Voci bianche si spandono
tra i vasti archi della chiesa,
dal transetto s’infilano nei timpani sonnacchiosi,
è un sibilo che penetra l’anima.
La mano della bellezza si posa, come luce rosata,
sul bassorilievo bianco di morbido marmo lucente
la natività intenerisce perfino la pietra.
Con le chiome inanellate
Angeli vegliano il piccolo dio
stanno a guardare l’altissimo
che si porta un dito in bocca.
E’ curioso che sia così prossimo.
Nella pausa, un veloce battito d’ali:
gambette nude di bambini passano
tra i banchi della chiesa
nel gioco, intimi bisbigli
mentre un dio annoiato li guarda
attraverso gli occhi opachi dei fedeli.
visi tondi, capelli biondi e castani
ignari di tutto, intenti al loro segreto intrigo
i bambini, farfalle leggere attratte
dalle onde vaghe delle corolle,
danzano tutti intorno.
Qualcosa dentro si risveglia.
E’ giovane, perfino troppo vitale
si spande col fiato dei fanciulli
e l’anima ricorda un sogno di felicità.
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