mercoledì 25 dicembre 2013

Isnello

di Sandra Collura
la voce della pietra
(luoghi)
In principio era l’Azione

Sgretola nel dirupo
Rovina giù nella forra
Una cresta grigia di calcare quaternario.

Cedono tra un cozzare di pietre, giù nella faglia
gli aspri picchi della montagna
dai colori del falco selvaggio.

Tra i sommacchi flessibili
il fiato umido dell’estate ansima ad ogni passo
ed evapora tra le morte pietre del castello in rovina.
 La voce delle ere si lascia ascoltare, non si mostra,
bisbiglia il suo verbo.
Scivola giù la sabbia fine e la ghiaia grossa.
Una voragine scura si spalanca nel cuore
inghiottendo le gerarchie dei cieli aristotelici.

Di fronte la carne molle delle case di Isnello
come una sola cattedrale di cartapesta
è abbarbicata dall’altro lato.
Case tristi piccole
con le porticine di legno,
abitate da piccoli uomini storti
cresciuti tra  pietre grigie
scolpite  le loro ossa con durezza,
assistono allo scivolare
di ere geologiche.

Il campanile di S. Salvatore innalza il cono di maiolica
azzurra e verde, bianca e ocra
a rombi simmetrici
tra i fichidindia e il vecchio fico
dai frutti dolci e marcescenti.

La rocciosa montagna  
volge l’irsuta groppa
alle pie cantate delle confraternite di S. Nicola
che dona le sue grazie al popolo affranto;
mostra l’arida ferla cresciuta come una peluria
sul suo corpo vivo.


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