di Angelo Petri II
storpierò le mie strofe
orribilmente
per cancellarmi i segni
frammentarmi allo
specchio
vomitarmi addosso le
parole
camuffate da pareti
scoscese
o voragini di silenzio
echi distanti d’inutili
tormenti
raramente ho restaurato
le mie stanze
di ricevimento. Lo farò
ora che le finestre sono
esplose
e mi proietto per strada
cerco i brandelli di
volti fatti a pezzi
non riesco a respirare
né a godere
del sorriso
agghiacciante
nato dal tasto del tuo
cellulare
Devastantemente bella, carica di raffinato struggimento e disperazione: un po' pavesiana e un po' pasoliniana.
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