lunedì 30 gennaio 2012

La forza della metafora



di Enzo Barone
Non era molto difficile per i giornalisti dalle buone letture all’indomani della tragedia della nave Concordia apparecchiare una metafora di carattere storico-politico, tanto opportunamente citata quanto largamente prevedibile, che la paragonasse al solenne naufragio in cui rapidamente sembra rovinare la nave Italia.
Non fosse altro perché la cultura europea contemporanea ha già esperito i termini di tale metafora in almeno altri due casi molto noti, i quali entrambi hanno riferimenti iconografici eccellenti nell’arte degli ultimi due secoli. Si tratta dei dipinti “La Zattera della Medusa” del pittore francese Gericault e “Il Naufragio della Speranza” del tedesco Friedrich.

L'Urlo



by Silvia Dello Russo
(photo by guido monte)

Ti chiamo forte
E tu non senti
Allungo le mie mani
Non ti raggiungo
Piango
Ma non mi vedi
Rotondamente
Grido mi protraggo e piango
Rimani inerme
Lontano
Non cor-rispondi

Mi ripiego
Mi dispiego
E più non dispero

Non c’è più torre di Babele
Solo un’anima
Che volge lo sguardo
Al Suo orizzonte
Ed asciugate le lacrime
Se ne vola
Ancora sognante
Riconoscendo

SDR

domenica 29 gennaio 2012

un eroe giapponese



(by guido monte)


naoto matsumura ha disobbedito.
il giorno della fuga da fukushima,
quando tutti sono scappati.
naoto non ha potuto,
non poteva andarsene.
non poteva lasciare
gli animali randagi,
quelli non previsti
dal piano nazionale
dell’organizzazione.

naoto
non ha voluto lasciare
il suo futuro cimitero
che era anche quello
degli animali. ora
piange, sa che morirà,
ma continua a nutrire
i randagi, dopo che ha
visto morire una mucca
con il suo vitellino
che erano stati abbandonati.
nella sua città fantasma,
senza elettricità,
il suo corpo
è ormai contaminato.
ma vuole morire
lo stesso dove è nato,
per non abbandonare
i suoi animali dimenticati.

sabato 28 gennaio 2012

"Stupor Mundi" - Settimanale di informazione in lingua siciliana (n° 23 - Prima parte dedicata ai "Forconi")



Edizione n°23 del 27 gennaio 2012, chiusa alle ore 12:00 del 26/01/2012.

- Note linguistiche:

I vari termini sono trascritti seguendo i dizionari del Mortillaro e del Pasqualino.

- Città e località di Sicilia citate nelle notizie: Agrigento, Alcamo, Barcellona Pozzo di Gotto, Catania, Palermo, Priolo, Siracusa, Trapani.

venerdì 27 gennaio 2012

Lu dialettu sicilianu



di Giuseppe Vultaggio

La me terra, è granni storia,
tuttu ‘u munnu àvi rispettu,
quanti “gemmi”, quanta gloria,
la so lingua: lu dialettu!

Lu dialettu d’’a me terra,
vi lu giuru, è sapuritu,
iddu ammalia, a tutti afferra,
beddu, azzenti…anticchia arditu.

giovedì 26 gennaio 2012

Pieve lieve



by Silvia Dello Russo

Non saprei dire
Se foste voi
A delineare il cielo
O se fosse il cielo a delimitar
Sì dolci e arrendevoli colline

Ricordo un cielo tenue
Carico di un inverno non sbocciato
Pregno di un preludio non ancora annunciato

E al di là del cielo
Il mare

martedì 24 gennaio 2012

Echi dalla Shoà

di Francesca Saieva
Occuparsi di un tema così controverso come quello della Shoà, mi porta immediatamente a una riflessione aperta e interrogativa. Porre l’attenzione sull’universalità della memoria o trattare la questione in termini di metastoria?
Si potrebbe partire dalla specificità di queste due prospettive e, forse, riuscire a trovare una terza chiave di lettura, una sorta di nesso che intercorra tra il paradosso proprio del rammemorare («non è possibile cercare qualcosa che si è perso che non lo si ricordi almeno in parte») e una Jetzt-Zeit, che trova nella consequenzialità temporale la sua stessa ragion d’essere, quale equilibrio tra l’immagine del passato e la coscienza del presente.

lunedì 23 gennaio 2012

I desaperecidos di Tunisia

di Rabih Bouallegue




Voi, genitori d'Europa immaginate di vivere in un paese martoriato dalla miseria, immaginate di sentire i pianti silenziosi di vostro figlio ferito nell'orgoglio dalla povertà e dalla disoccupazione crescente. Immaginate il volto di vostro figlio quando vi descrive le sue più grandi speranze e i suoi più grandi sogni pur sapendo che non si avvereranno mai. Immaginate vostro figlio osservare con malinconia la felicità dei suoi coetanei in Europa. Immaginate vostro figlio che vi parla con speranza dell'Europa, chiedendo denaro per il viaggio verso Lampedusa promettendovi la sua felicità.

