di Fulvio Pesco
Chi domenica 10 novembre scorso,
intorno alle 22:00, si fosse trovato a passare, a piedi o in macchina, dalla
"Statua" - così i palermitani chiamano piazza Vittorio Veneto - si
sarà sorpreso non poco nel vedere alcune persone sostare in piedi, in silenzio
e con un libro in mano, al centro della piazza, tutti orientati verso via
Libertà. Probabilmente si sarà chiesto chi mai fossero e cosa ci facessero lì.
Erano semplicemente delle "sentinelle in piedi"; questo è il nome che
si son date in Italia - già hanno vegliato in molte altre città della penisola
- le persone che hanno deciso di seguire l'esempio dei veilleurs debout /les
sentinelles francesi. Ma chi sono, a
loro volta, queste sigle francesi?
Non sono movimenti o associazioni ma una
maniera di agire, libera, individuale e spontanea. Ma continuiamo a rispondere
a questa domanda attraverso le definizioni che esse stesse si son date. Ecco
come si descrivono, ad esempio, i veilleurs
debout, poi diventati - da questo settembre - les sentinelles, negli unici 2 documenti che hanno prodotto e reso
pubblici:
Lo spirito del Veilleur Debout
Il Veilleur Debout è un resistente silenzioso che si
rivolge contro l’ingiustizia e la menzogna dei governi. Denuncia le leggi che
distruggono l’Uomo e la civiltà. Sostiene il giovane Nicolas imprigionato per
essersi opposto al matrimonio e all’adozione da parte delle persone dello
stesso sesso. Reclama una Giustizia imparziale e non politicizzata. Rifiuta di
lasciare in eredità alle generazioni future un mondo relativista e
individualista dove il bene e il male, il vero e il falso non suscitano che
l’indifferenza generale. Il Veilleur Debout protesta pacificamente in maniera
spontanea e individuale. Rimane in piedi nel luogo che ha scelto: luogo di
potere, luogo simbolico; a qualunque ora del giorno e della notte. Al fine di non essere assimilato a una manifestazione non autorizzata, il veilleur si isola dai suoi vicini di qualche
metro. Il Veilleur Debout protesta pubblicamente, ma non
cerca di farsi notare in altro modo che per la sua semplice presenza. Non
disturba mai l’ordine pubblico. Agisce con buon senso e benevolenza.
“Piuttosto morire in piedi che vivere in ginocchio”
A. Camus
La
carta del Veilleur Debout
Parole d’ordine: immobile e pacifico, resistente e silenzioso, ma sempre
determinato.
Perché vegliare in piedi?
Il veilleur debout denuncia la scelta presa dalla
Giustizia oggi in Francia: non è più al servizio del bene comune e del popolo,
ma sottomessa dal governo.
Il veilleur debout denuncia la repressione della polizia
e le incarcerazioni abusive che hanno avuto luogo contro cittadini per il solo
motivo di avere espresso le loro opinioni.
Il veilleur debout denuncia l’ingiustizia fatta ai
bambini attraverso l’autorizzazione dell’adozione plenaria, l’instaurazione
futura della PMA, della GPA e l’imposizione della teoria di genere che è
insegnata dalla più tenera età.
Il veilleur debout vuole attirare l’attenzione dei
responsabili politici su queste derive in Francia.
Il veilleur debout è aperto e rispetta la dignità di
ciascuno. Non si radica nella sua verità, ma sa offrirla e scambiarla in modo
pacifico con gli altri.
Il veilleur debout comprende e ha cura della forza
che lo porta a restare in piedi in resistenza. La forza del veilleur debout non risiede nel numero. È uno
stato di resistenza personale, uno stato dello spirito mostrato pubblicamente,
che non disturba mai l’ordine pubblico.
Il veilleur debout è più un prolungamento che una
declinazione del movimento dei veilleurs.
Il veilleur debout se fa degli atti concreti
rapidamente, comprende che entra in una pratica personale a lungo termine.
Il veilleur debout agisce con l’allegria del
resistente e comprende che la sua azione non si realizza nel confronto epico e
euforico contro gli agenti di polizia. Bisogna anche avere il coraggio di
obbedire agli ordini, libero di tornare una volta la situazione si sia calmata.
Come partecipare?
Il veilleur debout decide spontaneamente di passare
un po’ di tempo immobile e in silenzio davanti a luoghi simbolici (giustizia,
potere, media,…). Formalizza così un atto di resistenza personale che gli
permette da una parte di riflettere sul suo impegno e d’altra parte di mostrare
al governo la sua incomprensione di fronte all’ingiustizia. Di fatto è anche
aperto al dialogo con i passanti intrigati o curiosi.
Il veilleur debout non porta segni distintivi e non fa
proselitismo, sa che ogni azione è spontanea e che ciascuno è libero.
Il veilleur debout può manifestare il suo disaccordo
con le forze dell’ordine durante le intimidazioni, restando silenzioso, le mani
dietro alla testa. Rispetta le forze dell’ordine e non tenta azioni illecite.
Poiché niente gli deve essere rimproverato, non perderà mai la sua calma.
Non c’è alcuna organizzazione, ciascuno resta libero di vegliare nel luogo
e nel tempo di sua scelta. Gli account ufficiali Facebook e Twitter sono destinati
a darsi il cambio, non a organizzare.
Il veilleur debout non manifesta, aspetta. Non grida
né slogan né intona alcun canto. Lui e quelli che gli stanno attorno rimangono
in piedi e guardano nella stessa direzione. Non attende il migliore dei mondi,
ma un mondo migliore. Un mondo nel quale il dovere di proteggere il più debole
primeggia sui diritti degli egoisti. Un mondo nel quale s’insegna ai bambini
l’amore e non la voglia. Un mondo nel quale nessuno potrà essere imprigionato
per aver osato esprimere un ideale. Se anche tu, amico veilleur, sogni questo mondo, alzati e spera. E
soprattutto, non lasciare che nessuno distrugga i tuoi sogni, mai.
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