il bambino nella valigia
(da un fatto vero)
di guido monte
assim non parla mai della mamma,
solo una volta ha detto: voglio papà.
poi più nulla.
dentro il trolley respirava dai buchi
applicati in un angolo.
assim non parla, non piange,
non cerca la mamma.
dagli altopiani afghani,
dagli hazari, popolo lontano, è sceso
per pianure e montagne fino al mare,
e in aereo doveva arrivare in germania.
ora l’ha scoperto la polizia e l’hanno
chiuso in una casa-famiglia, a venezia.
e gli raccontano di zaher, un altro bimbo
un po’ più grande di lui,
morto sotto le ruote di un tir
mentre cercava di scappare, e con in tasca
i versi: “ho navigato notte e giorno,
sulla barca dell’amore che ho per te,
e forse alla fine potrò amarti, o annegare”.
assim è silenzioso, gli avevano detto
di non muoversi e star zitto,
e lui l’ha fatto. ha cinque anni.
Replica in versi
di Viviana Fiorentino
Dall'Afghanistan a Venezia non è il viaggio
di Marco all'incontrario.
Sessanta centimetri per trenta
possono racchiudere un'anima.
Ma un'anima con le ali ha mani piccole
e piedi piccoli e gambine piccole.
Troppo leggera per il peso di un tir.
Un'anima con le ali conosce solo il padre,
il resto è silenzio per tutta la vita.
Io, madre, piango di me, di te,
di Assim, del doganiere, di tutti.
La valigia del mio cuore
non sa più contenere anime.
.
Cosa è madre, se dico madre,
e cosa è bambino, se dico bambino?
Tu con le mani piccoline che dormi
nel tuo letto di lenzuola, riposa e
sogna di un bambino che è bambino,
di una madre che è madre e
di un mondo che è mondo, adesso.