Lettere insulari a Francesca Saieva - Lettera poetica

Risposta alla lettera aperta di Guido Monte, del 19 gennaio 2012 (http://palingenesicom.blogspot.com/2012/01/una-lettera-poetica-aperta-francesca.html)

“lettere insulari”, rubrica a cura di Francesca Saieva
Se volete condividere pensieri, idee e perplessità, scrivete a francescasaieva@gmail.com

Caro Guido,
sto leggendo e rileggendo i tuoi versi, in attesa di creare una sorta di linea associativa tra parole e pensieri. Sarà l’abitudine, considerati gli anni di collaborazione al tuo multilinguismo cosmopolita, nel tentativo (non si sa se mai raggiunto) di sottolineare la possibilità di cogliere il nesso tra ciò che è poetico in poesia e ciò che può definirsi prosa poetica. Perché credo che, se i rimandi associativo-contenutistici al tuo testo siano molteplici, in questo caso si possa evidenziare la necessità-esigenza poetica del tema di cui tu scrivi: l’illusione.
Secondo dinamiche d’inadeguatezza al reale, le illusioni ci parlano, imponendo ‘visibilità impalpabili’ e l’ascolto di dolorose e angoscianti implicazioni a un senso ‘forte’ della vita.
Così se l’illusione mostra i suoi derivati, a pancia, in questa mia riflessione, un’idea ha il sopravvento; puntuale e martellante sembra dire: sono io che reggo il filo del discorso, quale principio nella storia dell’eterno mutare. Sono il principio di autoconservazione.
Perché, per ogni evoluzione e così pure per il suo contrario è richiesto un antidoto nel perenne ‘gioco’ spietato della selezione. E l’umanità, giorno dopo giorno, trascina il suo peso in un mondo che si racconta da sé, vivendo gli orrori del suo tempo.
Forse difficile accettare il connubio illusione-autoconservazione. Quasi come dichiarare la resa dell’umano nello sconforto di ogni mancata progettualità. Ma è l’illusione che combatte l’indifferenza, che coglie il contraddittorio di quell’anima bella (trasfigurata in anima-bolla?) la cui ragione e il suo sentimento oltrepassano ogni soglia, da cui tutto, in fondo e sempre, sembra unirsi e separarsi.
Tra delicate bolle sospese, dunque, ci auto-conserviamo dibattendoci tra misteriose dinamiche interiori-esteriori (io-mondo) sicuri di proiezioni future, mentre alla porta bussa il solito ospite: l'antidiluviano lupo gramsciano che dilata le narici all’acre odore del sangue. Perché per ogni ‘oggi’ la modernità trionfante soddisfa l’istinto dell’animalità trogloditica.
Guido, ringraziandoti per gli spunti forniti a questa mia nuova riflessione, aggiungo due brevi commenti associativi (già editi) ma in linea anche con il tuo testo, convinta che nella ‘trappola’ dell’umano la poesia prenda sempre e comunque piena voce.


commento:
Ho udito il vento e ne ho ascoltato la voce; ormai tra nubi i soffi spingono pensieri lungo lo spiraglio di un bianco dirupo roccioso. E lì la vertigine, attimo dopo attimo, planando sulla superficie d'acqua, come specchio turba la veglia del mio sonno. Da lontano mi osserva "la dea del non-essere... annoda le trecce" (F.Pessoa); il volo è ormai ingabbiato. Un piccolo aeroplano dall'ala spezzata "negli ombrosi sentieri del mio sogno" (F.Pessoa), del mio Tempo. Ignota la via e la sua fuga... Ascoltami, l'atterraggio è ancora lontano... e io vedo soltanto un "giardino verticale" per i miei desideri.

Missili "guardiani della pace" pronti ad uccidere (T.Chapman) esseri mortali indifesi, coinvolti nella violenza (M.K.Gandhi). Contraddizioni incuranti di un principio responsabilità (Jonas)...ma "la vita vive della vita" (Gandhi) e io guardo roccia e non acqua e la strada sabbiosa (Eliot) … ancora una voce... ahimsa... Se qui ci fosse acqua ci fermeremmo a bere (Eliot), perchè soltanto "quando i ciechi si toglieranno i paraocchi e i muti diranno la verità" (Chapman), io – sarò – là dove non sono (A.Rimbaud).
F.S.

sabato 21 gennaio 2012

"Stupor Mundi" - Settimanale di informazione in lingua siciliana (n° 22)



Edizione n°22 del 20 gennaio 2012, chiusa alle ore 12:00 del 19/01/2012.

