sabato 7 gennaio 2012

Tunisia, anno zero

di Rabin Buoallegue
Ad un anno esatto dalla rivoluzione la Tunisia assiste ad un altro tentativo d'immolazione al fuoco da parte di un cittadino disperato: l'episodio è avvenuto in pieno centro nell'avenue Paris. L'uomo, una volta versatosi il liquido infiammabile sul corpo, ha tentato d'immolarsi, ma senza successo, in quanto è stato tempestivamente bloccato da passanti e negozianti della zona. Egli, una volta bloccato, ha gridato la sua disperazione dichiarando di essere un padre con tre figli senza lavoro.


La Tunisia sta attraversando uno profonda crisi economica: la disoccupazione crescente, l'innalzamento del prezzo dei beni di prima necessità e i continui scioperi delle fabbriche, come quella di un mese fa, stanno ritrasformando il paese in una pentola a pressione pronta ad esplodere, nonostante la storica e pacifica ascesa al potere di Moncef Marzouki, presidente eletto liberamente dal popolo nelle prime elezioni libere del mondo arabo e la sua recente dichiarazione circa la vendita dei beni immobili dell'ex famiglia presidenziale.
Nel frattempo il governo ha firmato l'ennesimo decreto per il prolungamento dello stato d'emergenza nel paese dopo i recenti fatti di Ras Jedir, dove gruppi armati provenienti dalla Libia hanno ferito e sequestrato funzionari della polizia di frontiera. Una situazione pericolosa secondo il leader del '' Movimento della seconda repubblica'' Tarak Mekki, in quanto il paese è sempre più sull'orlo del precipizio e solo un miracolo lo potrebbe salvare dall'irreparabile. Secondo Mekki  l'unica soluzione al problema è una seconda rivoluzione contro il nuovo governo al potere.
La rivoluzione non è ancora finità...



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