sento freddo, e lo sentono e lo hanno sentito miliardi di esseri da milioni di anni; penso poche parole, ma è troppo difficile dirle: meglio restare nel solito patetico valzer di rassicuranti frasi fatte e modi di dire
leggere le tracce di chi è solo, abbandonato, trascurato, e vaga nella confusione; non veder più connessioni tra le cose, solo la loro disperazione
un rivolo d’acqua incandescente tra pareti di roccia, il silenzio di un petalo in volo, una giovane down in abito di danza
l’ultima stazione di solo arrivo, notturna, dove si vive nella penombra e “familiares mei sunt tenebrae” (salmi)
qualcuno può salvare il mondo con una risata?
temo il dolore, anche se serve a prepararci al riposo eterno, sull’onda della spiaggia nera… ancora versetti sacri: “et adimpleo ea quae desunt passionum christi in carne mea”
NEL MUCCHIO DI PAROLE Roberto Piumini
RispondiEliminaNel mucchio di parole
scegli le sette sole:
quella di te
di un altro
delle bestie
del mare
del bosco
della luce
e ricordare.
Nel mucchio di parole
scegli le sette forti:
quella che sei
che siamo
dell’essere
del dare
del silenzio
del fuoco e ricordare.
Nel mucchio di parole
scegli le sette grandi:
quelle di qui
d’altrove
del parlare
del fare
del pane
dell’amore
e ricordare