M.C.Escher, Buccia. Xilografia 1930
di
Rosario Ales
“With
the drawing of this Love and the voice of this Calling
We shall not cease from exploration
And the end of all our exploring
Will be
to arrive where we started
And
Know the place for the first time.
Through
the unknown, remembered gate
When
the last of earth left to discover
Is that
which was the beginning;”
Thomas S. Eliot, Four Quartets, Little Gidding V 25-32
A chi si recava a Delfi per conoscere il proprio
futuro, l’oracolo rispondeva “Conosci te stesso”, oggi qualcuno si affida agli
oroscopi, a cartomanti o a oracoli on-line, divisi per tipologia di argomento: amore/ lavoro / denaro, al fine di predire il loro destino.
Alcuni
preferiscono quando soffrono di problemi psicosomatici, rivolgersi allo
psichiatra, specialista della psiche dal punto di vista medico scientifico, che
al modello pedagogico ed umanistico della cura di sé sostituisce il modello medico, divenendo cura
medica continuativa con la prescrizione del farmaco, una magia per il paziente,
con l’obiettivo terapeutico di eliminare o alleviare la sofferenza psichica
(ansie, fobie, depressioni ed altre patologie).
Altro specialista che aiuta alla conoscenza del proprio Io è lo psicologo, che per competenza è lo specialista delle funzioni dinamiche della psiche, dal punto di vista della moderna scienza positiva. Su questo aspetto, la scelta dello psicologo o psicoterapeuta diventa difficile ed accurata, in quanto differiscono le concezioni della << psiche >>, il processo psicoterapeutico, le tecniche, i metodi d’indagine e la “cassetta degli attrezzi” che consente di raggiungere la conoscenza di sé.
Altri ancora, si rivolgono al consiglio affettuoso di un
amico.
Altri per possedere una conoscenza più profonda di sé
stessi, si affidano alla religione, alla filosofia o per lo più alla misura del
proprio ruolo socio-economico, il mestiere o professione che esercitano. Per
altri è un esercizio sterile rispondere al monito dell’oracolo di Delfi, in
quanto la casualità è sovrana ed imprevedibile nella vita, a cominciare dalla
nascita e da tutti i condizionamenti che ne derivano: la terra dove si nasce,
la cultura, gli usi, la lingua ed ineluttabilmente gli influssi della famiglia
e le caratteristiche di appartenenza al gruppo o collettività (razza, nazione,
classe sociale, epoca storica).
Per quanto validi siano i condizionamenti esterni, ogni
persona ha il potere di scegliere il proprio destino, conformemente alla
propria volontà e non al volere di altri, in assenza di ostacoli o costrizioni.
Un’ azione libera è sempre il risultato di atti di
volontà consapevoli che disegnano una storia in cui ci riconosciamo, per
trovare un senso alla nostra esistenza.
Lo stesso Oracolo di Delfi, oltre la laconica
espressione: “Conosci te stesso”,
aggiunge “Nulla di troppo”, quasi ad
indirizzare verso un esercizio psico-pedagogico sempre attuale del senso della
misura, perché oltrepassare la giusta misura, il proprio limite, arreca rovina;
un richiamo a conoscere e diremmo oggi ri-conoscere i propri limiti.
Questa seconda prescrizione delfica “Nulla di troppo” collegata al terzo motto “Promessa eccessiva reca sventura”, quasi intendendo desideri
eccessivi o illusioni oltre la giusta misura arrecano delusione; inoltre nella
tragedia greca è evidente che la protervia degli uomini è punita
dolorosamente dagli dei, la Necessità ristabilisce l’ordine che è stato violato
dagli uomini.
I greci usavano il termine “hybris”, per designare la tracotanza, la violenza smodata di chi,
superando i limiti di ciò che è giusto, sfocia volutamente nell’ingiustizia, il
cui fine malvagio oltre che mancante di rispetto verso l’uomo, offende
direttamente gli dei, custodi dell’ordine.
Pertanto, la vendetta divina punisce materialmente il
malvagio per l’espiazione della colpa, secondo l’ordine del tempo.
L’interprete che assorbe la cultura orfica, rilevando la
funzione ironica della sentenza formulata dall’ oracolo è Socrate, confliggendo
con l’autorevolezza del responso del dio stesso di Delfi, secondo cui nessuno è
più sapiente di Socrate.
Nell’Apologia
Socrate esplicita che la sapienza umana risulta un non-sapere dichiarando:
“Unicamente sapiente è
dio: e questo egli volle significare nel suo oracolo, che poco vale o nulla la
sapienza dell’uomo; …e non volle riferirsi propriamente a me Socrate, ma solo
usare il mio nome come un esempio”
(Platone, Apologia di Socrate, 23 a-b
trad. M. Valgimigli). Socrate che è il più sapiente del suo tempo, riconosce la
sua ignoranza, la sua coscienza “di non
essere sapiente né molto né poco” che è diverso dal negarsi “una qualche sapienza umana”.
