mercoledì 7 maggio 2014

ancora vecchie cose

by guido monte
collage by pippo zimmardi

1
pochi passi sono un’intera vita di sbagli e  dolori, pochi passi prima del buio-incanto da cui non si scappa; eppure ogni giorno la calma del mattino sembra identica, innocente, senza colpa o tempo, è un silenzio di un mondo  indefinito che sfugge dalle mani ma mi nutre della sua impalpabile sostanza…

2
mi piacciono ancora i frammenti di vetro del mondo rotto, le canzoni rap piene di versi antichi, le chiacchiere della gente come poemi dell’umanità! se resta solo questo, lo accolgo.

3
lo diceva il baghavad, lo diceva simone, che la salvezza è nello sguardo.

4
devo sostenere ogni giorno il peso del mio corpo. e condividere ogni giorno la mia mente… vivo  con lei le cose povere che hanno avuto dolore e una storia, preferiamo solo i fatti davvero successi. anche mentre cammino penso al filo d’erba lontano dalla nostra vita di robot, ma contemporaneamente seneca mi sussurra che non resta nulla senza il respiro, mi dice il non esserci mentre tempo e caos inghiottono gli esseri, tra confusione e inania verba
alla fine mi seggo per riposare.


1 commento:

  1. il mondo si trasforma, ma resta il dolore. resta il deserto e il frastuono.
    vaghiamo tra case abbandonate, vaghiamo frettolosamente in macchina, in barca, in aereo in corsa per non si sa dove, guardando annoiati le news da schermi luminosi.

    il mondo è da troppo stanco di soffrire, ora cerca riposo.
    non ricordiamo più il passato: continuiamo meccanicamente, in aenigmate, mentre cade l’ultima neve (e i martiri aspettano ancora piangendo dietro il soppalco).
    il fiore appassito, la donna tradita, la strada sbarrata, una tromba nel silenzio: il cielo non ci guarda dall’alto?

    nel frattempo sempre nuovi orrori, orrori che non riesco più a pensare

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