di Roberto Cavaliere
E' da tempo che mia madre stava male. <<E se a giorni morirà, sarò in grado di bagnare il mio viso con qualche lacrima?>> E' questo che mi sono chiesto durante questi giorni in cui la luce della vita di mamma andava spegnendosi lentamente. Due anni fa me lo chiesi pure in prossimità della morte di papà. E quel fatidico giorno, nemmeno fortissimamente volendolo, riuscii a versare una lacrima. E, venerdì scorso... muore mamma. Questa volta riesco a percepire qualcosa, mi dico: <<Forse è la mia fretta di fermare la tristezza? O la paura di entrare in confusione? O forse perché le cose accadono senza la nostra volontà? O è davvero impossibile costruire un meccanismo di emozioni che imbrigli ciò che non si può imbrigliare? E come con papà, mi siedo, la schiena poggiata su una confortevole poltrona, muto come un pesce, lo sguardo fisso su un cumulo di persone che si affaccendano intorno a mamma. Scivolo in profondi pensieri, confusi, nei quali mi inoltro con un proliferare di frasi arrotolate in se stesse, con vecchi sostantivi che esplodono nella mia mente con botti da petardi. E poi, alla fine un sorriso. Forse è questo IL DOLORE PERFETTO?
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