venerdì 13 dicembre 2013

Lulù

by Marco Ferrante

Ho scaraventato i miei vent'anni contro un'insegna di lavoro
Fuori dalla porta mi hanno fatto le solite cento domande
che non vogliono dire niente
e io gli ho risposto che ero lì
perché tutti i miei amici avevano qualcosa da fare
matrimoni, lauree, doposcuola, centri di recupero per tossicodipendenti,
e quando mi disse di entrare sorridendo
mi sono sciupato il viso
scoprendo che era l'uomo del colloquio.

E mi ha chiesto se non avevo fame
e non avevo sete
e mi ha fatto capire che se non avevo fame
e non avevo sete
mi avrebbero schiacciato
fino a farli implorare un tozzo di pane e un po' d'acqua.

Ed io che non avevo mai pensato
che fosse diverso da così
Gli raccontai di quando seguivo le farfalle
avendo sempre pensato
che non dovesse essere così.

E poi mi ha chiesto se avevo una ragazza
e se sapevo aiutare la gente
e io gli raccontai
della mia matita blu 
con cui ti coloravo il cielo quando piangevi
e gli ho detto
non è rimasto che il ricordo
e che prima di rimandare ancora 
la nostra vita insieme
ti ho chiesto in prestito un bacio
e la tua sciarpetta rossa
e tu mi hai guardato allibita.

E sembrava contento,
sembrava felice
di aver trovato finalmente uno scemo
a cui dire di no,
senza dover rinviare
con il solito
'le faremo sapere.'

Ed io che avevo già capito tutto
mi ricordai di quando a caccia del sentiero
dove prendevano il sole le vipere
mi sussurravo ripetutamente
'lasciami una muta
od un segno della tua venuta.'

e sono stato così ingenuo 
da credere alle parole di una farfalla
che mi indicò una vecchia pietraia assolata
dove non vidi nessuno
non ritrovai più niente
solo incontrai una bomba ben più che intelligente
una bomba plurilaureata
che mi parlava delle disgrazie altrui
come della sua sola consolazione
di esistere
e la capii perfettamente 
quando a teatro
uno sciame di zanzare
ebbe qualcosa da ridire
quando il re di Ionescu moriva

E quando ci salutiamo
non ho più niente per la testa
so solo che dovrò cercare un altro lavoro
e che stanotte ascolterò
il chiaro di luna di Debussy
come tutte le volte in cui mi sento così
come tutte le volte in cui non mi resta più niente
che non sia ricominciare da capo

E anche per lei
continua ad essere la sua canzone preferita
anche se ha fatto di tutto per evitare che quelle parole
si manifestassero nella sua vita
Anche se è bello saperti sposata
che aspetti un bambino
mentre io bevo un altro bicchiere
e tu prepari i dischi
per le loro ninnananne
e io mi gratto la pelle scabra
su un foglio di giornale
e tu confessi al tuo uomo
che sei felice così
fa piacere sapere
anche se già si sapeva
che al posto dove mi trovo ora
non mi ci hanno portato
le nostre stesse canzoni.

Grazie per l'invito
certo non mancherò
e ti farò sapere presto
dove presto bighellonerò
wholeheartedly
il nome che non facevi che ripetere
fin troppo poco tempo fa.
e che adesso forse
neanche ricordi più.
A presto, lulù.


1 commento:

Questo blog consente a chiunque di lasciare commenti. Si invitano però gli autori a lasciare commenti firmati.
Grazie