lunedì 22 luglio 2013

l’orfeo di pavese


by guido monte
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orfeo e la sua euridice avevano lasciato l’ade ed erano quasi al velo del cielo.
poi orfeo si ricordò del freddo delle ossa di euridice laggiù, il freddo a cui poi sarebbero ritornati… pensò al gelo, al  vuoto di prima e che ormai faceva parte di lei.
allora si voltò, e abbandonò la sua euridice dietro le porte del nulla. eppure per lei aveva affrontato l’inferno, la baccante che ascolta il racconto  stenta a credergli.

aveva guardato il volto della morte, ma non cercava più euridice, cercava il suo passato di gioia, la stagione dell’innocenza.
i morti non esistono, non sono.
persefone aveva nascosto  il volto, ade lo aveva ascoltato e aveva percepito il loro proprio nulla. poi,  mentre risaliva il sentiero, orfeo sentì la vita nella luce del mattino, e la morte del passato: e si voltò.
forse aveva cercato solo se stesso, e aveva scoperto che non ne valeva la pena.
non sa ancora oggi cosa sia un uomo.
ma aveva sognato ciò che voleva risalendo all’alba, ai monti, quando ormai aveva scoperto dentro il suo inferno, e così in ogni caso aveva perso di nuovo la luce.
gli altri uomini invece non sanno, e ignari possono ancora continuare a sentire l’ebbrezza della vita.

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