mettersi a servizio della
comunità di cui fa parte.
I Movimenti Civici della Sicilia, dando vita ad un Coordinamento regionale, intendono
assumere questa Carta Etica come
vademecum di una scelta di partecipazione, sia come
semplici cittadini sia come possibile classe dirigente, alla vita politica della regione e delle città.
La Carta Etica è lo strumento di riferimento per un impegno coerente a servizio delle
realtà territoriali siciliane
. Sta nell’ esigenza di dare una risposta efficace alla crisi
irreversibile che il nostro Paese sta attraversando, la sfida che richiede motivazioni forti e
offerta di contributi liberi e generosi. Oggi, non basta ritrovarsi solo per condividere una
concezione della vita pubblica fondata su alcuni presupposti fondamentali, ma occorre
impegnarsi per uniformare la propria condotta ad alcuni irrinunciabili principi etici, in modo da
colmare la frattura - ormai ampiamente diffusa - tra etica e politica, e assumere, di
conseguenza, la responsabilità di avviare un percorso nuovo, autentico ed efficace per lo
sviluppo territoriale e determinante per un cambiamento reale delle mentalità e delle
coscienze.
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