lunedì 31 gennaio 2011

Lingua o dialettu ?

di Giuseppe Li Voti

Si li termini su’ diversi
è chiaru chi è puru lu significatu,
non c’è di chi farisi meravigghia
ed è giustu chi veni spiegatu.

‘A lingua è chidda
chi li nostri nanni e nannavi
ni nsignaru a parlari
e diminticari non s’avi.

Iddi non eru a nudda scola
e allura comu si la nsignaru?
a cuminciari di lu senu maternu
quannu lu primu latti addattaru.

Sintennu cantari la ninna nanna
sintennu cantari li canzuneddi
sintennu diri chistu non si fà
stati attenti caruseddi.

E comu si nsignaru
chi non si piscia fora d’u rinali
accussì puru si nsignaru
chi s’avi a parlari naturali.

Chi ogni cosa avi lu so nomi
e sulu di ddu modu va chiamata
e accussì jornu dopu jornu
ogni cosa cci vinni nsignata.

Lu parlari ‘n-manera difformi
di la lingua chi ni nsignaru cû tantu affettu,
è chiaru chi non è chiù lingua
pirchì accussì ‘diventa dialettu.

sabato 29 gennaio 2011

IL catalogo

di Enzo Barone
[Seconda parte]
Naturalmente il nostro giovane era per molti aspetti un adolescente come tanti altri: con le sue brave insofferenze per i genitori a volte, i malumori improvvisi e inspiegabili, i primi languori per l’altro sesso, le euforie violente e le passioni fugaci.
Né gli mancavano le occasioni per stabilire legami con le coetanee. Giacché, gradevole nell’aspetto, elegante nella figura, d’indole in fondo dolce e pacifica, godeva per di più di una peculiarità davvero invidiabile per quest’età: una calma e un dominio di sé in ogni circostanza, caratteristiche queste che lo facevano sembrare agli occhi delle ragazzine precocemente maturo, sicuro delle sue azioni.

L'inquilino

estratti dal romanzo di Daniela Palumbo
pagg 44-45


In questo cortile interno, al riparo dalla strada principale, il tempo si è fermato.
Mi basta chiudere gli occhi per rivedermi quaggiù, solo o con altri ragazzi come me, a lanciare palloni.
Spesso approfittavo di qualsiasi pausa o attimo di distrazione per alzare lo sguardo fino all'appartamento di Maddalena; altre volte, preso dal gioco, me ne dimenticavo.
Qualche altra volta, invece, gli acuti emessi dal professore contro di lei, o contro qualcuno dei suoi figli, mi riportavano di colpo alla realtà. E mi ferivano, come fossero stati scaraventati contro di me, me soltanto.
Quel pomeriggio, ricordo, mia madre era uscita presto per andare dal dottore.
Anche se, stranamente, non ne avevo molta voglia, vedendo gli altri ragazzi del condominio riuniti di sotto, scesi a giocare.
Non mi sentivo bene, quel giorno, e anche in quell'occasione subito me ne accorsi. Non riuscivo a "scattare" com'ero solito fare dopo il lancio di un compagno, e volendo forzare a tutti i costi a un certo punto non mi sentii le gambe.
Caddi piuttosto male, procurandomi delle ferite sul viso, dentro la bocca riconoscevo il sapore del mio sangue. Non ricordo se mi lasciai sfuggire un grido di dolore o solo qualche lamento.

venerdì 28 gennaio 2011

Il catalogo

di Enzo Barone
Il catalogo non è un’attività come un altra; il catalogo è categoria dello spirito, missione dimensione del pensiero. Religione forse.
Si principia da piccoli, da molto piccoli, con i propri giochi. Un bel giorno si comincia a trovare insopportabile l’indistinto, sregolato affastellarsi nella cameretta di tutti quei giocattoli colorati. L’accumulo confuso di mostri preistorici, sonaglini, biglie, soldatini, mattoncini delle costruzioni, macchinette trasformabili sembra non divertire più. Si ha la primitiva percezione di un ordine universale del mondo, delle cose, cui non si può fare a meno di obbedire, come un fatto naturale e spontaneo, quasi una esigenza biologica, come mangiare o fare la pipì. Avvenne proprio così, per Aimo - frutto tardivo di due placidi funzionari dello Stato, che vivevano in un tranquillo borgo fuori città - che si manifestasse il primitivo amore per il catalogo.

In difesa dello Statuto Siciliano dalle tentazioni (continue) di mutilarlo

di Massimo Costa

E' molto grave che l'unica riforma dello Statuto che passa (o rischia di passare) sia quella che, abbassando il numero dei Deputati, va solo nel segno della riduzione dell'Autonomia Speciale siciliana e della sua omologazione alle autonomie ordinarie.

E' molto grave che questo avvenga con il consenso di una maggioranza che si è attribuita (giustamente, in linea di massima) un profilo di garanzia per l'Autonomia siciliana e con il voto di un Movimento Per le Autonomie che di questa Carta dovrebbe essere il massimo custode. Passi che lo chiedano le opposizioni, anche se l'Autonomia dovrebbe essere patrimonio di tutti e non ci dovrebbero essere quinte colonne siciliane che lavorano per rafforzare i poteri romani contro i nostri stessi interessi.

martedì 25 gennaio 2011

Icone

Daniela Palumbo

Alcune
tra le parole più belle
scendono
a tratti, dentro un ricordo lieve.

Come per pochi giorni l'anno
lì nella grotta scura
di muschio,
le statue del presepe.

sabato 22 gennaio 2011

Relazione del prof. Costa alla "Commissione speciale per la Revisione e Attuazione dello statuto della Regione" (3° ed ultima parte)

Terminiamo la pubblicazione integrale dell'interessantissima Relazione prodotta dal professor Costa e consegnata alla "Commissione speciale per la Revisione e Attuazione dello statuto della Regione". A seguire la terza ed ultima parte di tale relazione (per leggere la nota del professor Costa, e le prime due parti della sua relazione, cercarle nei post precedenti).


Relazione (parte III)

Considerazioni politiche ed istituzionali

mercoledì 19 gennaio 2011

Ultime storie dai tremila mondi (parte seconda)


di vittorio cozzo e guido monte
(foto di silvia spacca)

Esecuzione
Si avvicinò a un passante,
dopo un lento inseguimento.
Prese dalla tasca un foulard rosso
e lo strangolò alle spalle.
Continuò a camminare sulla spiaggia,
fino alle rocce.


Ancora un rap
Nel vagone di un treno in corsa,
il ragazzino di cinquant' anni sfuggiva di nuovo
a degli sconosciuti; di sottofondo il solito rap classico,
vecchio di quasi un quarto di secolo.
Bella storia, esclama! Mi vogliono uccidere
perché non mi sono fatto violentare
dalla mia sorella maggiore...

giovedì 13 gennaio 2011

L'inquilino

estratti dal romanzo omonimo di Daniela Palumbo
pagg 1-3
Mio padre è morto un venticinque aprile. Solo, come era sempre stato. Quasi sempre. Lontano da tutti noi.
Ricordo che quella mattina venne a prendermi Marco, mio fratello, con la sua auto, a casa di mia madre dove io abitavo ancora. Ricordo che fosse una giornata calda, quasi estiva, la strada correva sotto di noi, o piuttosto insieme a noi, la striscia bianca sull’asfalto si srotolava come un gomitolo che qualcuno avesse lasciato scivolare per terra, trattenendo tra le dita l’estremità del filo.
“Mi hanno chiamato un’ora fa dall’ospedale del paese, forse un’infermiera. Mi hanno lasciato intendere che fosse grave.” La voce di Marco suonava cupa e profonda, come sempre quando accade nella nostra famiglia qualcosa di insolito, di minaccioso. “Non so se arriveremo in tempo…” Eppure c’era in quel tono pacato, nel ritmo lento che scandiva le parole, qualcosa di rasserenante. Di sereno.

