martedì 15 ottobre 2013

Un mare di anime

di Alice Petruzzella

C’era qualcosa di sorprendentemente unico quella sera nella luna: sembrava più grande, più vicina, più alla portata dell’uomo, come se semplicemente tendendo un po’ la mano verso il cielo la si potesse toccare.

Ilenia era rimasta a lungo a guardarla, rapita dallo splendore di quello spettacolo notturno, sognando, lasciando la propria mente vagare tra pensieri, ricordi, preoccupazioni, desideri, aspettative,progetti futuri.
I suoi piedi affondavano nella sabbia umida e fredda, mentre le dita giocherellavano con i granelli che rimanevano attaccati alla pelle; le onde del mare si infrangevano sulla battigia creando una sinfonia di suoni monotona, rilassante, rassicurante.

Gli amici di Ilenia erano andati a cena già da qualche ora, ma lei aveva declinato l’invito, rimanendo sola con quella meravigliosa luna pallida color latte, che sembrava continuasse a fissarla, non permettendole di distogliere a sua volta lo sguardo dalle ombre e dai punti più oscuri della sua candida superficie, che donavano a quell’immagine un che di misterioso, di inquietante.

Ilenia si chiedeva come potesse un astro tanto lontano risplendere con tanto ardore fino ai suoi occhi e nello stesso tempo essere tanto bello, apparendo così innocente e timido.
La luna proiettava riflessi bianchi sulla superficie oscura del mare e quel chiarore sembrava creare tanti frammenti di luna, bianchi e languidi, che vagavano  come fantasmi spinti dalle onde blu di un mare di anime.

Ilenia distolse lo sguardo dal cielo per posarlo sul mare davanti a lei.

D’un tratto uno di quei frammenti  lucenti sembrò prendere vita, forma: dalle tenebre dell’acqua emerse una figura di donna, pallida, dritta, con passo sicuro e perfettamente asciutta.
Avanzò verso Ilenia, ancora seduta sulla sabbia della battigia, calma e in osservazione, senza ombra di sorpresa negli occhi, per nulla spaventata, anzi incuriosita.
La donna aveva i capelli raccolti e lo sguardo fisso in quello di Ilenia e, non appena le fu arrivata accanto, la superò, e si sedette accanto a lei.

“Come si fa a non amare la natura in questi momenti?” cominciò con una voce calma e morbida, che poco si intonava al suo aspetto freddo e distante “Ci regala degli spettacoli a dir poco magici e non ci chiede nulla in cambio, ci permette di vivere qui sulla sua Terra e goderci le bellezze che lei ha creato per noi.
Ci portano a riflettere, però, certi paesaggi, non è così? Ci portano a pensare, a ricordare: ricordiamo il passato, i momenti vissuti, le persone conosciute, amate, ricordiamo le esperienze, i momenti belli e quelli tristi, ricordiamo il dolore, le gioie, la sofferenza.  E in certi momenti ci portano a domandarci i perché, i come, i quando. Ed esigiamo delle risposte, quando, spesso, una risposta non c’è.
Esigiamo di tornare al passato, di riviverlo, di cambiare ciò che è stato.”
Ilenia ascoltava rapita la voce della donna seduta dietro di lei, che le intrecciava i capelli con mani esperte e lente, mentre lei continuava a fissare la luna.
“E ci lamentiamo di quello che ci accade, credendo di non meritare certi trattamenti da parte della vita. Ci chiediamo perché sia dovuto capitare proprio a noi. Ma ci domandiamo mai il perché delle cose belle? Siamo capaci di guardare oltre il dolore per vedere la gioia? Riusciamo ad aggrapparci alla luce e ad attraversare l’oscurità, consapevoli di dover affrontare i fantasmi delle nostre paure?”
La donna accarezzò con dolcezza i capelli di Ilenia e, alzatasi, tornò da dove era venuta, allontanandosi  tra le onde, inghiottita dalle tenebre del mare.
Ilenia rimase ancora a lungo ad osservare i flutti e, quando decise di tornare a casa che era già notte fonda, si voltò un’ultima volta a guardare quel blu intenso e disse sottovoce: ”Ciao mamma…”


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