
di guido monte
e persino su queste onde nere
in mente ho questo ricordo,
di te, dio sconosciuto
a creare la vita primordiale
da madre o moglie della terra,
a partorire il cielo sulla terra,
due fratelli
frutto e radice primigenia
che tu madre-moglie
guardi e non guardi,
contempli
ma distogli lo sguardo
sulla terra-aiuola
dominata dal desiderio,
e allora un fratello uccise un fratello
e tu chiedesti dov'era
perché sentivi il grido del suo sangue,
e il fratello-assassino fuggì
e tutti scappammo
ormai soli al mondo
ma nessuno poteva più ucciderci
perché eravamo tutti assassini.
il mio inferno era il tuo rigetto,
eppure peter si chiede ancora:
"c'è veramente il male?"
come se ci fosse una scelta
che non c'è,
come se tu fossi ancora
dentro di me
e io potessi sentirti
e arrampicarmi
sulle tue profondità,
non più solo.
Una musicalità sensazionale, che si combina perfettamente con il volersi sentire parte di un qualcosa che va oltre il percettibile, ma che nel contempo è madre di tutto. Attualizzando una concezione primordiale dell'uomo, che sfocia nel dualismo di sempre, tra il bene e il male, in oblio tra consapevolezza e inconscio, tra la brama spasmodica di evadere e quella innata di restare, la poesia emana quell’unità cosmica e universale che tenta di superare il conflitto riportando tutto alla condizione, quasi archetipica, di armonia originale (A.F.)
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