mercoledì 12 gennaio 2011

Relazione del prof. Costa alla "Commissione speciale per la Revisione e Attuazione dello statuto della Regione" (2° parte)


Continuiamo la pubblicazione integrale dell'interessantissima Relazione prodotta dal professor Costa e consegnata alla "Commissione speciale per la Revisione e Attuazione dello statuto della Regione". A seguire, la seconda parte di tale relazione (per leggere la nota del professor Costa e la prima parte della sua relazione, cercarle tra gli articoli pubblicati su PAlingenesi precedentemente).
Nei prossimi giorni sarà pubblicata l'ultima parte ("Considerazioni politiche ed istituzionali").

Relazione (parte II)

Motivazioni giuridiche

E, nel quadro della costituzione pattizia di cui sopra, trova origine appunto l’Alta Corte per la Regione Siciliana, la quale, proprio perché organo di formazione paritetica, era l’unico che avesse la forza di tenere fede al patto senza che questo potesse scadere in violazioni unilaterali.

martedì 11 gennaio 2011

Ultime storie dai tremila mondi (parte prima)


di Vittorio Cozzo e Guido Monte

(foto by Silvia Spacca)


...et le temps presse ses larmes
(Amel Bachiri)


1. Un gestore di bar che si getta dal ponte
Un senso di angosciante attesa,
il pensiero di uno straziante sorriso,
forse della madre?
Il vuoto, forse quando toccherà terra
potrà dimenticare anche il sorriso.


2. L' uomo che corre
L' uomo che corre è inseguito dai cani,
finché non fugge verso una galleria -
all'interno c'è un uomo che gli somiglia
e che arriva dalla parte opposta:
si afferrano, lottano a morsi, si scannano
e i pezzi di corpo, sanguinanti,
restano a terra ancora caldi.
L' uomo che corre,
morto ma lo stesso consapevole,
prova finalmente un senso di sollievo.

lunedì 10 gennaio 2011

La mort n'est rien

                           di Vito Imburgia

                                      Vito reflechit.          
LA MORT N’EST RIEN.
Pour toi, la mort n’est rien,
alors qu’elle viendra,
 tu ne seras plus là !
Qu’importe la mort,
si on ne sait mie que la vie est finie ?
Elle soulage qui, au-delà des nuages,
 songe meilleur tournage ;
pour lui, c’est la porte qui l’introduit au  Paradis.
 Certains l’ont bien accueillie, d’autres l’ont subie :
le prince De Curtis dirait :
c’est la règle d’égalité qu’on ne peut éviter.
Quelqu'un m’a répété que la maladie l’inquiétait,
pourtant d’autres m’ont averti
 que, selon les lois de la vie,
il faut livrer ce coin aux nouveaux nés,
 qui de bien lointain, ici sont conduits.
Quel cafard !
Foscolo nous a convaincu que, chantant en poésie,
on rétablit la vie des Grands
et que l’ami d’un poète jamais ne risque l’oubli.
J’ai questionné Napoléon, Manzoni et Camus:
ils ne m’ont pas répondu ! peut-être ne m’ont-ils guère entendu!
Il n-y-a rien à faire, c’est un mystère !
Le poète latin disait ne t’en soucie point,
carpe diem.
Comme Lorenzo de Firenze nous avertit,
jouis de la vie qui s’enfuit!

                            Fait à Villebret le 28/2/ 2010.Vito Imburgia.

venerdì 7 gennaio 2011

Relazione del prof. Costa alla "Commissione speciale per la Revisione e Attuazione dello statuto della Regione" (1° parte)

Pubblichiamo integralmente (comprese le "note") la prima parte dell'interessantissima Relazione prodotta dal professor Costa e consegnata alla "Commissione speciale per la Revisione e Attuazione dello statuto della Regione", recentemente sciolta dal Presidente dell'A.R.S.. Nei prossimi giorni saranno pubblicate le restanti due parti ("Motivazioni giuridiche" e "Considerazioni politiche ed istituzionali").

