di Sandra Collura
foto di Graciela Muller Pozzebon
l’incendio delle montagne della Conca d’oro, luglio 2016
Monte
Pellegrino,
il più
bello, il più scuro
di boschi e
misteri d’ anime solitarie
che nei tuoi
anfratti intime delizie
hanno
assaporato.
L’ olivastro
dalla chioma rotonda
abbarbicato
sulla roccia
e quella pietra scoscesa e aspra
che gli
offriva l’appoggio,
mi
accarezzava l’anima
Come un
corpo assopito
sorgi dal
mare azzurro e la tua natura è pace.
Quella
mattina l’incendio
appiccato da
mani rabbiose
serpeggiava
sui tuoi fianchi
il vento
complice aizzava fiamme
di
distruzione in ogni direzione
fumavi,
avvolto da una benda d’odio e
malvagità.
Fiamme, e
fiamme s’alzavano
e
s’infilavano nel cupo verde dei pini
nelle selve
più riposte dove,
animali
selvaggi, uccelli ed erbe profumate
respiravano
, agli occhi umani invisibili
e per questo
bellissimi;
a ondate il
vento di scirocco
ti ha
immerso nella sua bolla mortale;
ora ansimi
negli ultimi fuochi, striato di nere cicatrici
fasciate da
bianco fumo denso.
Ti guardo
e come un cieco velo di nebbia
la
malinconia m’invade
Sei arso per
tutto il giorno
ora i
gabbiani stridono nella fittizia notte della città
e inquietano
il mio cuore
che non sa
immaginare il futuro.
Ti guardo,
così sfregiato
annerite le
tue pareti dolomitiche
colorate di
ocra dorata nei tramonti primaverili
e di rosa
pesco nei brevi meriggi invernali,
inceneriti i
pendii di brillanti fichidindia
e le tue
scarpate odorose di ginestra:
è
l’irreparabile.
Ti guardo e
vorrei consolarti
suonare per
te le note di un flauto
che possa di
nuovo far danzare le tue ninfe
e dirti che
non è tutto finito
Da quelle
macchie di verde rimaste
rinascerà
ancora vita
le radici si
faranno di nuovo strada
tra i massi
anneriti, come linfa dalle ossa
e piccole
foglie d’erba lucente
tenaci e
coerenti
dai piccoli
semi sotterranei emergeranno
e vedranno ancora l’azzurro del cielo.
Vegliandoti
ogni mattina
vedrò
profilarti sulla città indifferente
inciterò le
tue forze vitali
a non
arrendersi, a guarire le tue ferite
perché tu,
che non hai occhi né mente che possa capire
conosci la strada;
chi t’ha
colpito, invece, si smarrirà
tra i roghi
della sua disperata avidità
ghignando e
nascondendosi nella colpa
ha già perduto
per sempre la strada
feroce si
contorce nella fiamma
e non può
placarsi.
Splendida. Tra le tue migliori
RispondiElimina