- Note linguistiche:

I vari termini sono trascritti seguendo i dizionari del Mortillaro e del Pasqualino.

- Città e località di Sicilia citate nelle notizie: Catania, Cefalù, Monforte San Giorgio, Monreale, Palermo, Siracusa, Trapani.

venerdì 20 gennaio 2012

Night and day

di Laura D
Ieri, poco distante da Palermo, è stata avvistata una nebulosa grigio fumo; qualcuno ha giurato di averla sentita tossire altri invece hanno scorto una mano fumosa che reggeva una valigia. La nuvola di smog approfittando del caos causato dallo sciopero dei benzinai ha preso una settimana di ferie liberando dalla sua morsa tossica Palermo. Perché non sfruttare il momento favorevole per uscire a far scorta d’aria più limpida? Usate come pretesto gli avvenimenti proposti questa settimana:

giovedì 19 gennaio 2012

... una lettera poetica aperta, a francesca saieva



sulla linea iniziata da enzo barone, un’altra lettera aperta a francesca saieva

“sit autem sermo vester: est est, non non”
così leggo in un testo sacro,
e nel frattempo
sento sussurrare uomini
accanto a me:
“non possiamo più dire nulla,
siamo deboli e prigionieri,
confusi in false illusioni,
non vediamo nessuno
non nasciamo non cresciamo
non cerchiamo più, siamo fermi
affondiamo non speriamo non crediamo più
non vediamo non sentiamo…
non più credibili
non possiamo raccontare il mondo,
e ci stupiamo di poter ancora sentire la vita
anche senza amarla né benedirla”

attendo tua risposta a questi "qualcuno" del mondo! :-)
saluti, guido monte

domenica 15 gennaio 2012

ancora pensieri in the wind



di guido monte

per cicerone non esiste altro male che la colpa,
malum nullum esse nisi culpam,
in un mondo che raffigura l’invisibile,
e tu non pretendere d’aver sempre ragione,
come l’ultimo dei farabutti...
non saremo mai di fronte alle porte di tannhauser,
in questo zeitgeist sventatamente vuoto,
dove tutto mi appare un lusso superfluo

agire senza lacrime risentite, accettare
da soli il dolore, non sopravvalutare la morte…
se siamo davvero mistero per noi stessi
e ci nascondiamo nelle tenebre, e affondiamo
nel fondo dell’inutilità delle cose.
mentre tutti gli altri, che hanno sangue
nelle vene, pensano d’esser a questo
mondo… qualche cosa
(manzoni)

Il mister Hyde di Cartagine

di Rabin Bouallague
Dichiarazione agghiacciante dell'ex presidente della Tunisia Ben Ali, il giorno dopo il discorso alla nazione dove ordinò alla polizia di non sparare contro i manifestanti promettendo grandi cambiamenti.
Mohamed Ghannoucci ex primo ministro di Ben Ali.

Durante l'intervista di Giovedi 12 Gennaio 2012 rilasciata da Mohamed Ghannouci alla rete satellitare '' National 1'', l'ex primo ministro racconta di una dichiarazione al quanto agghiacciante dell'ex presidente deposto la sera del 14 Gennaio 2011, giorno della sua caduta.

E Dio creò la Donna



di Antonio Catalfamo (© 2008)

Per le Donne
che Tu ci hai donato
noi Ti rendiamo grazie
o Signore.

Per le nostre Madri
così dolci,
che nutrirono d’amore
la nostra vita infantile.

Per le nostre Compagne di sempre
così forti, così tenere,
che vollero accettare
nell’intimità del loro seno
le nostre vite future

Per le Amiche gentili,
dalla candida generosità
che apprezzano le nostre qualità
e compatiscono le nostre debolezze.

Per tutte le Sconosciute
dalla consapevole innocenza
(le più vicine al nostro cuore);
che cospargono della loro Bellezza
il nostro lungo cammino.

sabato 14 gennaio 2012

"Stupor Mundi" - Settimanale di informazione in lingua siciliana (n° 21)



Edizione n°21 del 13 gennaio 2012, chiusa alle ore 12:00 del 12/01/2012.

- Note linguistiche:

I vari termini sono trascritti seguendo i dizionari del Mortillaro e del Pasqualino.

