mercoledì 24 aprile 2013

Nel magma


 
di Giulia Giordano
 
"e come tutte le più belle cose
 vivesti solo un giorno come le rose".
(F. De Andrè - La canzone di Marinella)

Era estate quando la vidi la prima volta, la notai subito, indossava un abitino verde che ne esaltava le forme procaci: i seni prosperosi, il vitino sottile e i fianchi accoglienti. La mia dolce Arianna sembrava essere sbocciata dal fiore più bello, ed era veramente così. Era pura dentro la mia fanciulla dai pensieri color della notte ,era soave, bella. Era bella di una bellezza sofferta, cercata, voluta - sua.

La mia regina delle ombre si muoveva ignara della sua sensualità, aveva negli occhi la conoscenza dei secoli, e nella testa il caos. Quel caos l'aveva portata da me, quel caos l'aveva resa serva dei miei desideri - schiava della sua anima.
Era una vittima la mia ingenua bambina, me ne resi conto tre anni fa, tre anni dopo la sua assenza. Le avevo fatto del male, le avevo spezzato il cuore come nessun altro era riuscito mai a fare. Della mia fata vestita dalla solitudine ho preso tutto, le ho rubato ogni attimo. Non le ho lasciato niente, se non la sofferenza, ero affamato della sua purezza. Del mio angelo infuocato sento ancora il dolore. Avrei voluto amarla come un'amica, un'amante, una bambina; come il mio tutto. Della mia piccola luce che brilla tra la quiete della nebbia mi è rimasta una lettera che grida la sua disperazione, una lettera trovata vicino al suo corpo gelido. Una lettera, l'ultima. Un addio ad un mondo su cui non era riuscita a camminare con la spensieratezza dei suoi anni, con la poesia del suo essere.

"Caro Divenire,

cara vita, tu che scorri senza tregua, cara amica mia, tu che sosti dietro l'angolo, cara sorella, tu amata dalla paura, ti scrivo perché spero tu possa sentirmi, mentre la pioggia mi bagna, mentre tutto passa, mentre tutto muovi .Spero tu possa ascoltarmi da qui, dove sono per sempre, dove non sono mai più.
Non riesco più a stare con me: con i miei capelli, con le mie labbra, con la mia pelle - ho il suo profumo addosso.
Cara compagna di viaggio, ho deciso di farmi male, ho deciso di fargli male. Ho deciso di essere davvero, senza essere mai più.
Sai cara amica, il principe delle tenebre ha degli occhi che ti dannano per sempre .Occhi che ti fanno stare bene. Occhi che ti fanno stare male. Estasi per i sensi - delirio dell'anima. Occhi che ti accarezzano violenti - occhi che ti spogliano senza rispetto, senza permesso. No, i suoi occhi non mi amano, non mi sfiorano - rubano l'anima al corpo.
La strappano via.
La dilaniano.
La smembrano.
La sbranano.
La uccidono.
Lui se ne va, se ne va ogni volta. Lui torna, torna sempre. Avido del mio corpo, avido del mio amore, avido della vita che mi scorre nelle vene, avido della notte che ci unisce. Ama le mie cicatrici il mio più grande dolore; le riapre quando vuole, come vuole, perché vuole.
Uno, due, tre.
Sento i respiri sfuggire al corpo .Le sue dita camminano sulla mia pelle -tracce che svaniscono sulla sabbia, entrano nella testa, passano per il cuore - distruggono le ossa. Così io lo amo: senza barriere, senza riserve - con l'anima in sangue.
Cara speranza,
dea dei cuori sospesi in volo tra inferno e paradiso, tra tutto ciò che sembra e tutto ciò che è; aiutami. Aiutami ad andare via per sempre. Aiutami ad andare via con il mio dolore, senza lui ,con lui, per lui. Aiutami a trovare la pace.
Cara dea dell'amore,
io e te siamo nate dallo stesso mare, dalle stesse onde - figlie di tutto ciò che si cela in uno sguardo. Tu; tu che danzi fra i cuori. Io; io che cammino fra la follia dei sogni e l'ebbrezza della sofferenza. Si, io e te siamo figlie degli stessi desideri nascosti: sappiamo bene degli amanti che sussurrano alla luna, delle notti insonni di certe anime, delle labbra che danzano alle porte dell'immensità, della realtà da cui siamo troppo distanti.

