martedì 1 ottobre 2013

vacci a capire la dritta

by Pippo Zimmardi
il critico mi dice che i calzoncini che si vedono sono indecenti le dico che è la fine dell’estate e resistono al peggio in arrivo e poi lascerei libertà di vestito dislocazione conforto anticipato e possiamo sempre non farci caso alla città slacciata e poi non vorrei che qualcuno venisse a dirmi come quando e dove devo o no e poi esprimendomi in merito mi sento complice e congruente senza scomodare Kant
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mi controllo i contatti le chiamate le facce  l’ambasciata vibrata mi registro il perturbante il book e per quanto dica conseguente sfacciato come vadano le cose ragionate mi trovo ad auspicare la svista  il passo falso l’intoppo storto stolto off depistato
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come nel film della dante che è tutto intoppo e non serve la successione inversa delle azioni come per buñuel e non le basta l’ingorgo di comencini o il casotto di citti e la commedia comincia  per strada  che ci passa pure davanti al cinema dove si ricomincia con i cani a pane e acqua al cimitero e a mare con le seppie dell’osso (montale!) e nero per  la pasta poi incoppolata oltre il muro (sartre?) e bisogni liquidati  a vista in somma entr'acte quanto vuoi che il controcampo è coda che corre e che ci aspetta titoli la parola fine
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 vendo e compro oro, argento e mi rifaccio gli occhi i denti il cuore by pass lingottini in colon e oltre un corso di morale terapeutica maieutica etica  acefala cripto colascione pulce di calzettone o quello che tu vuoi purché legale  e non ci hanno detto che tre aerei abbattuti dalla siria hanno stranito gli americani ed obama è rassegnato e ci accorda con russia cina e onu e ci fa l’ironia con la francia che è stata prima perché l’inghilterra non ci sgancia un tubo e nel tardare  ci ricordano di alamo delle torri gemelle open fire tremarelle sanguinelle della esse per osama che nessuno se l’ aspettava a mare dall’obama impaziente che non swing ci diverte no jazz bands e non ci piace e non ci da più pace
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siamo orgogliosi ( letta ) della vergogna che ci drizza di buon  grado frame by frame di costa a notte  di ritorno dall’inchino si trattenga leccornie deteriorate ma rilasci gli annegati e i tesori trascurati e si goda la normale cadeaux ( ivre ) nell’arsenale a metafora  destrutturata della patria sfortunata
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& day after (day) del condannato agibilità finale restauro ventennale carisma condominiale e ci fa i video massaggi e a la card pure i messaggi dead man walking (si fa per dire ) di sicuro il carrozzone perde pezzi e meraviglie si è giocate le scintille
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excusatio non petita, accusatio manifesta con successo parafrancesco si perdona e ci confida agnosie entropie simpatie indisciplinate  outsider  derelitte e lo afferma su loyola che si scrive con i gay  non delude i divorziati legge borges con manzoni non è stato uno spione e anche quando chiede venia ci scommette con pascal si commuove con chagall ci confida le passioni della strada di fellini wagner mozart con beethoven e se il critico concorda la collega ci declina  scazzi scismi pandemoni per sospetti e dei difetti e che non valgono candela tantomeno la clientela
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ho delegato gli dei delle latrine all’ascolto solitario della partitura nel senso  forte della non curanza perdita fissa e acquisto in stordimento momento indecoroso di silenzio di W ed abbasso graffi di passaggio rorschach all’ingrosso deeatee tatuate borbotti alla duchamp da imbottigliare riflussi osceni e pigri carpe diem inconcludenti  pietosi disincanti dell’anno scorso meglio lasciarsi prendere dal caso che non esiste perché ci manca l’ordine già e per fortuna evaso
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Il virus spagnolesco si è estromesso e non andò al biondo ma lo rimpiazza alaimo che forse ci dirà dei pazzi baci adolescenti pure con dante e cmq perderanno le mansioni precedenti shakespeare eliot goldoni e anche pinocchio
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per boris vian mi aspettavo poche chiacchiere e il ronzio del proiettore super8 invece alla modus vivendi mi sono beccato dieci minuti di video un po’ slavati, sgranati e quasi sfocati come era fuori gioco il desiderio di quegli anni (1977 – 78) capace di trovare parigi nelle strade di palermo e un suono a posteriori del sax di abbate in primo piano magro con l’ancia lucida appena sputacchiata dinanzi un pubblico perbene silenzioso quasi schivo per due terzi in piedi che non osava sfogliare le opere del jazzista corridore dadaista ( tre romanzi disponibili all’acquisto dove mancavano le poesie ma l’opera porno edita : era bene in vista )  nel commento dotto e musicato ( mp3 d’annata bene scelti ) nostalgico diletto che ci scassa il futuro e cerco pure di dirglielo all’esperto ma lui mi fa che la storia ammaestra i giovinetti e gian mauro affettuoso mi chiama maestro e così ci confermo destino e lo sbadiglio

Palermo settembre 2013




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