by Marco Ferrante
photo by Pippo Zimmardi
Cosa è rimasto del mondo di quello che si sapeva prima?
Le cose che ho imparato sono solo le cose che ho potuto imparare:
Che ci sono cose che non si dovrebbero scoprire
prima di un certo momento,
ci sono cose che si dovrebbero sapere solo dopo
cose che quando si sanno prima, invece, è troppo presto.
Le cose della morte, le cose degli uomini.
Non siamo forse quasi sempre troppo giovani?
Le cose della poesia, e le cose di ieri,
Non siamo sempre, troppo ignoranti?
Andare lontano, via, forse per sempre.
E sempre pensare a come sarebbe ritornare.
Pensare che quello che stiamo facendo
non è che una delle tante cose
che invece avremmo potuto fare, o scegliere di fare,
anche solo provare una volta, almeno.
Che poi quella che chiamiamo con voci misere,
non è in fondo solo quel posto dove ritorniamo spesso,
che per il bisogno di appartenere a qualcosa
battezziamo casa?
ll posto mistico, vicino o lontano, davvero importa?
che deve restare,
mentre anneghiamo nella quotidianità del fare.
Scoprire la morte quando si è ancora vivi,
sapere l'oggi, e il giorno prima e quello prima ancora,
pensare poi per giunta poco di tutto questo.
Cosa è rimasto di ciò, ora che tanti prima di me sono andati?
Quando abbraccio gli amici e da lontano vola un pensiero
Cos'è?
Cosa rimane nel nostro sguardo, nel suo profondo incenerito,
nella quotidianità del gesto.
Chi guida adesso la mia mano?
veglia e vita, e sospiri
RispondiEliminadel giorno, accanto a noi:
poi un impercettibile attimo.
e un filo di silenzio
sul muro dell'esistere...
infine silenzio su terra e cielo.
dopo, il solito ripetersi implacabile
di gesti abituali e quotidiani
al rintocco del tempo