Spazio per mettere in circolo idee, discussioni, opinioni, prodotti letterari, riflessioni a voce alta riguardo alla cultura e alla storia contemporanea. Con un fortissimo richiamo alla realtà della città di Palermo.
domenica 16 ottobre 2011
Riflessioni sulla crisi economica: ci conviene rimanere nell'Euro?
di Massimo Costa*
*(docente di Economia Aziendale presso la Facoltà di Economia e Commercio dell'Università degli Studi di Palermo)
L'inflazione e la svalutazione non sono la panacea di tutti i mali, come qualcuno oggi, giustamente esasperato dall'euro, sta iniziando a dire.
Diciamo più sotto tono che sono "strumenti" di politica monetaria che, sapientemente usati, possono servire, male usati, possono essere devastanti. Anche se, devastanti per devastanti, meglio che li usi un governo che non una banca che, con un click, crea inflazione e, così facendo, sposta ricchezze reali dalle nostre alle loro tasche.
Ma questi strumenti - ripeto da non idealizzare - non sono più nelle nostre mani, in ogni caso.
Qualche giorno fa, su un noto sito di informazione alternativa, è uscito un lungo saggio di Barnard sul "Più grande crimine", pieno di grandi verità e di qualche errore non da poco, nonostante abbia avuto l'aiuto di economisti nel redigere questo saggio. Uno di questi, a mio avviso, è di considerare gli USA un paese a moneta sovrana, a differenza dell'Europa. Credo si tratti di un grosso errore. La Federal Reserve non prende ordini dal Tesoro o dal Presidente degli Stati Uniti. Semmai, mi si passi l'azzardo, è il contrario. Quindi anche gli USA sono un paese che ha demandato ad un'autorità esterna, lì del tutto privata, qui in Europa "tecnocratica", almeno in apparenza, la propria politica monetaria.
In occidente i paesi "sovrani" nella propria politica monetaria semplicemente non esistono.
E comunque, se anche lo ridiventassimo, la soluzione non è - come dice Barnard - di creare moneta a go go e togliere così tasse e debito. La soluzione è sempre quella di creare la moneta che serve, solo quella che serve, ma E QUESTO E' IMPORTANTE, non farla creare alle banche private, ma farla creare direttamente allo Stato.
Poi può restare un'autorità monetaria indipendente, anzi forse è meglio che resti tale. Ma l'immissione di denaro nuovo nel sistema devono farlo gli stati, non le banche. Altrimenti si genera sistematicamente un debito impagabile per definizione. E' questa la grande truffa organizzata da denunciare.
Poi, se lo stato crea la moneta, e non le banche private, tutto ciò potrebbe non bastare ancora. E allora si potrà parlare di tasse, di debiti, di tagli alla spesa pubblica, etc. Ma è una questione di mix. Non avendo più lo Stato le entrate monetarie, invece, questi altri strumenti, invocati da economisti pseudo-liberali e in mala fede, non potranno mai servire allo scopo. Il debito, per come è generato, è semplicemente impagabile. E quindi non va pagato. Mandando in malora gli investitori truffaldini che lo hanno inventato.
Io sono scandalizzato dalle grida, sempre più scomposte, delle autorità monetarie europee, sulla necessità di ricapitalizzare le banche.
Ricapitalizzare la banche? A spese di chi? Ma stiamo scherzando?
Ricapitalizziamo le famiglie, piuttosto, che ce n'è un gran bisogno.
Fanno bene i dimostranti a prendersela con la Banca d'Italia invece che con Berlusconi. Berlusconi è finito, o sta finendo. Non è lui il problema. Il problema è il governo che verrà, fatto di maggiordomi delle oligarchie finanziarie, come in Grecia e dappertutto, pronte a spremere tutto, pronte a venderci i figli, pur di non rinunciare ai loro privilegi.
Sveglia, ci stanno riducendo tutti alla schiavitù!
Qui o si restaura la democrazia o si muore.
E, purtroppo, non si può fare in questa Europa: è irredimibile. Primo: uscirne al più presto, costi quel che costi, tanto i costi della permanenza saranno in ogni caso ben maggiori. Secondo: con calma, pensare ad una forma di integrazione nuova, basata sulla coesione, sulla solidarietà, su una vera democrazia continentale. Oggi l'Europa che ci strangola con il debito è la stessa che affossa i contadini siciliani con il consenso colpevole, per non usare una parola più pesante, di qualche nostro pseudo eurodeputato. Via da Bruxelles e da Francoforte, prima che sia troppo tardi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Non vorrei difendere Barnard (anche perchè lui è capace di difendersi da solo). L'affermazione del prof. Costa "E comunque, se anche lo ridiventassimo, la soluzione non è - come dice Barnard - di creare moneta a go go e togliere così tasse e debito". Barnard non lo dice. Ma afferma, riprendendo quello che dice il prof. Wray, prof. Halevi, e tanti altri economisti post Keynesiani, che si può creare moneta, in deficit spending, fino a quando non si crea una inflazione tale da rendere i cittadini più poveri. In altre parole, quello che diceva Keynes, se lo Stato spende di più in investimenti e quindi, per l’effetto moltiplicatore della spesa, crea più posti di lavoro e quindi maggiore domanda interna, l’offerta di adeguerà se ci sono le capacità produttive, soprattutto quelle nel settore dei servizi. Solo quando ci sarà la piena occupazione, e quindi la domanda interna sarà satura, la propensione al consumo sarà tale che i prezzi aumenteranno perché i prodotti diverranno più scarsi. Sono d’accordo per tutto il resto con il prof. Costa. I costi relativi a mantenere questa UE sono più alti di quelli che ci sarebbero se uscissimo e se ci riappropriassimo della sovranità monetaria e politica.
RispondiEliminaMarco
Professor Costa ma Barnard non ha mai detto di eliminare tasse e debito. Al contrario.
RispondiEliminaLa spesa a deficit che sostiene lui, che non fa altro che riprendere le teorie della MOdern MOney Theory, è intesa come debito dello stato ma credito dei cittadini. Ovviamente spesa incanalata negli investimenti giusti, nella creazione di posti di lavoro, nelle infrastrutture, nello stato sociale. Non spesa fatta a casaccio. Cosi facendo l'inflazione si tiene d'occhio come si vuole.
Sul discorso delle tasse invece, una spiegazione magistrale di cosa sono, e di come si interpretano in un sistema di FIAT MONEY, e di sovranità monetaria ce la da il prof. Warren Mosler. Le tasse non servono a finanziare la spesa pubblica, ma ad obbligare i cittadini ad usare quella valuta perchè lo stato la riconosce quando gliela chiede. In altre parole le imposte hanno la funzione di creare la domanda per le spese del fiat money, non di aumentare le entrate di per sé. I dettagli qui http://vocidallestero.blogspot.com/p/economia-della-valuta-flessibile.html
Ecco quindi che le tasse DEVONO esserci, Barnard non ha mai detto di eliminarle.
Per quanto riguarda il discorso del debito governativo invece, qui c'è una traduzione di un un articolo dettagliato del Prof Randall Wray, consulente di Barnard: http://nsgaravatti.blogspot.com
Non voglio fare l'avvocato, ma le precisazioni sono doverose.
Giuseppe