di Fonso Genchi
Nonostante siano già passati diversi giorni dal Dpcm dello
scorso 5 novembre, che, tra le altre cose, ha decretato la suddivisione delle
regioni italiane in tre fasce (rossa, arancione e gialla), non si sono ancora placate
le polemiche e le perplessità sui criteri usati per includere le regioni nelle
diverse fasce.
Tralasciando l'ovvietà del posizionamento in fascia rossa di Lombardia e
Piemonte, non si capisce come mai alcune regioni siano state posizionate il 5 novembre
in una determinata fascia quando ci si attendeva che finissero in un'altra (ed
alcune di esse, cinque, effettivamente, dopo soli 4 giorni, hanno subito un
cambiamento di fascia, passando dalla gialla all'arancione).
Per cercare di comprendere meglio il risultato finale (con
particolare riferimento al posizionamento della Sicilia) frutto delle
valutazioni effettuate su 21 parametri o indicatori, riguardanti tre ambiti
diversi (capacità di monitoraggio, stabilità
di trasmissione e tenuta servizi sanitari, resilienza del sistema sanitario),
occorre analizzare le tabelle rese note dall'ISS dopo la conferenza stampa
dello scorso 5 novembre. In questa prima puntata ci dedichiamo all'analisi
della prima di esse, in cui vengono considerati 4 indicatori, relativi alla
capacità di monitoraggio di ogni singola regione: