by Silvia Dello Russo
“Gli Elisir del Diavolo” di Ernst Theodor Hoffmann
(titolo originale dell’opera “Die elixiere des Teufels”, Reclam 1815)
Uno specchio che s'infrange e si frantuma in mille pezzi, che rifrangono, distorti, un'immagine, più immagini, di un unico io.
Francesco, Frate Medardo, il conte Vittorino: plurimi volti, plurime vite di un unico protagonista che nei mille frammenti dello stesso specchio vive tante forme, reali o speculari che siano.
Un gioco circense, quasi da illusionisti, lo stile che l’autore utilizza nella redazione di uno dei più bei romanzi della letteratura tedesca, al punto che gli stessi Jung e Freud ne considereranno, nel percorso dei loro studi, l’esemplare intreccio dei moti di un animo solo e di una mente sola, che in mille frammenti si disgregano per ricomporsi ogni volta sotto forme di vita e di pensiero nuove. Quasi in un solo individuo potesse albergare più di un’anima.
Che la potenza letteraria di Hoffmann sia arrivata fino ad oggi, non passando solo per i padri della psicanalisi, ma arrivando addirittura ad un nostro contemporaneo quale Zafon, lo dimostra “l’ombra del vento”, laddove l'impalcatura su cui è architettata la storicità nello stile gotico del padre degli elisir.
Ma elisir di cosa? Di giovinezza? Di lunga vita?
Si narra che allorquando sant’Antonio fu condotto, per essere tentato dal diavolo nel deserto, dopo lunghi giorni senza cibo e senza acqua, questi gli si presentò sotto le vesti di un pittore dal lungo mantello nero.
Aperto il mantello, il pittore mostrò al santo tantissime bottigliette di Elisir infilate nelle sue tasche interne. Man mano che il liquido sarebbe stato bevuto, la sete dissetata del pover'uomo avrebbe prosciugato la sua anima, che sarebbe divenuta del Diavolo
.Sant’Antonio riuscì però a resistere e, ridendo in faccia al diavolo del suo trucco da poco, lo cacciò. Non si accorse però che mentre il diavolo arrabbiato si riavvolgeva nel mantello andandosene, una bottiglietta di elisir era caduta sulla sabbia ed ivi rimase per lungo tempo, fino a quando…
Una volta aperta la prima pagina, come levato il tappo alla bottiglietta di elisir, leggerete tutto d’un fiato.
SDR
“Gli Elisir del Diavolo” di Ernst Theodor Hoffmann
(titolo originale dell’opera “Die elixiere des Teufels”, Reclam 1815)
Uno specchio che s'infrange e si frantuma in mille pezzi, che rifrangono, distorti, un'immagine, più immagini, di un unico io.
Francesco, Frate Medardo, il conte Vittorino: plurimi volti, plurime vite di un unico protagonista che nei mille frammenti dello stesso specchio vive tante forme, reali o speculari che siano.
Un gioco circense, quasi da illusionisti, lo stile che l’autore utilizza nella redazione di uno dei più bei romanzi della letteratura tedesca, al punto che gli stessi Jung e Freud ne considereranno, nel percorso dei loro studi, l’esemplare intreccio dei moti di un animo solo e di una mente sola, che in mille frammenti si disgregano per ricomporsi ogni volta sotto forme di vita e di pensiero nuove. Quasi in un solo individuo potesse albergare più di un’anima.
Che la potenza letteraria di Hoffmann sia arrivata fino ad oggi, non passando solo per i padri della psicanalisi, ma arrivando addirittura ad un nostro contemporaneo quale Zafon, lo dimostra “l’ombra del vento”, laddove l'impalcatura su cui è architettata la storicità nello stile gotico del padre degli elisir.
Ma elisir di cosa? Di giovinezza? Di lunga vita?
Si narra che allorquando sant’Antonio fu condotto, per essere tentato dal diavolo nel deserto, dopo lunghi giorni senza cibo e senza acqua, questi gli si presentò sotto le vesti di un pittore dal lungo mantello nero.
Aperto il mantello, il pittore mostrò al santo tantissime bottigliette di Elisir infilate nelle sue tasche interne. Man mano che il liquido sarebbe stato bevuto, la sete dissetata del pover'uomo avrebbe prosciugato la sua anima, che sarebbe divenuta del Diavolo
.Sant’Antonio riuscì però a resistere e, ridendo in faccia al diavolo del suo trucco da poco, lo cacciò. Non si accorse però che mentre il diavolo arrabbiato si riavvolgeva nel mantello andandosene, una bottiglietta di elisir era caduta sulla sabbia ed ivi rimase per lungo tempo, fino a quando…
Una volta aperta la prima pagina, come levato il tappo alla bottiglietta di elisir, leggerete tutto d’un fiato.
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