giovedì 12 maggio 2011

Il Nulla richiamato all'esistenza e la vita misteriosa di Dio (parte prima)


di Guido Monte e Vittorio Cozzo

Il dipinto di una folla in preghiera
davanti al sole, un dipinto nascosto
all'interno di una medaglietta
che custodisce il bianco di anni e anni
della piazza più antica di Milano -
la piazza della luce di un solo giorno,
frammento di altre luci.
Il sogno della folla, sogno di niente,
di vanità, rimpicciolisce e diventa
anch'esso altro niente, altra vanità:
la mancanza di cose e pensieri
per vedersi dentro, per esseri
il cui destino (per loro sconosciuto)
è chiuso in una lacrima interna
dentro il fumo di una stanza fuori mano,
dentro una terra umida,
di visi sbigottiti e vetri rotti.
Macerie di sangue umano che nessuno conosce.


Un volto confortante abbraccia
le menti malate degli uomini in preghiera
solo al tramonto, ed altri druidi
ed altri ancora, tra freddo e neve,
iniziano il vecchio antico rituale
di troppi millenni prima.
"Verrà il giorno in cui la luce schiaccerà
chi guarda nel vuoto - dicono -
chi cammina al buio, scontando così,
per tutta la vita, una falsa colpa".
Passano tutti insieme per una strada
impregnata di odori, periferica,
senza passanti come è sempre stata –
tra i palazzi apparentemente abbandonati
un dubbio per troppi perché...
(e le risposte? No, non ne troveranno,
a parte qualcosa di strano nell' aria).

Ora le menti-mele malate-addormentate
sono assorte nel Grande Giardino -
qualcuno doveva pur sedersi a succhiarne
i semi insieme a noi. Nel Giardino
macchine motori alberghi, gente che va
e che viene - il giorno e la notte, gemelli,
si chiedono se esiste ancora
ciò di cui non sentono parlare da tanto tempo
e non ricordano più. Anche noi ci sediamo
nelle stanze, sui divani, e telefoniamo annoiati
o cerchiamo nel televideo la stanca verità
che è fuori e dentro di tutto questo.

Sono passati troppi secoli.
Miliardi di insetti neri
continuano ad annaspare nello spazio
senza nessuna paura di Dio. Insetti.
Non ricordano le stragi, gli stupri,
le forti Leggi che avevano preso il sopravvento,
svolazzano e muoiono e non riescono neppure
a sfogliare il Libro. Si ripuliscono,
per puro caso, su qualche vecchio giornale
abbandonato nella Zona Espansione Nord,
nelle pagine in cui puoi ripassare i nomi
di onorevoli e calciatori da lodare nei millenni,
usque ad consummationem saeculi.

Una piccola mantide ci fissava
dai piatti sporchi del lavandino -
e noi, ancora più piccoli, pregammo
di riuscire a concepire un Dio severo e barbuto
nella nostra mente di insetti ancora
non passibili penalmente, un Dio nascosto
nell' enorme specchio della stanza da letto
(dove i grandi facevano l'amore e pensavano
alla tredicesima che svaniva con lo spirito
nell'acqua nera della terra vuota).
Tutto l'universo è concentrato
in quella stanza da letto -
di fronte alla credenza i passi
si appesantiscono, di fronte alle bollette scadute
sul comodino odio e amore si baciano -
forse effettivamente tutto è chiaro.

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