Aiutami tu; tu amante del destino, tu sporcata della paura degli uomini, tu così lontana. Tu che mi hai messo la poesia dentro, tu che mi hai donato la sofferenza dell'invisibile, quella che urla silenziosa; aiutami. Aiutami a liberarmi dei sogni che mi sfiorano, e poi mi muoiono addosso. Aiutami ad abbandonare tutto.
La lama del coltello è sempre più vicina a me, è   fredda, e io non ho paura. Spinge per entrare, devo trovare la forza, quella che si trova quando la fine è vicina. Conosco bene il sapore della fine - elemento imprescindile della mia essenza - respiro nella notte fredda - morbido tocco d'addio. Ecco, sto bene finalmente. Il sangue si mescola ai ricordi, ai rimpianti, alle lacrime - senza sosta, li cancella, li spazza via. E sento che mi sto abbandonando, mi sento libera, come in un sogno, come in un altro mondo. I respiri sono sempre più lenti, poi sarà solo il vuoto, il rumore forte del silenzio che grida che la fine è arrivata, dolce e maledetta.
Ricordatevi di me, viva come ora, viva come mai. Addio.
Arianna".

Del mio più dolce ricordo mi rimane l'odore fresco della sofferta tranquillità. È  questa la fine che spetta ai puri di cuore, è questa la fine che è toccata a te mio dolce tramonto. Eri stata disegnata dalla giustizia, accarezzata dalla grazia e ti piaceva truccarti della tua finta serenità, la tua eleganza non conosceva la quiete che alberga in certi cuori.
Cara Arianna, nel tuo nome era scritto il tuo destino: abbandonata dal tuo amato Teseo trovasti rifugio tra le braccia di Dioniso che ti incoronò del tuo cielo, delle tue stelle. Era questo quello che cercavi perennemente mio delicato tesoro: il tuo cielo, l'amore vero, quello che non sono mai stato in grado di darti.
Mi sembra di vederti ancora lì: fredda, inerte, baciata dal tuo dio, e bella più che mai. Di te conoscevo l'eleganza disperata, ma adesso sembri aver trovato quella felicità che solo adesso, solo ora, ti appartiene per sempre.
Il mio sguardo ti aveva dannata per l'eternità - Euridice condannata al regno degli Inferi dal suo Orfeo.
Uno sguardo d'amore.
Uno sguardo di morte.
Uno sguardo per sempre.
Perdonami, se puoi.

10 commenti:

  1. C'era una volta una giovane crisalide, pura come il tramonto, ingenua come un bambino, viva di tutti i colori dell'arcobaleno - e chiusa in un mondo incantato, bello e tragico come nelle fiabe. La crisalide si svegliò un giorno; si guardò attorno con gli occhi che brillavano silenziosi. Poi, a poco a poco, sentì qualcosa che cresceva: erano le sue ali - azzurre e verdi e dorate. E fu allora che la farfalla spiccò il volo. Cara Giulia, ora che il Bello ti circonda, ora che da ogni fiore prendi il polline più vivo, puoi davvero gioire: la tua Arianna è una creatura in carne e ossa, fatta di sangue e di passione. Una donna vera. E, se mi è consentito parafrasare qualcosa di poco noto ai più: non temere, non ti lasciamo più andare via... Complimenti!
    Francesco

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    1. Fu una scoperta magica quella fatta dalla giovane crisalide,sapeva di appartenere ad un altro corpo.Sapeva anche di appartenere al cielo, lo capiva ogni volta che guardandolo si sentiva della stessa consistenza delle nuvole.E allora,fu solo questione di tempo: imparò a volare!
      Ogni tanto nelle mattine uggiose pensa di essere sempre la solita crisalide,quella che crisalide non lo è mai stata,ma poi c'è il cielo - il richiamo naturale a tutto ciò che è alle porte dei sogni.
      Grazie di cuore.