- Città e località di Sicilia citate nelle notizie: Barcellona Pozzo di Gotto, Capo d'Orlando, Catania, Milazzo, Palermo, Siracusa, Trapani.

venerdì 13 gennaio 2012

Night and day

di Laura D
A Messina e nell’isola di Favignana, in estate, pare a volte di scorgere nel cielo come un ondeggiare di colonne, palazzi, selve, rovine che si muovono, cambiano di posto e si trasformano. Si credeva in passato che questo fenomeno ottico fosse dovuto all'opera di una maga, la famosa Fata Morgana, la regina dello stretto che cercava di ingannare i naviganti che illusi e confusi dal movimento di tutti quei castelli aerei, credevano di approdare a Messina, ma andavano invece a naufragare lungo la costa, cadendo così nelle braccia della terribile fata. Attualmente nella penisola italica questo fenomeno si manifesta ovunque ma ad ondeggiare sono P.I.L. , spread, e titoli di stato. L’essere vigili attraverso l’impegno sociale allontana il pericolo di naufragio, così Palermo come altri capoluoghi risponde con l’evento:

giovedì 12 gennaio 2012

Tele al vento



di Silvia Dello Russo

(photo by guido monte)

Quando il vecchio arrivò al molo
Nel cielo l’aquilone del ragazzo sbatteva
Come le vele della sua vecchia barca
Mentre da terra un vento tiepido e nervoso
Annunciava una sera calda e tormentosa

Lui cominciò a srotolare le sue reti
Mentre il ragazzo dispiegava il suo aquilone
dal molo lui guardava rugoso e antico il ragazzo
Che dalla spiaggia ricambiava furtivamente
Le mani dure di mille navigazioni srotolavano le cime
Le mani fresche srotolavano lo spago dei sogni

Soffiava il vento
Soffiava
Tra le vele e la tela colorata
Caldo e nervoso
soffiava

martedì 10 gennaio 2012

Da "Tremila Mondi in un solo Istante di Vita", n.3








di Guido Monte e Vittorio Cozzo

visione
vedeva immagini chiare e immagini più interne, che non riusciva più a ricordare; poi si svegliava e andava in ufficio, pensoso. una mattina si alzò e vide una gattina, esterrefatta, che lo scrutava dal calendario della cucina.


ultimo mondo
nell'ultimo mondo c'è una specie di paradiso, un'essenza di pura beatitudine in cui si è stranamente consapevoli di esistere: non si vede niente. neanche lì è però possibile parlare con dio, neppure da morti; ognuno gestisce da sé la propria luce.

lunedì 9 gennaio 2012

"Bastava una notte"


Dal blog AFFRICA
di MARISA FOIS , CSAS – Centro di Studi Africani in Sardegna


“C’è stato un tempo in cui dalle coste della Sicilia partivano alla volta di Tunisi, barconi e pescherecci carichi di uomini e donne. Pescatori, muratori, minatori e agricoltori abbandonavano l’isola attratti dalla speranza di lavoro e di una vita migliore in quella terra non lontana. … bastava una notte per raggiungerla”.
Inizia così “Bastava una notte. Siciliani di Tunisi”, film-documentario di Manuel Giliberti che narra l’emigrazione siciliana attraverso le parole e i ricordi della comunità di Tunisi, immortalando i suoi luoghi e i suoi spazi, raccontando riti e tradizioni quasi bloccati nel tempo e dal tempo. Si tratta, infatti, dei racconti di siciliani di terza e quarta generazione nati in Tunisia, dove hanno sempre vissuto. Si definiscono italiani e parlano un dialetto antico, ereditato dai padri e dai nonni, così come lo sono le tradizioni e gli usi, che sono rimaste quelle della Sicilia dei primi del Novecento. Il regista approfondisce quale sia il legame tra l’isola e i suoi emigrati e come questi abbiano costruito altrove la loro vita, senza dimenticare l’Italia.



sabato 7 gennaio 2012

Night and day

 di Laura D
Nel pensiero tradizionale giapponese sono usati cinque elementi: la terra rappresenta le cose solide, l’acqua quelle liquide, il fuoco le cose distrutte, l’aria quelle mobili ed infine il vuoto  rappresenta le cose che non fanno parte della vita quotidiana.  Proprio in questi giorni nel territorio siciliano c’è un eccesso di fuoco con l’Etna che ha dato spettacolo con piccole eruzioni in concomitanza con il nuovo anno.  Calore, espansione e luce sono le caratteristiche del fuoco, ma anche passione, desiderio, motivazione, ed intenzione. Allora quale momento migliore per  sviluppare idee ed iniziative? Eccone alcune tra le più “laviche”:

Tunisia, anno zero

di Rabin Buoallegue
Ad un anno esatto dalla rivoluzione la Tunisia assiste ad un altro tentativo d'immolazione al fuoco da parte di un cittadino disperato: l'episodio è avvenuto in pieno centro nell'avenue Paris. L'uomo, una volta versatosi il liquido infiammabile sul corpo, ha tentato d'immolarsi, ma senza successo, in quanto è stato tempestivamente bloccato da passanti e negozianti della zona. Egli, una volta bloccato, ha gridato la sua disperazione dichiarando di essere un padre con tre figli senza lavoro.

mercoledì 4 gennaio 2012

Lettere insulari: La Chiesa e l'ICI

Risposta di Francesca Saieva alla lettera aperta di Enzo Barone "Date a Cesare quel che è di Cesare", del 29 dicembre 2011
(http://www.palingenesicom.blogspot.com/2011/12/date-cesare-quel-che-e-di-cesare.html)

“Lettere insulari”, rubrica a cura di Francesca Saieva
Se volete condividere pensieri, idee e perplessità, scrivete a francescasaieva@gmail.com

Caro Enzo,
che la storia non è finita è noto a molti, se ‘verità’ vichiane d’altronde sono ancora attuali tra corsi e ricorsi della storia.
La questione Ici-Chiesa ha in sé la complessità di ogni fatto storico e come tale non è esente (almeno in questo caso) da cause e concause. Perché la ‘questione romana’ (mi piace così denominarla, se non proprio ‘fiscale’ nei termini) non credo sia del tutto imputabile alla vecchia formula cavouriana “libera Chiesa in libero Stato”, piuttosto ha radici ben più lontane. Mi riferisco alla crisi degli universalismi (cui avvezzi per tradizione più che per convinzione) e a quel “potere delle due spade” che da secoli spiana la strada a ‘guarantigie’ di ogni sorta. Perché i costi della politica sono il prezzo da pagare per l’esistere di ogni ‘casta’. E così, come scrive Piero Stefani, se “il nostro è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, la nostra Chiesa appare sempre di più quella di Esaù.”

martedì 3 gennaio 2012

Cosa c'entra l'Euro con questa crisi?



video di Roberto Di Giovanni

Inizio dello stralcio dell'intervento del prof. Costa, docente alla Facoltà di Economia dell'Università di Palermo, contenuto in questo video:

Stiamo parlando di crisi dal 2008 e di rapporti con la moneta; cosa c'entra la moneta con questa crisi? Si potrebbe dire "parliamo di crisi; la moneta è una istituzione che funziona per i fatti suoi, la moneta è soltanto un velo dietro il quale c'è l'economia reale, la crisi è reale, parliamo di crisi, parliamo di politiche di deficit dello Stato, perché dobbiamo parlare della moneta?" Io sono convinto che, invece, la moneta non è il fronte di questa crisi; l'assetto monetario in cui viviamo oggi è la fonte di questa crisi; i fatti parlano, per certi versi, chiaro. Intanto noi abbiamo in Europa alcuni paesi che, o perché non erano ancora pronti o perché hanno scelto, non sono entrati nell'unione monetaria; e poi abbiamo altri paesi che sono entrati nell'unione monetaria.

Da "Tremila Mondi in un solo Istante di Vita", n.2







by guido monte & vittorio cozzo





una parola che non esiste


era un uomo di mezza età, in autobus, si lamentava di un borseggio a cui aveva assistito. mentre scendeva, una ragazzina puntò contro di lui una pistola e gli sparò in faccia, sotto l'occhio, gridando una parola che non esiste.


un vecchio rap

un uomo si nascose nel vagone di un treno e ascoltò da una radiolina un vecchio rap di alcuni anni prima: la storia di un operatore terminalista senza soldi, che non era riuscito a raggiungere la pensione.

domenica 1 gennaio 2012

Il Presidente della Regione Toscana parla a sproposito dell'Autonomia Siciliana



di Fonso Genchi

Venerdì 30 dicembre alle 16,10 Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana, scriveva sulla propria pagina facebook un post dal seguente contenuto:
«"104" è una cifra magica per i dipendenti della Regione Sicilia. E' il numero della legge regionale che consente di andare in pensione con appena 25 anni di contributi per gli uomini e 20 per le donne, per assistere un familiare infermo. Nel 2011 sono già 275 i dipendenti andati in pensione e molti in questi giorni si stanno attivando... L'ho detto da tempo e lo dico ancora: le Regioni a statuto speciale vanno abolite!»

Nel post ci sono un paio di gaffe a dir poco clamorose. La prima di queste è senza dubbio quella con cui si definisce “regionale” la legge 104 che è, invece, una legge