mercoledì 1 dicembre 2010

Microapocalissi n.2

MICROAPOCALISSI (di Guido Monte)
Parte seconda
Di fronte ai nostri occhi l’ingorgo e i clacson, i 40 gradi di un normale gennaio isolano, code sterminate per fare benzina, code ai sylos riempiti con acqua reflua dei villini residenziali, l’unico liquido che non si vendeva a peso d’oro, dato che era fognante, e che la gente dei quartieri si divideva come se fosse prezioso, tra risse furibonde.
La solita puzza intensa di smog, benzene, nessuno che ci facesse caso (in questo l’incubo di oggi non era cambiato...), tracce di cenere nell’aria, tanfo di plastica che bruciava; alberi non ce n’erano più, almeno i piromani urbani si consolavano dando fuoco alla plastica. Le automobili riempivano a tappeto ogni minuscolo tassello di strada, e si muovevano impercettibilmente mentre i conduttori, congelati dai climatizzatori al massimo, imprecavano dai loro telefonini.


Completamente unti di sudore e soffocati dall’aria congestionata, ci trascinammo verso il porto.
Il mare non era mutato neanche, rispetto al mio tempo, era nero-pece; i mozzi dei panfili, delusi, scaricavano nafta e liquami a ridosso del molo (non c’erano più spiagge o riserve naturali dove gli inquattrinati potessero insozzare i bagnanti invidiosi con i loro scarichi, perciò bisognava accontentarsi di sporcare il porto). Gli ultimi pesci morti galleggiavano per essere raccolti dagli archeologi come reperti del passato - il desalinatore, finalmente acquistato con più di vent’ anni di ritardo, era di nuovo rotto, non riusciva a pompare fluidi quasi solidi.
Diedi a Dantina una manciata di banconote per comprare mezza minerale: l'assaggiammo tappandoci il naso, cosi' si riusciva a non vomitare - l'acqua ASSENSIO era del resto la sola disponibile nel territorio per i non parlamentari.

Mentre un'aereo militare faceva esercitazioni a bassissima quota a pochi metri dalle nostre teste, ci spostammo verso il centro, il Politeama. Andai a prendere qualcosa al panificio, ma quando tornai trovai Dantina addormentata sul marciapiede. Il viale era pieno pieno di gente di colore, come noi distesa a terra a consumare il pasto.
"Az codam chescvar hastid, baradaran?", chiese un padre di famiglia iraniano vicino a me. "Non chieda proprio a noi... non siamo di nessun posto, non esistiamo," gli accennai, uniformandomi a ciò che Dantina mi aveva spiegato.
L'uomo sorrise: "Sciaiad ta ciand vaghte digar ensani dar ruie coreie zamin vugiud nadaschte basciad..." e si girò dall'altra parte. A quanto pare, mi spiegarono, dubitava che tra poco sarebbe esistito più nessuno.
Preso il mio posto, provai a sfogliare i titoli di un giornale abbandonato lì vicino, non era poi così diverso dai nostri foglietti di propaganda alternativa.
MILIONI DI LEUCEMIE E TUMORI DA SCORIE DI ARMI RADIATTIVE IN IRAQ E AFGHANISTAN - 100.000 MORTI DI FAME OGNI GIORNO IN AFRICA
Una nota accennava pure a due funzionari, che un’autobomba aveva fatto saltare in aria ed erano morti da quattro giorni, ma non erano risorti .
AUMENTATE DEL 110% LE PENSIONI DEGLI ONOREVOLI DISTRETTUALI.
(“LA SOLITA PROPAGANDA! SMETTIAMOLA, E PARLIAMO DI COSE SERIE!”
DICHIARA IL DIRETTORE LILLUS ALLO SPECIAL TGX )
Alzando lo sguardo, non mi parve in effetti che queste notizie dell’altro ieri avrebbero potuto interessare qualcuno, se fossero state vere.
Addentai il pane; nella bocca il sapore era dolce, ma arrivato allo stomaco incominciarono i crampi. Perché? Anche per noi il famoso e terribile monito alimentare governativo mondiale, “taci e mangia”?

Dantina improvvisamente si svegliò (era una ragazza sveglia, innocente e consapevole al tempo stesso... sembrava viva) regarde Guido, mi disse, regarde - c'est le programme “Le rêve d’un papillon” , avec le plus grand index d'écoute! Con la mano m’indicò un megaschermo gigante, immagini televisive che arrivavano dritte dritte dalla CAPITALE MONDIALE.
Allora comparve una star, FIORELLA SEVVA’, bellissima e senza età, la più famosa presentatrice di tutti i tempi, sulla cresta dell’onda da 50 anni.
Stava sposando l’uomo più potente del mondo, PIERSANDRO SCULUBIR, il capo politico cosmico che ci governava da sempre. Sculubir abbracciava il ventre di Fiorella, che aspettava un figlio, quello che il popolo voleva come erede alla futura presidenza del consiglio mondiale.
Il Capo delle chiese mondiali li benediceva, consegnava nelle loro mani il sacro annullamento di ogni matrimonio o legame precedente potessero aver mai contratto: erano gli unici degni di questo privilegio.

Nel video le plastiche facciali dei volti luccicavano delicate, così diverse dai visi cadaverici dei tipi che mi circondavano nella via dove mi trovavo, che era pure zeppa di ratti e di sacchi di rifiuti . Poi apparve nello schermo il pubblico della piazza della capitale mondiale, che dalle transenne adorava Sculubir, agitava le sue foto e i tesserini dei fan-club tra le statue erette in suo onore; ad ogni sua parola, alzando il braccio con il saluto romano, tutti dicevano: AMEN!
(Continua)

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