lunedì 1 maggio 2017

Specchi concavi/convessi dell’Umorismo


Recensione semiseria al romanzo di Nino Martinez  Colpi di fulmine (Tipografia Fotograph, Palermo 2017)                         

di Rosario Ales

Leggendo l’ultimo libro di Nino Martinez e ci auguriamo non sia l’ultimo, vista l’età dell’autore, novantadue anni portati con lucidità e vivacità e con una mente umoristica, venata da una comicità melanconica.                                                                                                                                      
Il nuovo romanzo di Nino Martinez “Colpi di fulmine” presentato il 22 Aprile di quest’anno a Palermo, racconta il diario esilarante di un viaggio in terra spagnola negli anni Cinquanta, in un’epoca non ancora caratterizzata dall’avvento dei cellulari e dove Cupido non si divertiva a scoccare le sue frecce on-line.  Il soggetto protagonista è l’amore, nella fase preliminare del corteggiamento, secondo rituali consolidati: fiori, ammiccamenti, lettere appassionate, dichiarazioni esilaranti, produzioni poetiche.    L’esito dei corteggiamenti, ricchi della più fantasiosa e sbrigliata inventiva di espedienti e di impazzimenti d’amore, si sviluppa solitario, privo della gioia di un amore condiviso, ricambiato. Irrimediabilmente equivoco, modulato sul filo del fraintendimento o del vaneggiamento, i personaggi suscitano ilarità; nessuno dei protagonisti trova il suo amore.  Cupido, forse confuso dal linguaggio amoroso, si diverte ad effettuare i suoi lanci a caso, viste le smaglianti contraddizioni del “vero” amore.                                                                                            


La  copertina del libro è molto evocativa dell’intreccio divertente del romanzo, accompagnato da pillole di saggezza umoristica-satirica, coltivata sin da giovane da Nino Martinez, che curava la rubrica del Giornale  di Sicilia “Specchi concavi”, a cui seguirono i corsivi della rubrica “Ridiamoci su”. In questo libro “Colpi di fulmine”, l’autore oltre gag e battute esilaranti, conduce ad uno sguardo folgorante sulla morte: “Infine, per completare l’elenco dei suoi meriti, non va sottovalutato quello sportivo. La morte è l’unica a detenere da sempre il titolo di campionessa di lotta. Ogni ora del giorno, accoglie la sfida di milioni di esseri viventi.” p.151altro tema complementare che sembra fatto apposta per giustificare l’approccio  umoristico è l’ Amore “ C’è un modo, l’unico: non nascere! Ma, purtroppo, è irrealizzabile. E chi lo rende tale? L’AMORE, questo impunito usuraio da tutti inconsciamente osannato: ci concede gocce di piacere, di felicità ed esige un torrente di tribolazioni, di guai.”p.152.   Appare  spontaneo in questo gioco di specchi, ricondurre queste riflessioni fulminee all’ Umorismo pirandelliano, perché diverse sono le forme dell’ umorismo, unite da quel tema che caratterizza la poetica di Pirandello: il contrasto tra Vita e Forma, eliminando il nostro distacco e la nostra superiorità che scaturisce dal sorriso sul fatto comico, nasce la pietà e la compassione nella comune natura umana. Scrive il magistrale Luigi Pirandello nel Saggio sull’Umorismo in modo impassibile e disincantato: ”La vita è flusso continuo che noi cerchiamo d’arrestare, di  fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori di noi, perché noi già siamo forme fissate, forme che si muovono in mezzo ad altre immobili, e che però possono seguire il flusso della vita, fino a tanto che, irrigidendosi man mano, il movimento, già a poco a poco rallentato, non cessi.”                                                                                                                                                                                                                             

1 commento:

  1. La recensione coglie un aspetto saliente del romanzo: la risata che si fa amara, la comicità che diventa umorismo nel senso pirandelliano. Nino Cangemi

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