di Salvo Balsano
L'apparenza dell'uomo è espressione del nulla. La materia fondante dell'ente razionale segue la progressiva consumazione della sua stessa forma. La scienza dell'assoluto danza fra i sogni dell'ordine, avvolta dal manto della conclusione: risuona l'inferno delle lacrime, il pugnale della colpa gronda del sangue della libertà, vibra l'eterna eco dell'agonia: "ἀποθανεῖν θέλω" (Petronio-Satyricon; T.S. Eliot-The waste land). L'uomo è putredine e decomponente materia carnale. Egli assume le variopinte forme della sua maniaca perversione: sarà l'ultimo scarto dei vermi più voraci, lacrima della morte, figlio "scalciato" dal padre. Porterà acqua sul suo volto, ma la frenetica radiazione dell'odio oscurerà il suo sguardo, forgerà le catene dell'autorità, dirigerà la danza delle Erinni. "Vedo che noi, quanti viviamo, null'altro siamo se non fantasmi o vana ombra" (Sofocle-Aiace). Io non vedo, ma prego gli angeli della poesia, che fu e che è, di concedere il loro sacro unguento per la rinascita del primordiale seme della speranza. Forse allora il verso sarà la memoria del Tutto e l'eterno riflesso dell'infinito.
Poesia e filosofia sono più vicine di quanto si pensi. A proposito chi è questo signor Balsano? Vuole scrivere ancora per noi?
RispondiEliminaEnzo Barone