Relazione (parte I)

Motivazioni storiche, giuridiche e politiche alla base della richiesta di riattivazione dell’Alta Corte per la Regione Siciliana[1]

Premesse storiche

L’articolo 116 della Costituzione della Repubblica italiana riconosce alla Sicilia, come ad altre quattro regioni periferiche, “forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale”.

giovedì 6 gennaio 2011

Punto

di Daniela Palumbo 

È solo un punto
ma nasconde un mondo
sommerso di paure.

Minuscolo e rotondo
come il capo d’uno spillo
che m’illudo di afferrare e già mi sfugge.

Un punto
uno soltanto
qui dentro.

Duro da estrarre.

mercoledì 5 gennaio 2011

Il lavoro della Commissione “Statuto” sull’Alta Corte per la Regione Siciliana

di Massimo Costa (Consulente a titolo gratuito della Commissione Speciale dell'A.R.S. per la Revisione e l’Attuazione dello Statuto)
Vorrei dare anch'io un contributo d’informazione ai cittadini siciliani sulla vicenda della soppressione della Commissione A.R.S. “Statuto” (per esteso sarebbe “per la revisione e l’attuazione dello Statuto speciale siciliano”) nella qualità di consulente della stessa. Con l’occasione mi preme anche ringraziare il Presidente Aricò per le parole di sincero apprezzamento formulate nei confronti dei consulenti esterni e quindi, suppongo, anche in ciò che modestamente ho potuto apportare alla stessa.

martedì 4 gennaio 2011

DOPO IL BUNGA BUNGA, ADESSO ANCHE LA BESTEMMIA È DI MODA

di Mariagrazia Cardinale

Sono una studentessa universitaria che frequenta il primo anno della facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, e che ha deciso di scrivere questa lettera, essendo indignata per la situazione di degrado morale in cui attualmente il nostro Paese si trova.

Dona nobis pacem!

  di Augusto Modolo

Chi ama la PACE potrebbe leggere la seguente pagina sulla prima guerra mondiale. L’autore è Curzio Malaparte e il brano è tratto dalla sua prefazione a “DUE ANNI DI BATTIBECCO”, Garzanti, Milano 1955.

“Le decimazioni, le fucilazioni, erano poi all'ordine del giorno. Se un'azione andava male, erano i soldati a pagare, non i generali. E i soldati pagavano a contanti.
Ogni ritardo di più di ventiquattr'ore nel ritorno dalla licenza era punito come reato di diserzione di fronte al nemico.

Histoire d'une pierre ponce

         di Vito Imburgia      
 
Histoire d’une pierre ponce
J’étais encore enfant
Et par une nuit sans bruit
une pierre ponce du Volcan
À la recherche de son existence
Se refugia en silence
Sur la plage de mon village
Le soleil arrivé elle m’a demandé
De la dépouiller
De tout le gros qu’elle portait sur le dos
Surpris je ne savais quoi répondre
Mais elle était si douce et tendre
Que je commençai à la caresser
Ainsi je finis par en être épris

sabato 1 gennaio 2011

blending (appunti)

il senso del poetic blending
(di guido monte)

le grandi forze oscure della natura, le acque primordiali su cui volava a pelo d'acqua lo spirito, il magma primigenio non ancora plasmato dal respiro modellatore: tutto ciò potrebbe aver senso per tante anime umane o animali, perché implica il ricordo delle origini comuni, delle radici che ci portano, che preesistono all'orrore da noi poi costruito e istituzionalizzato.
.
la sensibilità emotiva nel sentire un haiku, qualche versetto vedico o biblico, omerico o virgiliano, sonni di millenni, è la sensibilità utile per richiamare questo ricordo di unità comune, è infatti la pietà per gli esseri senzienti che si modula come in un atto primigenio con il cielo, la terra, le acque...

des mers primordiales, des côtes vierges –
toujours, on revient à l’origine… pourquoi?
rien à dire des cosmos ancestrals inachevés
qui devancent par millions d’années
mon histoire du néant


foto: onde (2010), dell'autore
versi in francese tradotti da f. saieva