Recensione semiseria al
romanzo di Nino Martinez Colpi di fulmine (Tipografia Fotograph, Palermo 2017)
di Rosario Ales
Leggendo l’ultimo libro di Nino
Martinez e ci auguriamo non sia l’ultimo, vista l’età dell’autore, novantadue
anni portati con lucidità e vivacità e con una mente umoristica, venata da una comicità melanconica.
Il nuovo romanzo di Nino Martinez “Colpi di fulmine” presentato
il 22 Aprile di quest’anno a
Palermo, racconta il diario esilarante di un viaggio in terra spagnola negli
anni Cinquanta, in un’epoca non ancora caratterizzata dall’avvento dei cellulari
e dove Cupido non si divertiva a scoccare le sue frecce on-line. Il soggetto protagonista è l’amore, nella
fase preliminare del corteggiamento, secondo rituali consolidati: fiori,
ammiccamenti, lettere appassionate, dichiarazioni esilaranti, produzioni
poetiche. L’esito dei corteggiamenti,
ricchi della più fantasiosa e sbrigliata inventiva di espedienti e di
impazzimenti d’amore, si sviluppa solitario, privo della gioia di un amore
condiviso, ricambiato. Irrimediabilmente equivoco, modulato sul filo del
fraintendimento o del vaneggiamento, i personaggi suscitano ilarità; nessuno
dei protagonisti trova il suo amore. Cupido,
forse confuso dal linguaggio amoroso, si diverte ad effettuare i suoi lanci a
caso, viste le smaglianti contraddizioni del “vero” amore.
La copertina del libro è molto evocativa
dell’intreccio divertente del romanzo, accompagnato da pillole di saggezza
umoristica-satirica, coltivata sin da giovane da Nino Martinez, che curava la
rubrica del Giornale di Sicilia “Specchi
concavi”, a cui seguirono i corsivi della rubrica “Ridiamoci su”. In questo
libro “Colpi di fulmine”, l’autore oltre gag e battute esilaranti, conduce ad
uno sguardo folgorante sulla morte: “Infine,
per completare l’elenco dei suoi meriti, non va sottovalutato quello sportivo.
La morte è l’unica a detenere da sempre il titolo di campionessa di lotta. Ogni
ora del giorno, accoglie la sfida di milioni di esseri viventi.” p.151; altro tema complementare che sembra fatto apposta per giustificare l’approccio
umoristico è l’ Amore “ C’è un modo, l’unico: non nascere! Ma,
purtroppo, è irrealizzabile. E chi lo rende tale? L’AMORE, questo impunito
usuraio da tutti inconsciamente osannato: ci concede gocce di piacere, di
felicità ed esige un torrente di tribolazioni, di guai.”p.152. Appare
spontaneo in questo gioco di specchi,
ricondurre queste riflessioni fulminee all’ Umorismo pirandelliano, perché diverse
sono le forme dell’ umorismo, unite da quel tema che caratterizza la poetica di
Pirandello: il contrasto tra Vita e Forma, eliminando il nostro distacco e la
nostra superiorità che scaturisce dal sorriso sul fatto comico, nasce la pietà
e la compassione nella comune natura umana. Scrive il magistrale Luigi Pirandello nel Saggio sull’Umorismo in modo
impassibile e disincantato: ”La vita è
flusso continuo che noi cerchiamo d’arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro
e fuori di noi, perché noi già siamo forme fissate, forme che si muovono in
mezzo ad altre immobili, e che però possono seguire il flusso della vita, fino
a tanto che, irrigidendosi man mano, il movimento, già a poco a poco
rallentato, non cessi.”
La recensione coglie un aspetto saliente del romanzo: la risata che si fa amara, la comicità che diventa umorismo nel senso pirandelliano. Nino Cangemi
RispondiElimina