Il significato del non sapere socratico si relaziona, per
un verso col sapere degli uomini, per altro
verso col sapere di Dio. Socrate rivela
il rapporto fra la psyché e Dio,
ossia fra sapienza umana e sapienza divina, intelligenza onnisciente che
conosce dall’ universo all’uomo, fino ai più reconditi pensieri dell’animo
umano.
Nel solco della tradizione platonica il tema della
psyché, nella doppia valenza di cura
dell’anima e dell’interiorità, è
stato sviluppato nel medioevo alla luce della spiritualità cristiana, ma anche
della religione ebraica e musulmana e nel mondo orientale dalle religioni buddista
ed induista.
Nella filosofia moderna il tema della coscienza di sé è
stato analizzato ed indagato nella prospettiva dell’ autocoscienza, esteso alla
comprensione della soggettività individuale, sociale e politica.
Come ha osservato acutamente Michel Foucault nel testo Tecnologie del sé (Bollati Boringhieri,
1992) “nella cultura greco-romana la
conoscenza di sé appariva come una conseguenza del prendersi cura di se stessi.
Nel mondo moderno è la conoscenza di sé a costituire invece il principio
fondamentale.” (pag.18).
Nel novecento con lo sviluppo della moderna psicologia
scientifica l’indagine sulla conoscenza di sé è stata pluralizzata mediante
l’utilizzo di particolari tecniche e processi di analisi della comprensione di
se stessi “che permettono agli individui
di eseguire, coi propri mezzi o con l’aiuto degli altri, un certo numero di
operazioni sul proprio corpo e sulla propria anima”(ibidem, pag.13)
Esemplificando con rapidi riferimenti ad alcune scuole
psicologiche che hanno approfondito le fondamenta scientifiche della psiche, non
solo come terapia delle malattie neuro-psichiche ma anche come oggetto
d’indagine di ambiti specifici: il comportamento (scuola del Comportamentismo), la pragmatica della comunicazione (G. Bateson, P.Watzlawick e la scuola di Palo Alto), i processi della conoscenza
(scuola del Cognitivismo ).
Oltre a questi aspetti, la scoperta e l’analisi dei
diversi livelli dell’inconscio ad opera di Sigmund Freud e gli sviluppi di Carl Gustav Jung hanno aperto nuove prospettive alla
psicoanalisi che nel significato etimologico, deriva dall’unione dei termini Psiche, per i greci “anima” per la scienza moderna “mente” e Analisi, scomposizione di un
tutto nelle singole parti costitutive di quel che anima la psiche. Dunque,
psicoanalisi alla lettera significa "indagine delle singole parti ".
La profondità dell’inconscio di cui l’Io è la parte
emergente dell’iceberg, nella felice metafora coniata da Freud, è stato oggetto
di indagine nel Novecento con sviluppi innovativi da parte di Jacques Lacan e lo psicoanalista britannico Wilfred Bion.
Altra scuola psicologica che si è sviluppata in Germania
nel XX secolo è la Gestalt, che ha approfondito la consapevolezza dei vari
contenuti psichici, collegando dinamicamente le componenti della personalità
nell’insieme di una visione unitaria (visione olistica).
Al contempo, le scienze empiriche stanno sviluppando
indagini, sempre più specifiche e settoriali nel campo delle neuroscienze,della fisica quantistica e della biologia
che stanno contribuendo alla conoscenza neurologica e cura di molti disturbi
psicosomatici.
Nella prospettiva di una focalizzazione sul tema
dell’identità e della consapevolezza, notevoli apporti scientifici in una
visione integrata e interdisciplinare della Psiche sono stati sviluppati in Europa e negli Stati Uniti, dalla cosidetta
corrente umanistica (Maslow,Rogers,..) , alla Logoterapia,
approccio psicoterapeutico
teorizzato da Viktor Frankl e la
psicologia denominata transpersonale (Grof, Wilber..).
Considerando anche altre pratiche recenti come la
Mindfulness, di matrice psicologica
contemporanea che integra con diversità di impiego tecniche meditative, desunte
da principi del buddismo Zen, individuate in un approccio scientifico e
applicativo sul funzionamento della mente. Pertanto, al fine di ricondurre una
visione olistica, integrativa e differenziale della personalità attraverso la
mappa corpo-emozioni-mente in relazione al solenne monito dell’oracolo delfico,
vorrei citare lo psichiatra italiano Roberto Assagioli, il fondatore della
Psicosintesi, il precursore della psicologia umanistica che afferma “il Conosci te stesso dell’ oracolo di Delfi
acquista un nuovo significato. Esso non vuol più dire soltanto”analizza i tuoi
pensieri, i tuoi sentimenti, esamina le tue attività”; esso significa: “scopri
il tuo Io più intimo, il tuo vero
essere, apprendi le sue mirabili potenzialità”( R. Assagioli, Psicosintesi, Astrolabio
1993, pag.78).
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