di Silvia Dello Russo
In una sera come questa ti senti parte della pianura. Tutto è fermo e sospeso sulla linea orizzontale che ti avvolge: L’aria, i pioppi, i balloni di fieno che sembrano evaporare nella densa umidità. Si, perché in Pianura Padana esiste un’ora, di sera, in cui tutto si ferma. Tranne le zanzare ed il Po.
Sono quei momenti che diresti i più difficili. Perché nell’immobilità del caldo che sospende quasi il respiro, ti assale una sottile ansia. L’ansia dell’ intima percezione che tutto è fermo, insostenibilmente fermo. E lo sconfinato orizzonte piatto diventa risonante per ogni tua recondita piccola angoscia.
In Un’ora precisa delle sere d’estate, la pianura irrompe nella tua mente, spalanca i tuoi pensieri e diventa una grande infinita tavola, apparecchiata delle tue umane mediocrità. Insostenibile! E ti agiti, senti il cuore pesante, sudi.. fino alla resa ove ti accomodi, immobile pure tu, nella sospensione del quadro. Hai scelto, per un inspiegabile ed inconscio istinto di sopravvivenza , di divenir parte della tua pianura e tra i filari di querce , tra i fossi ed i prati di erba medica, ti accorgi che la cicala ha smesso di cantare, per lasciar posto ai grilli.
Intanto si alza una rara e calda brezza che ti fa riprender il respiro, e, mentre ancora ti lamenti e ti batti per le morsicate di zanzare, ció che resta dei tuoi pensieri.. evapora in silenzio nello stagliarsi di un cielo sempre più scuro. Si, perché in pianura, nelle sere d’estate, il cielo è scuro, non blu.
( da “ Giorni d’Emilia”)
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