      Giulia

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  2. Straordinario, delicato e forte... Stupefacente e morbido, ho ancora i brividi addosso.
    Sei bravissima Giulia!

    Tiziana

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    1. Sono contenta che tu sia riuscita a vedere la doppia essenza di questo racconto,la doppia essenza di Arianna: il suo modo di abbandonarsi ad una fine dolce,e al tempo stesso maledetta.Grazie.

      Giulia

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  3. Troppo artificioso, autocompiaciuto.
    Imprescindibile?Da dove peschi le parole, da un verbale di Collegio dei docenti?

    Lungo, prevedibile, banale.
    Se ti recensiscono solo amici e parenti, rimarrai a lungo nelle favole a fare la principessa.
    L'elenco prolisso dei miti era necessario?

    Ne bastavano due.

    Non ti offendere, un editor di grido sarebbe meno tenero di me.
    Continua rileggendoti piu' volte, non mollare.

    Gino Veritas

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    1. Si figuri,non mi offendo.Ognuno ha un suo modo di guardare le cose,in qualche modo qualsiasi tipo di opinione lascia qualcosa,anche se questa non ha nome e non ha un volto.Nulla potrebbe offendermi;si legge per emozionarsi,per sentirsi coinvolti in qualcosa che non conosciamo eppure sembra conoscere noi,se questo non avviene allora è meglio cambiare lettura.Le consiglio di rivalutare le principesse perché non è così facile come sembra vivere in un castello,(c'è tanto buio e molto silenzio,non poche difficoltà dietro l'angolo).La ringrazio per il suo commento,che mi sarà certamente utile.

      Giulia

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  4. Cara Giulia, non te la prendere. Sai qual è il guaio di un blog come questo (come tutti i blog)? che sono aperti a chiunque voglia esprimersi dietro un monitor, senza neppure metterci il proprio nome, oltre che la faccia. Quella però la perdono comunque... Un abbraccio da un amico o parente o quello che vuoi.
    Francesco Scrima
    P.S. Aspettiamo sempre i racconti capolavoro dei vari "davide", "gino veritas (sic!)" e degli altri sedicenti critici letterari.

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    1. Sa bene che non potrei mai prenderla;qualcuno diceva che la bellezza è negli occhi di chi la contempla,e fortunatamente è così!
      Sicuramente sa anche bene che nessun commento,nessuna opinione potrà mai fermare il cuore di chi decide di impugnare una penna per liberare la propria anima dagli affanni,e quando è possibile donare un po' di pace a chi si sente già troppo solo in questo mondo.Un grandissimo abbraccio,e grazie per il sostegno.

      Giulia

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  5. Nell'universo femminile, immenso e misterioso, chi è la dolce e disperata Arianna? Sono troppe le donne che rappresenta: è quella che dopo aver preso le botte dal "suo lui" dice: "lo ha fatto perché mi ama, è solo geloso!"; è la donna che dopo essere stata offesa dal "suo uomo" con la parola "puttana", solo perché è bella, lo perdona in nome di un amore che prova solo lei; è la donna che quando il "suo uomo" torna dopo un tradimento, e le dice che ama solo lei, con amara delusione decide di credergli.
    La società ci impone dei ruoli: siamo figlie, madri, amanti, sorelle, amiche, ma prima di tutto siamo donne in grado di essere tutto ciò che vogliamo, e nessuno deve farci del male. Mai!
    Un racconto, cara Giulia, drammatico ed emozionante che inevitabilmente mi ha portato alla mente il destino di troppe donne che, in nome dell'amore assoluto in cui credono (riponendo la loro fiducia nelle persone sbagliate), si sono annullate fino ad annientarsi, perché la morte, prima che nel fisico, è nell'anima.

    Almachilde

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  6. Proprio così!
    La mia dolce Arianna è una donna annientata dal suo uomo,la mia Arianna è una fiore troppo fragile,è una donna che si annientata da sola.Non è stato l'amore ad annientarla,no.Non è stato l'amore a salvarla,eppure era l'unica cura - una dolce carezza sulle sue ginocchia sbucciate.
    Grazie di cuore!

    Giulia

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